[Live Report] TOdays FESTIVAL: Wilco, Warhaus, Les Savy Fav, King Hannah incendiano la prima serata

L’ultimo fine settimana di Agosto è spesso amaro da digerire, mette infatti fine alle ferie e alle vacanze che mai come in questi ultimi tempi sono diventate così difficili e contraddittorie.

Dopo anni bui e di isolamento, infatti, c’è voglia di farsi prendere da una frenesia collettiva non sempre facile da reggere, da una strana necessità di divertimento a tutti i costi. Abbozzare sorrisi, mettersi in autostrada per un viaggio torrido e asfissiante, consapevoli che le aspettative a volte superano la realtà.

E per chi ama la musica e i concerti dal vivo quest’anno c’è stato tanto, anche troppo, non sempre adatto a tutti i portafogli, in un’estate bulimica in cui scegliere è stato difficile.

 

TODAYS FESTIVALTorino, 25/08/2023

 

Ma io sono andata a colpo sicuro: nonostante le 13 ore di macchina, le lunghe code, il sudore, il caldo record, quando si sono aperte le porte del Todays Festival tutto questo è stato cancellato. In due giorni ho visto suonare otto band diverse che sono riuscite tutte a conquistarmi anche se in maniera diversa. Ogni cosa è stato curata nei minimi particolari così che non solo gli headliner, che già il pubblico conosce bene, ma anche tutti gli altri (alcuni sono stati per me delle scoperte molto interessanti) hanno lasciato un segno importante in ciascuna delle due serate musicali.

Tutto ciò non è per niente scontato, in un sistema, quello dei Festival, in cui, soprattutto nel pomeriggio, gli artisti vengono messi lì solo per riempire la scaletta e far trascorrere il tempo al pubblico che aspetta le esibizioni serali.
Il Todays vince dunque per la qualità e la varietà delle proposte musicali.

Ma andiamo con ordine…

 

KING HANNAH

 

Conoscevo già il duo di Liverpool, il loro album “I’m not sorry, I was just being me” fa parte dei miei ascolti da un po’ di tempo a questa parte, mi trascina in un mondo distorto, sognante e psichedelico. Dal vivo l’unica pecca è stata quella di averli fatti suonare in apertura del Festival, quando le temperature ancora troppo alte scoraggiano i più ad avvicinarsi al palco. Nonostante ciò ai King Hannah basta poco per lasciare un segno indelebile: una voce profonda che talvolta diventa sussurro, altre volte stride verso traiettorie malinconiche, un suono capace di proiettare la mente in un mondo onirico che sa di anni ’90 senza il sapore dolciastro della nostalgia. Ci si ritrova dopo una manciata di brani, immersi in atmosfere sinuose e rarefatte, coi battiti del cuore rallentati, immersi in un’onda blues dolente, calda e fumosa.

Salutiamo i King Hannah e ci avviciniamo all’area food, cercando di riuscire, facendo meno fila possibile, ad accaparrarci una birra o un panino (l’acqua, necessaria visto il gran caldo, è quella gratuita delle fontanelle).
Non sono abituata alla precisione e alla puntualità: resto stupita e felice, pochi minuti ed è nuovamente tempo di musica.

 

LES SAVY FAV

Ci spostiamo in America, in un mondo folle, fatto di post punk e hardcore: è il momento dei Les Savy Fav. Sicuramente non manca loro la capacità di fare spettacolo, grazie ad un frontman tanto fuori di testa quanto istrionico: Tim Harrington passa più tempo scappando da un parte all’altra in mezzo al pubblico che sul palco. Si fa fatica a seguire le sue traiettorie finché, ad un certo punto, lo si ritrova vestito solo con delle terribili mutande rosa fluo. Il live non perde mai di intensità grazie ad una band solida e granitica alle spalle, ma l’attenzione è tutta su di lui, grosso, pazzo, divertentissimo, che ad un certo punto abbraccia un ragazzo tra il pubblico strofinando la sua barba folta, tinta di arancione, sulla maglietta del malcapitato, macchiandola completamente e trasformando la sua t-shirt bianca in un pezzo unico, collezione estate 23 by Les Savy Fav.

 

WARHAUS

Qualche minuto e arriva il momento di Warhaus che, colpevolmente, non conoscevo fino a pochi giorni prima del live. Warhaus è il progetto solista di Maarten Devoldere, musicista belga, cantante e chitarrista dei Balthazar.  L’ultimo disco, scritto a Palermo dopo una devastante rottura amorosa, possiede tutti gli ingredienti per colpire dritto al cuore: malinconia, dolcezza, romanticismo.  Ma è dal vivo che Warhaus dà tutto se stesso, accompagnato da una band strepitosa, che arricchisce i suoni con archi, fiati, cori, rendendo la musica un insieme di energia magnetica, elegante ed ammaliante. Warhaus ci fa rivivere le nostre storie d’amore, le difficoltà che affrontiamo nei rapporti di coppia, gli struggimenti interiori. Trasportato da un’emozione sincera, Maarten Devoldere riesce a coinvolgere il pubblico che risponde con passione ed entusiasmo.

 

WILCO

Dopo aver attraversato le peripezie contorte delle nostre vite sentimentali coi Warhaus, ci sentiamo pronti ad ascoltare il gruppo più atteso della serata: è arrivato il momento dei Wilco. Ci aspetta un viaggio lungo tra le terre americane, il folk, il country, il rock.

I Wilco impreziosiscono una serata unica: il loro stile è inconfondibile, così legato all’America, alla tradizione, alla polvere del blues e all’odore delle campagne, alla desolazione di alcuni luoghi, al freddo dell’inverno di Chicago. Allo stesso tempo, soprattutto in veste live, sono eclettici, virtuosi, avanguardisti, capaci di creare elettricità con continui sali e scendi di chitarre da far girare la testa ad un pubblico numeroso e variegato. Sono circondata da ragazzini che conoscono a memoria i brani più famosi della band e dalle urla liberatorie di tipi attempati, da tanti  stranieri arrivati da chissà dove pur di assistere allo spettacolo e anche da famiglie con bambini piccoli.

I Wilco appaiono maestosi e granitici, così fortemente legati alla terra ma anche capaci di fare vagare altrove la mente di chi li ascolta, trasportando il pubblico in luoghi lontani, talvolta in terre sicure e calme, altre in posti nevrotici ed elettrici. Dal vivo c’è un album nuovo, uscito nel 2022, da presentare, che non sfigura affatto vicino ai grandi successi che hanno costruito la fama della band. Dai percorsi ormai stabili, sicuri, cementificati in quarant’anni di carriera, alla voglia di mettersi sempre in gioco consapevoli della capacità artistica di musicisti già entrati nella storia del rock. Una musica solida come una roccia, fatta di virtuosismi spavaldi ma mai spacconi, dalla perfezione stilistica che non risulta mai fredda e distaccata, questi sono alcuni dei segreti della musica dei Wilco.
Il fatto che sia stato anche il compleanno di Jeff Tweedy proprio la sera del concerto, e che il pubblico abbia intonato un festoso tanti auguri a te al cantante, è stata solo la ciliegina sulla torta di una serata speciale all’insegna della buona musica.