Auguri Signor G.! Milano per Gaber: Paolo Conte e Coma Cose primi ospiti della rassegna

A cura di Gloria Diana Valnegri


Per l’ anniversario degli 80 anni di Giorgio Gaber la fondazione che porta il suo nome ha creato Milano per Gaber, un programma ricco di eventi tutti dedicati con ospiti del calibro di Paolo Conte, Cesare Cremonini, Elio,  per fare poi incontrare ancora una volta la musica Indie in questa edizione Coma Cose e Willie Peyote.
Ad aprire la rassegna è Conte, che entra in scena venerdì 26 Aprile al Teatro Streheler tenendo stretti un paio di occhiali da sole che indosserà quasi interamente durante l’incontro con Massimo Bernadini con cui scambia battute e racconta aneddoti della sua prestigiosa carriera.


La prima domanda di Bernadini recita “Cosa dice Paolo di sè?” lui risponde con un  “Me lo chiedi a me?”


Ci si scioglie tutti in un sorriso e l’atmosfera prende subito una piega rilassata, partendo anche da spunti Gaberiani e con tanto di video ci si lascia trasportare dentro il mondo di Conte che non manca di sottolineare l’importanza della canzone popolare italiana partendo proprio dagli anni 20 o 30 da autori come Giovanni Danzi per poi arrivare con un bagaglio ricco e poter comprendere meglio la canzone popolare italiana degli anni 50 e 60.
Emozionanti le proiezioni video dove il Signor G. duetta con Mina o Jannaccci. Ah! Che nostalgia!

Ci spostiamo al Teatro Studio Melato per il secondo incontro che viene condotto da Lorenzo Luporini, nipote di Gaber che di fatto è il futuro e il presente della fondazione. Apre l’incontro con una palpabile emozione nella voce che a me personalmente commuove parecchio. Fanno il loro ingresso i Coma Cose. Non manca l’ironia nel raccontarci la loro avventura discografica, sottolineando l’importanza di milano nella loro musica e deliziandoci con una sorpresa finale dove sulla moquette del teatro ci cantano tre pezzi di cui uno la cover  di “Destra – Sinistra” del nostro Signor G. che come nessun altro ha saputo raccontarci Milano e non solo, regalandoci un senso di appartenenza perché se “l’appartenenza è avere gli altri dentro sè” Caro Giorgio, tu dentro di me ci sarai per sempre.

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