
Il 27 dicembre abbiamo partecipato alla “XMas Hardcore Night” organizzata da M.A.D. Productions ancora una volta insieme a Oblio.
Alle 22:30 circa salgono sul palco dell’ Auditorium popolare Cosenza i cosentini Gilda’s Ouverture e inizia la festa.
I Gilda’s si sono formati nei primi anni 90 e sono stati attivi nella scena locale per i successivi quattro anni. Da qualche anno si sono riformati e stasera, per la prima volta in Auditorium, ci ricordano, in ottima forma e senza risparmiarsi, che il rock’n’roll non si faceva per forza meglio quando gli anni pesavano di meno. I pezzi dell’omonimo nuovo disco “Gilda’s Ouverture” si snodano uno dopo l’altro con più potenza e più metallo di quanto ci aspettassimo, “un metal misto all’hardcore” suggerisce qualcuno. Finito il live stringo la mano al chitarrista Raffaele che mi spiega: “All’inizio i Gilda’s erano sicuramente più punk, poi mi hanno chiamato a bordo e abbiamo riarrangiato vecchi pezzi in chiave più pesante”. Dei musicisti di rilievo si riconoscono anche dalla capacità di reinventare e reinventarsi. Pezzi come “Nobody’s fault” e “Paura e immaginazione” sono una bella scelta per preparare gli animi all’esuberanza dei Quasi Buio.
Composti da volti già noti della scena punk romana, cresciuti a pane e hardcore, i Quasi Buio si palesano alle 23:30 e per prima cosa Francesco, il cantante, spinge via le transenne che lo separano dal pubblico iniziando un set tutto trascinante con annesso l’inevitabile pogo sottopalco.“Spero che siete venuti già intrattenuti perchè noi non facciamo intrattenimento”, dice. L’umore è alto, i gomiti pure. La loro scaletta gira attorno al disco “L’ora blu”, fatta eccezione per “Questa è la realtà”, “Rinforzo negativo” e “Quanto basta”. Menzione speciale alla suggestiva “Viale della primavera” dedicata “all’amico Attilio che non c’è più con cui abbiamo suonato un paio d’anni fa in Calabria”.
È il turno dei LLeroy, trio bolognese il cui repertorio di stasera è disseminato lungo diversi dischi in più di un decennio: da “Soma” ascoltiamo “Ultimi sintomi”, da “Dissipatio HC” ascoltiamo “Mr Babau”, “Hallux valgus” e “Dario VS resto del mondo”, dall’ultimo LP del 2022 “Nodi” ascoltiamo “Cane maggiore”, “Il tramontabile”, “Gap”. I LLeroy si fanno apprezzare per il loro sound distorto misto di noise rock e grunge. Difficile per gli appassionati dello spirito rabbioso anni 90 non annuire con il collo nel tipico gesto dell’headbanging e non pensare ai Nirvana, in certi frangenti soprattutto a quelli del santuario punk “Incesticide”.
All’una e mezza cominciano a esibirsi i Jackson Pollock. Nonostante qualche pecca audio sottopalco, il duo ci regala un live esplosivo. Istintivi (e verrebbe da dire anche casuali) esattamente come il Pollock di cui portano il nome, quando suonano non sembrano seguire schemi ma solo qualche flusso interiore. Il risultato è un vero e proprio “dripping” di lo-fi e garage. Emily alla batteria e Davide alla chitarra per certi versi sono incomprensibili, per godersi la loro performance probabilmente bisogna non farsi troppe domande, lasciare fuori tutto il resto, farsi travolgere da quanto hanno da suscitarci questi due che, quando suonano uno di fronte all’altro, sembrano essere in dieci.

di +o- POP