Parole a cura di Pietro Barbieri
Foto a cura di Romina Zago
Giovedì 15 Agosto 2019
Circolo Festambiente Legambiente Loc. E.N.A.O.L.I. Rispescia, Grosseto
Il sole inizia a scomparire dietro ai cipressi di E.N.A.O.L.I., il centro Nazionale per lo Sviluppo sostenibile da anni cornice di Festambiente. E mentre tramonta si accendono le luci del palco, dove a breve si esibiranno Giorgio Canali & Rossofuoco in apertura e le star della serata: The Zen Circus!
Il pubblico è in trepidazione, c’è chi fuma l’ennesima sigaretta e chi mangia il rancio procuratosi in precedenza nell’attesa dell’inizio del concerto che, per chi è in prima fila dura ormai da diverse ore.
22:30, il consueto quarto d’ora accademico è ormai finito e Giorgio Canali guadagna il palco. Con il suo particolare umorismo invita chi già lo sprona a iniziare ad “andare ai servizi”.
Inizia con Nuvole senza Messico e il suo sound si scatena, con la solita violenza che scaturisce dalle sonorità punk/noise imbrigliate da un’autorialità tra le più valide nel panorama contemporaneo italiano e così continua, suonandoci perlopiù brani dal suo ultimo disco edito nel 2018 Undici canzoni di merda con la pioggia dentro.
Sono ormai le 23:30 e mentre questo ferragosto volge al termine salgono sul palco The Zen Circus, reduci dalla 69° edizione del Festival di Sanremo e in pieno CANTA CHE TI PASSA TOUR del quale questa sarà l’unica data toscana.
La piazza è gremita, tra le file si notano tanti ragazzi, giovanissimi ma anche molti adulti, a confermare la loro capacità di superare le barriere generazionali.
Partenza con La terza guerra mondiale, che dà il nome al disco omonimo del 2016 e subito emerge la caratteristica commistione tra canzone italiana e rock alternativo. Continuando a mettere da parte le affezionate sonorità folk si prosegue con Catene, primo singolo de Il fuoco in una stanza ultimo disco composto interamente da brani inediti.
E tra pezzi più o meno cult non poteva mancare Canta che ti passa, l’ultimo singolo che dà il nome al tour, inno al malessere della competizione contemporanea.
Su Ragazzo eroe poi assistiamo al virtuosismo di Karim Qqru, al secolo Gian Paolo Cuccuru, il batterista che armato della sua washboard si lascia andare alla fisicità di una performance che lo porta a scendere dal palco.
Poco dopo è Andrea Appino, frontman del gruppo, che durante l’esecuzione di Figlio di puttana scorge uno striscione recante la scritta GEOMETRA, soprannome di Fabrizio Pagni il tastierista che ormai accompagna The Zen da tempo, e recuperato lo posiziona davanti alla tastiera.
Proseguono con L’egoista, a mio parere eseguita magistralmente, e altri due pezzi prima di concludere il concerto lasciando il palco e abbandonando gli strumenti a risuonare, per poi imbracciarli ancora e concedersi a tre bis, partendo con un pezzo tutt’altro che da chiusura L’anima non conta.
Scaletta Concerto
Giorgio Canali & Rossofuoco:
22:30
Nuvole senza Messico
Piove, finalmente piove
Emilia parallela
Messaggi a nessuno
Fuochi supplementari
Mostri sotto il letto
Ci sarà
Radioattività
Carmagnola #3
Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
The Zen Circus:
23:30
La terza guerra mondiale
Catene
Vent’anni
Non voglio ballare
Il fuoco in una stanza
Andate tutti affanculo
Ilenia
La teoria delle stringhe
Pisa merda
I qualunquisti
Canta che ti passa
Ragazzo eroe
Ragazza eroina
Figlio di puttana
L’egoista
L’amore è una dittatura
Nati per subire
Bis:
L’anima non conta
Fino a spaccarti due o tre denti
Viva
di +o- POP