I colori di un’anima: Yrros di Elisa Brown @ Castello Svevo di Cosenza

A cura di Massimiliano (Max Orrico)

 

 

Convocato per le 21:00 di lunedì 30 luglio, il pubblico comincia ad accalcarsi alla base della scala che porta su, nel grande giardino all’interno del Castello Svevo di Cosenza, scelto come location per l’unico appuntamento in città della diciassettesima edizione del Peperoncino Jazz Festival.
Le tante sedie disposte sotto al palco pian piano vengono occupate dal pubblico che lentamente prende posto e si capisce subito che non ci saranno spazi vuoti.
Un quarto alle 22:00 e dal palco il patron del PJF, Sergio Gimigliano, prende il microfono e presenta la serata, invitando ogni singolo membro della band a prendere posto e, dulcis in fundo, pronuncia il nome di quella che da più parti viene considerata “la voce più soul della Calabria”, Elisa Brown.

Il concerto inizia con l Know, brano che apre anche il primo disco della Brown, unico pezzo scritto a sei mani, e via via si va avanti con gli altri brani del disco inframezzati qua e là da alcune cover.
Le atmosfere della serata, grazie anche ad una big band di 15 elementi, tra fiati, sezione ritmica, chitarre, e tastiere, sono le più disparate e spaziano dal soul al blues passando per il new Jazz in un abbraccio canoro che riscalda un pubblico molto attento e partecipe.
Ad accompagnare Elisa sul palco, una band tutta calabra di musicisti ricchi di talento ed esperienza:
Alessio Iorio al basso, Lorenzo Iorio alla chitarra, Paolo Chiaia al piano, organo ed armonica , mentre alla batteria troviamo Francesco Borrelli, alla tastiera Roberto Risorto e alle percussioni Marco Sangermano; la sezione fiati viene aperta dalla coppia padre e figlio, ai sax Davide e Andrea Paternostro, il terzo sax è di Fabio Rossin e a chiudere Gianluca Bennardo e Flaminio Marino rispettivamente al trombone e alla tromba. Non possono mancare i cori, affidati alle voci di tre girls che rispondono al nome di Carmen Acerra, Daniela Butera ed Aquila Abate.

La voce di quella che per una sera è stata la regina del castello, ha sfoderato tutti i suoi colori, alzando e abbassando i toni all’occorrenza seguendo il volere del ritmo e delle note, con un colore predominante, il rosso, il rosso della passione di Elisa e dei musicisti che si sono dati senza riserve al servizio dei brani e degli arrangiamenti composti da Alessio Iorio, produttore artistico dell’album.
L’esecuzione dei diversi brani di Yrros, questo è il titolo del primo disco di Elisa Brown, e delle cover, tutte riarrangiate e fatte proprie dalla cantante come dal gruppo, ha portato un altalenarsi dei musicisti, a partire dalla salita on stage della guest star Massimo Garritano ad aggiungere una seconda chitarra all’ensamble, e poi via via scarnificando il gruppo canzone dopo canzone fino a Lullaby, una ninna nanna cantata solo con l’ausilio del piano di Roberto Risorto e del basso arpeggiato di Alessio Iorio. L’armonica di Paolo Chiaia è stata coprotagonista di alcuni dei brani in scaletta a gruppo ridotto.
L’altalena termina con la ricomposizione del gruppo con tutti i musicisti al loro posto pronti alla chiusura che dopo Oh God (Om), primo singolo e preghiera che Elisa non può non dedicare ad uno dei suoi angeli, la dolcissima nonna. Dopo l’esecuzione del brano il cui video ha raggiunto più di 10.000 visualizzazioni sul tubo, il pubblico entusiasto* si è messo in piedi a battere le mani al ritmo del cuore di Sister Brown.

Yrros, che non è altro che un viaggio arrivato dopo un lungo percorso fatto di tante esperienze, dal gospel alle collaborazioni con tanti artisti, è la fotografia di un’ anima e delle energie che quest’anima riesce ad attrarre e alimentare.

 

* articolo attenzionato da Treccani.it in data 15/07/2019 che ha segnalato l’errore (link)

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