Mille sfumature di Guido Catalano a Torino – Il foto racconto

Parole di Michela Guerrera
Foto di Roberta Logiudice

Riguardo le foto della scorsa serata, scattate dalla mia amica Roberta, e vedo un Guido Catalano passare da poeta a direttore d’orchestra.
Noi, il pubblico: i suoi musicisti. Ridiamo, ci rammarichiamo, sorridiamo, sospiriamo, applaudiamo (e fischiettiamo) quando vuole lui.
Le sue poesie, la bacchetta.
Con esse veicola i nostri stati d’animo, le note.

Avevo già visto Guido qualche anno fa all’Hiroshima Mon Amour di Torino ed ero tornata a casa col cuore ricco. Come spesso mi accade, però, l’altra sera avevo paura che una seconda esibizione mi avrebbe trasmesso meno emozioni, mi sarebbe forse sembrata più scontata della precedente. Con un po’ di timore ma tanta curiosità dentro di me, il 17 dicembre sono andata al reading di Guido Catalano al Teatro della Lavanderia a Vapore di Collegno – Torino– per il suo Le 4 Città Tour.


A distanza di anni sono stata travolta dall’evoluzione dell’artista, che comunque già in passato mi aveva colpito per il suo carisma. Ho assistito a un poeta più naturale e presente, che mi ha donato emozioni altre, ma non meno intense. I miei timori erano infondati e scoprirlo è stata la sorpresa migliore della serata.
Ironico e autoironico, innamorato, arrabbiato, triste, sexy, malinconico, felice, comico, tutto. Con il suo linguaggio scurrile quando necessario, i suoi intermezzi esilaranti, la varietà delle poesie e il suo palese sex appeal, Catalano si mostra in tutte le sue forme, rendendo giustizia a tutti i vissuti e i sentimenti che un uomo può provare, dai più scontati ai più nascosti, tradotti in parole. Mille sfumature di Guido, Mister Grey ha solo da imparare.

Alla fine della performance mi giro verso Roberta, che ho trascinato al reading con me, e le chiedo al brucio:
“Voto?”
“Dieci”
Non ha avuto neanche un secondo di esitazione.

Guido, un ultimo pensiero per te, voglio dirtelo da quando ti ho sentito leggere Fuor di metafora: io credo di sapere chi sia la Margherita del Cocciantone. Me lo ha rivelato mio padre annissimi fa, io ci ho creduto. Ma fidati quando ti dico che per mantenere viva la magia che ruota intorno a Margherita, non vuoi che io ti sveli questo segreto.

Fuor di metafora

volevo salir su
su nel cielo su
pigliarti una stella
come diceva il Cocciantone
volevo fare in modo, come diceva il Cocciantone
che tu al risveglio non mi potessi più scordare

cazzo, il Cocciantone
parlava al sole alla luna
faceva un sacco di cose per lei
faceva delle robe pazzesche per lei
colorava i muri
costruiva silenzi
secchiate di vernice dappertutto
svegliava tutti gli amanti
faceva un sacco di robe il Cocciantone
non ho capito perchè svegliava tutti gli amanti
che tra l’altro dormivano gli amanti

ma tutto il resto è grandioso
correva
ballava
gioia, amore
secchi di vernice
fiori
primavera dappertutto

allora mi son detto
beh alcune cose ce la posso fare
altre no
salire su nel cielo e pigliarti una stella
sarebbe grandioso

cioè, io se fossi margherita
se uno mi scrive una canzone così
io sbiello
giuro sbiello
poi non so se margherita esiste
sia mai esistita
ma margherita
tu sei una delle ragazze più fortunate al mondo
spero tu te ne sia resa conto ai tempi di margherita
margherita

una stella è una palla di fuoco e gas, Cocciantone
una stella è una roba spaventosa
praticamente una stella è una bomba atomica perenne
noi la vediamo come un puntolino luminoso tremolante
ma non puoi, non puoi, ti giuro
andare su nel cielo
andare su nel cielo puoi
ma prenderle una stella no
è pericolosissimo
è pericolosissimo
stai pronta
prima sentirai un gran vento
poi vedrai una gran luce
poi ti poserò un gran bacio sulle labbra
infine
saremo nucleosintetizzati in un’ orgia di fuoco atomico
di corpi
di me
dentro
di te

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