Le lettere d’amore di Giorgio Poi

Tracklist

1. Patatrac
2. L’abbronzatura
3. Niente di strano
4. Tubature
5. Paracadute
6. Acqua minerale
7. Le foto non me le fai mai
8. Doppio nodo
9. Fa niente

Uscito il 10 febbraio per Bomba Dischi/Universal, Fa Niente, esordio discografico solista di Giorgio Poi è un dipinto colorato e malinconico dello stivale. Il disco è nato da un processo nostalgico verso il belpaese, verso la nostra cultura, il nostro modo di vivere e di affrontare la quotidianità. Una nostalgia idealizzata che mette da parte per un attimo gli aspetti più cupi e problematici della società italiana, soffermandosi sulla spensieratezza, le bellezza e la dolcezza di un modo di vivere di cui forse ci stiamo un po’ dimenticando.

Fa Niente è un disco giocoso ed affettuoso, dove le sonorità pop-rock psichedeliche fanno riaffiorare alla mente la musica italiana degli anni ’70 in una danza che spazia da Lucio Battisti ad Alan Sorrenti senza mai rinunciare al contributo personale dell’artista.
Non pensate assolutamente che questo sia un disco che scopiazza qua e là dal bagaglio storico-musicale italiano: è un disco originale che sa sprigionare quella sincera nostalgia per un paese che sta un pò perdendo la sua identità bonaria e cordiale.

Questo disco porta la mente ad un’Italia lontana: un’immagine formata da aneddoti, vecchi film e foto in bianco e nero. Mi fa pensare a quel paese che faceva cantare Bowie in italiano, quel luogo dalle estati vissute con leggerezza e dagli inverni dove le nevicate non sfociavano in tragedia. Ma soprattutto ad un’Italia che si voleva bene e che sorrideva in barba a tutte le difficoltà.

Sono immagini con cui molti connazionali all’estero hanno a che fare quando si confrontano con la visione stereotipata dell’Italia di una volta: tutta vino e giri in vespa fra mare e colline. Ma la cosa strana è che noi, per questioni anagrafiche, questa visione la conosciamo solo in maniera indiretta: non è uno stereotipo, è un desiderio. Idealizziamo questi aspetti del nostro paese perché vorremmo tanto viverli in prima persona, vorremmo effettivamente vivere quelle storie mirabolanti che ci hanno raccontato fin da bambini.

Il titolo del disco è bugiardo, perché in realtà quest’album fa molto più che niente: riesce infatti, grazie alle parole scanzonate ed alle musiche allegre e leggere, a portarmi indietro nel tempo, in un Italia diversa. Un paese meno asfissiato dalle preoccupazioni, un pò come nel viaggio da Milano a Gallipoli di Tre Uomini ed una Gamba di Aldo, Giovanni Giacomo.

Probabilmente quest’album non mi porterà indietro fino a vedere una nevicata come quella dell’ottantacinque, ma mi farà sempre capire gli aspetti della nostra cultura che vanno preservati e tramandati. Bravo Giorgio Poi.

 

 

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.

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