A cura di Marlene Chiti
L’avreste mai associata la parola pogo ad un concerto di Giovanni Truppi?
Io no
Sbagliavo.
Ma andiamo con ordine.
Truppi ha di fresco pubblicato un nuovo album dal seducente titolo Poesia e Civiltà, il primo con una major, un lavoro musicalmente monocolore rispetto al passato, con una preponderanza del piano e inserti elettronici, stratificato e tematicamente spesso, non immediato, privo dei momenti di leggerezza presenti nei lavori precedenti e bisognoso di qualche ascolto per penetrare e insediarsi, stabilmente, in testa.
Chi scrive ha negli anni scorsi più volte già incrociato live questo cantautore, sempre a Pisa e sempre in contesti intimi, da solo o accompagnato da uno due o elementi, addirittura in situazioni totalmente non elettrificate, come il Senza Filo Music Contest del Cantiere San Bernardo.
Data la natura riflessiva di questo Poesia e Civiltà, mi sarei aspettata un live sulla falsariga di quelli cui avevo già assistito ma l’affollato allestimento del palco del Lumiere, batteria, piano, chitarre, tastiere, effetti, fa da subito presagire qualcosa di diverso: sono in sei a salire sul palco, Giovanni si presenta accompagnato da una band di cinque elementi.
Sorpresa.
Senza perdersi in convenevoli, attacca il concerto eseguendo L’unica oltre l’amore, il singolo che ha anticipato l’album, seguita da Borghesia, dall’ottima Conoscersi in una situazione di difficoltà, Quando ridi e I miei primi sei mesi da rockstar. Un inizio fulminante; Truppi si alterna fra chitarra e piano, gli inserimenti degli ottimi Daniele Fiaschi alla chitarra e Paolo Mongardi alla batteria contribuiscono a dare corpo a questi nuovi pezzi. Le elezioni politiche del 2018, se non presti tanta attenzione alle parole, pare una canzoncina allegra, per smuovere il sedere, come Mia, mentre Adamo scorre via un po’ più anonima.
Intanto un folto capannello di fan sottopalco ha già cominciato a farsi sentire, conoscono i pezzi del nuovo disco, li cantano, invitano Truppi a parlare, lui non lo fa. Il mondo è come te lo metti in testa scatena entusiasmi, una versione chitarrona e quasi distorta di Stai andando bene Giovanni fa saltare mezzo Lumiere, l’altra metà osserva un po’ stranita e io comincio a temere d’aver sbagliato a non rispettare per pigrizia la stretta regola personale “no occhiali ai concerti”. Lettera a Papa Francesco I strappa applausi a scroscio ma è sulla successiva Ti voglio bene Sabino che parte, ormai non così inatteso, un pogo abbastanza energico. In questo clima festoso, Superman, Amici nello spazio e I Pirati ci conducono verso la fine della prima parte del set, chiuso da Ragazzi.
Il bis è aperto da Ancient Society, forse il pezzo meno impattante dell’intero concerto, seguito invece da una bella esecuzione di Due Segreti; Nessuno e Tutto l’universo chiudono degnamente questa bella serata di musica.
Nel complesso un live piacevolmente sorprendente, energico, sostenuto da una band e da degli arrangiamenti che sono capaci di portare valore aggiunto a canzoni che nascono già belle, rimarchevole soprattutto il contributo alla chitarra del già nominato Daniele Fiaschi.
Pezzi migliori della serata, direttamente dalla bella sequenza iniziale, Conoscersi in una situazione di difficoltà, immediato colpo al cuore, e I miei primi sei mesi da rockstar, che mi aspetto conquisti un posto fisso nelle scalette future anche oltre il tour promozionale di Poesia e Civiltà.
17/04
Milano
Santeria Social Club
19/04
Sant’Egidio alla Vibrata
Dejavu Drinkandfood
20/04
Prato
Capanno Blackout
9/05
Torino
Hiroshima Mon Amour
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