A cura di Paolo Cunico
Malæducaty
Tracklist
- Basta poesia!
- Poesia quantica
- Onigiri
- Res ort
- Vegan* stammi vicin*
- Stallo alla messican*
- Innocuo
- Le sigarette
- Lingua memese
- Fascia d’età
- Cambia domanda
- Revisionare l’amore
- Fate il ladro fate l’estetica
- Digei graff
- L’archetipo dell’imballabile
- Grazyae
- La macchina del tempo libero
Autoprodotto, autopubblicato, autostampato, ennesima autonoma affermazione di libertà artistica totale, oppure no? Questo è Malæducaty, il nuovo disco degli Uochi Toki. Un album libero che parla di prigionia oppure il lavoro di due artisti imprigionati che bramano libertà?
Il gioco di parole non è solo una becera imitazione dello stile della band ma vuole essere il tramite per una riflessione. Per stessa ammissione del duo piemontese Malæducaty è un disco più improntato verso la sintesi, dove gli argomenti cambiano con rapidità concatenandosi però l’un l’altro, senza mai arrivare alla catastrofe o al lieto fine: “come lo zaino che si prepara in fretta quando si sta scappando dagli inseguitori o quando ci si sta preparando ad inseguire qualcuno” (cit.).
È questo gioco di equilibri ad essere il vero filo conduttore del disco, perché alla fine anche gli Uochi Toki, si rendono conto di essere immersi nella stessa quotidianità che vediamo con i nostri occhi ogni giorno, dove si sbraita da una parte e si ammicca dall’altra, ci si imbestialisce pur di mostrare di avere un’opinione (spesso solo virtualmente), ma alla fine non si agisce mai non si arriva mai alla catastrofe o al lieto fine. Emblematico è il testo di Vegan* stammi vicin*, dove emerge la frustrazione per la persecuzione del politicamente corretto di facciata, quello che porta solo a polemiche vuote e sterili.
Allora mi chiedo, basta mettere in evidenza le sfacettature di incoerenza nella società per esserne immuni? È sufficiente avere un mezzo d’espressione così ruvido e fuori dall’ordinario come quello degli Uochi Toki per essere più liberi della media degli altri individui, oppure si rischia di essere prigionieri della propria forma d’arte?
La verità è che se non avessi ascoltato Malæducaty, non mi sarei posto queste domande, non avrei fatto questi ragionamenti e non avrei scritto questo articolo. La verità è che liberi o imprigionati che siano, gli Uochi Toki sono dinamite per il cervello: parola dopo parola stimolano la riflessione, la creatività, il pensiero alternativo. Anche con Malæducaty Napo e Rico creano e distruggono immagini nella mente di chi ascolta, al solo prezzo di una moneta così semplice eppure incredibilmente rara nella nostra attualità: la riflessione.
Gli Uochi Toki si confermano per l’ennesima volta degli artisti da ascoltare, non da senitre. Musica che richiede uno sforzo per essere apprezzata, altrimenti può risultare oltremodo ruvida, quasi sgradevole. Un lavoro senza compromessi, che può affascinare e sconcertare allo stesso momento, ma che sicuramente non lascia indifferenti.
Trovate tutte le prossime date degli Uochi Toki qui.
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.