{…}
Mi assalì una sensazione di vuoto che mi spinse a rannicchiare le gambe al petto, in un abbraccio solitario sul divano di casa mia, davanti alla finestra. Era una sera fredda, la pioggia batteva forte contro il vetro, rimbombando per tutta la stanza e quel ticchettio violento a frequenza stabile mi stimolava pensieri su pensieri.
Un gomitolo di nervi, un agglomerato di cavi elettrici.. mi sentivo esattamente così, come se una violentissima scossa mi avesse attraversato le carni bruciando tutto quello che mi rendeva più o meno viva, più o meno me.
Forse una spalla in quel momento mi sarebbe servita da supporto a quel buio omega che mi stava assalendo, trascinandomi nello sconforto.
Guardavo, oltre la finestra, un albero spoglio ondeggiare mosso dal vento e pensai che nell’ultimo periodo mi avevano scosso venti diversi in varie direzioni, facendomi perdere la bussola e danneggiando irrimediabilmente il mio, già scarso, senso dell’orientamento.
Guardavo, oltre la finestra, un albero spoglio ondeggiare mosso dal vento e pensai che nell’ultimo periodo mi avevano scosso venti diversi in varie direzioni, facendomi perdere la bussola e danneggiando irrimediabilmente il mio, già scarso, senso dell’orientamento.
Quanta pochezza aveva toccato il mio corpo, vanificando nel nulla quei barlumi di umanità che avevo gelosamente preservato, nonostante tutto.
A cosa era servito? A niente. Perché lo avevo fatto? Non lo sapevo.
Non sapevo più niente, sapevo solo cosa ero stata e cosa non ero più.
Ero sempre stata un caleidoscopio, avevo sempre guardato il mondo attraverso tante prospettive, cercando sempre di trovare quella migliore, il lato positivo.
Di quel caleidoscopio ormai era rimasto solo l’involucro rigido di cartone, un po’ smacchiato dal tempo, colorato da cromature spente, stanche, stanche almeno quanto il mio cervello che non risposava mai, stanche quanto gli alberi rinsecchiti e spogli che ondeggiavano di fronte.
Volevo alzarmi da quel maledetto divano bianco di pelle ma non ci riuscivo, annichilita in qualche ricordo che cercavo di rivivere con tutta me stessa con lucidità.
E sono di nuovo qui. Ma vaffanculo. {…}
Classe ’92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli.
Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po’.