Oggi svegliandomi ho realizzato che… Afterhours live @ Casa della musica (Na)

Setlist
Né pani né pesci
Qualche tipo di grandezza
Oggi
Il mio popolo si fa
Ballata per la mia piccola iena
La sottile linea bianca
San Miguel
Musa di nessuno
Non voglio ritrovare il tuo nome
Ti cambia il sapore
Cetuximab
Grande
Costruire per distruggere
La tempesta è in arrivo
Noi non faremo niente
Se io fossi il giudice
Folfiri o Folfox
Fra i non viventi vivremo noi
L’odore della giacca di mio padre

Encore:
Male di miele
La verità che ricordavo
Tutti gli uomini del presidente
Bye Bye Bombay

Encore 2:
Ophryx
Padania
La vedova bianca
Ci sono molti modi
Encore 3:
State Trooper (Bruce Springsteen cover)
Quello che non c’è

 

(C) Simona Luchini

 

Sono tanti anni ormai che seguo gli Afterhours ed è la prima volta che sono andata ad ascoltarli con sentimenti tanto contrastanti tra loro: se da una parte c’era la solita gioia e l’entusiasmo per una band che dal vivo spacca come poche, dall’altra era presente una sorta di diffidenza e di “snobismo” dato dalla sovraesposizione televisiva del leader maximo della band, Manuel Agnelli, che proprio non riesce ad andarmi giù…
Mi manca il mistero, l’attesa, la ritrosia caratteriale di Manuel che gli rendeva difficile mostrarsi ad un pubblico diverso rispetto a quello presente ai suoi live; non sapevo come avrei preso il fatto di non poter essere come tutte le volte dietro alle transenne, o quello di veder aprire il concerto da un ragazzo talentuoso, Biagioni, che però è emerso grazie ad un talent, X-Factor.

Voglio dunque raccontarvi come è andata a finire, se si è trattato di una storia a lieto fine oppure no.

Il 23 marzo sono andata a sentire il live degli Afterhours alla “Casa della musica”, una grossa struttura che si trova all’interno del Teatro Palapartenope di Napoli, che già prima dell’inizio del concerto, era gremita di gente di tutte le età. Come anticipato, il live è stato aperto da Andrea Biagioni.

(C) Simona Luchini

Il ragazzo, solo con la sua chitarra, in un palco che sembra davvero troppo grande per lui, viene però incoraggiato da un pubblico urlante e festoso. Andrea dimostra di essere un vero fuoriclasse, tira fuori una gran voce ben nota a chi l’ha visto in televisione, e una personalità già ben definita nonostante il difficile compito: quello di cantare prima di mostri sacri della scena rock italiana e di esibirsi in cover dei più grandi cantanti di tutti i tempi. Ne esce bene soprattutto quando intona la canzone presentata ad X-Factor: “Il mare dentro”. A fine concerto Agnelli e D’Erasmo lo rivogliono sul palco: accompagnerà il duo in una delle canzoni da sempre nel cuore del cantante degli Afterhours: “State Trooper” di Bruce Springsteen.

Il tour degli After nasce per riproporre il loro ultimo album “Folfiri o Folfox”, poco suonato la scorsa estate. Il titolo del disco prende spunto dal nome di due chemioterapici e tutto l’album affronta in maniera diretta e dura il tema difficile della malattia e della morte. Si parte da una vicenda personale, quella della morte del padre di Agnelli ma le canzoni, ancor di più nella veste live, sembrano rivolgersi direttamente ad ognuno di noi, parlano di sofferenza, mancanza, dolore pur dando spazio alla rinascita e alla rivincita. La sensibilità di ciascuno verso questi temi è diversa, anche tra la gente del pubblico di Napoli è così, tuttavia ci sono canzoni nell’album che non possono lasciare indifferenti per cui si nota in maniera chiara come il concerto sia quasi diviso in due parti distinte: pathos, emozione, sofferenza per i pezzi di “Folfiri o Folfox, energia, adrenalina, impeto in altri come nei “classici” della band: “Male di Miele”, “La verità che ricordavo”, “Ballata per la mia piccola iena”, “La vedova bianca”.

(C) Simona Luchini

(C) Simona Luchini

Già dai primi brani proposti la resistenza di cui parlavo all’inizio, la paura di non essere trasportata emotivamente come una volta da una band ormai “mainstream”, non c’è più: “Né pani né pesci”, “Qualche tipo di grandezza”, “Oggi”, “Il mio popolo si fa”, tutte tratte dall’ultimo album sono un colpo al cuore. I musicisti, sulla cui professionalità è inutile anche discutere, sono tutti carichi al massimo. Rob Dell’Era e Rod D’Erasmo, amiconi nella vita oltre che colleghi, sistemati nuovamente vicini sul palco, sono una macchina da guerra.

(C) Simona Luchini

Xabier Iriondo è più protagonista rispetto al passato, continuando ad essere il più teatrale della band grazie anche alle pose che assume durante lo spettacolo. I due ultimi innesti, Stefano Pilia e Fabio Rondanini hanno portato nuova linfa vitale alla band e una ritmica capace di stravolgere pezzi ormai rodati da un po’.

(C) Simona Luchini

(C) Simona Luchini

La scaletta prevede un nuovo ruolo protagonista dato ai brani tratti da “I Milanesi ammazzano il sabato”, forse uno degli album meno brillanti della band e sicuramente il meno proposto dal vivo, da cui vengono scelti due pezzi. Uno in particolare “Tutti gli uomini del presidente” cantato dall’inizio alla fine da Roberto è un vero e proprio attestato di fiducia da parte di Manuel, che mai, prima dell’arrivo del bassista, aveva fatto cantare una canzone degli After ad altri componenti della band. Ma Rob ha grossa personalità e un non so che di glam che mancava alla band e che Manuel ha saputo cogliere e apprezzare.

Grande impatto e commozione si ritrovano in “Grande” che affronta la malattia del padre di Manuel, “Padania” è una struggente ballata sempre gradita dal pubblico, “La tempesta in arrivo” una chicca inaspettata. Tuttavia i momenti in cui si raggiunge l’acme sono quelli in cui partono due delle canzoni ormai imprescindibili per i fan: “Bye Bye Bombay”, cantata alla fine del primo encore e “Quello che non c’è”, posto non a caso come pezzo di chiusura di un concerto monumentale, senza sbavature e insieme caldo ed emozionante.

Beh, dopo aver rivisto gli Afterhours dal vivo sono tornata a casa soddisfatta e sicura di una cosa: anche se continuo a pensare che la televisione abbia poco a che fare con Manuel Agnelli, ciò non intacca per niente la sua musica.

Gli Afterhours dal vivo restano una delle migliori band in Italia, e questo è ciò che conta davvero.

 

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