[Intervista] Nell’attesa del prossimo Tormentone di Scarda

© Marta Tosto

 

A cura di Gloria Diana Valnegri

 

Abbiamo fatto un po’ di chiacchiere con Scarda in occasione della chiusura del suo “Tormentone Tour” che ha avuto un gran bel riscontro tra i palchi della nostra bella Italia e per farci snocciolare qualche chicca sul suo prossimo lavoro discografico di cui siamo molto curiosi. 

© Marta Tosto

Siamo alla fine del Tormentone tour, la realtà ha superato le aspettative?

Ti dirò la verità, mi aspettavo più o meno questo perché prima che uscisse Tormentone a me sembrava avesse del potenziale come disco ed effettivamente l’ha avuto, piano piano in questi mesi c’è stata una sua evoluzione, era quello che mi aspettavo a livello di pubblico e di attenzione, posso dire che si, ha rispettato le aspettative per quanto mi riguarda. 

La data di milano è stata sold out il che ci pare proprio una bella cosa, raccontaci com’è andata la serata. 

Sono salito sul palco un po’ emozionato nonostante quella sera non ci fosse la preoccupazione “speriamo venga un po’ di gente”, però questo al posto che farmi stare tranquillo mi ha fatto sentire responsabilità in più visto che tutta sta gente vuole venire al concerto e quindi bisogna dare un buon spettacolo perché se ne deve andare pensando di aver speso bene i loro soldi. Quindi ho cercato di fare un live più professionale possibile; devo dire che dopo le prime 4 o 5 canzoni la tensione è scesa ed è diventata una situazione amichevole. La serata è andata bene, dall’inizio alla fine le canzoni erano tutte molto cantate. Mi ha fatto molto piacere perché mi piace rimanere in un tipo di cantautorato più pop e questo mi fa capire che lo è anche per il pubblico, che insomma il mio non è un cantautorato pesante. 

Noi immaginiamo che tra poco ti chiuderai in studio per dare alla luce un nuovo disco, è già stato scritto, o ti metterai ora al lavoro? 

Si, è già stato scritto, ma questo non significa che non arrivino altre canzoni perché anche oggi stavo scrivendo nuove cose, anche se in realtà ho già in mente quali saranno quelle su cui lavorare.

L’amore è i rapporti sono una costante nelle tue canzoni, le troveremo anche nel prossimo? 

Si, non sarà analizzato solo l’amore che fa sta male come al solito, come quando ci si lascia; ma anche l’altra faccia della medaglia come lo stare bene assieme. Ci saranno anche canzoni più positive, credo un paio. (ehehehe!) 

Ti definiresti più indie o più pop? 

Mi definirei più pop anche se devo dire che oggi l’indice è il nuovo pop come dicono in molti. La parola indie nel corso del tempo ha assunto vari significati e credo che oggi una cosa sia rimasta, cioè che tutti quelli che riempiono oggi i palazzetti hanno iniziato dal basso e non sono stati sparati dall’alto, partendo dai club e lì ci si sporca molto le mani perché è una cosa molto faticosa e poco remunerativa. Ciò che rimane in comune a tutti questi cantanti indie è che è tutta gente che si è sporcata le mani. 

Cosa ti è rimasto dopo questo anno di live, di km, di visi incontrati su e giù per la penisola?

Sicuramente un fegato meno sano di prima ( e si scoppia a ridere! )  ma a parte quello rimarranno i rapporti che si sono creati tra me e i musicisti, il fonico, il management in tutto questo percorso di persone conosciute prima e dopo i concerti, mi rimarrà sicuramente tutto questo affetto intercorso tra noi e che spero continui nel tempo. Mi porto dentro un grande affetto, ecco. 

Durante la stesura di queste nuove canzoni hai avuto qualche ascolto che ti ha ispirato? 

Faccio sempre molta fatica a rispondere a domande dove devo elencare una serie di cose, ma cercherò di recuperare qualcosa random. Ho ascoltato molto Battiato che comunque rimane un ascolto storico per me, ma in verità non ci sono stati ascolti che mi hanno ispirato più di altri. Però posso dirti che vengo ispirato più dalle letture, o guardandomi in giro, sull’autobus o sulla strada. 

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