Ciao Chris: grazie di cuore

 

di Enzo Moretto (A Toys Orchestra)

A sedici anni negli anni novanta ad Agropoli, il paese dove sono nato e cresciuto, io e i miei amici volevamo essere tristi.. ci divertivamo da morire, ma volevamo, anzi dovevamo essere tristi. Pervasi da questo grigio malessere urbano, che in un paesino di mare baciato dal sole 11 mesi all’anno non so come provavamo. C’era questo vento potente di tristezza costruttiva che veniva da oltreoceano e ci aveva spettinato tutti. Letteralmente. Non c’era modo per essere più fichi, negli anni novanta, che essere degli adolescenti depressi con i capelli in disordine, i vestiti troppo larghi e una chitarra economica piena di adesivi.
Gli sfigati all’epoca erano i ricchi, i felici, quelli che vestivano le marche, si lavavano tutti i giorni e andavano bene a scuola. Noi no.. noi rubavamo i libri di Bukowski e ci scrivevamo col pennarello “Dio è Gay” sulle braccia, spacciavamo erba e ci sedevamo sempre a terra con i capelli unti davanti agli occhi. Un po’ giocavamo a fare i tossici e po’ lo eravamo per davvero.. un po’ ci atteggiavamo a musicisti, un po’ lo diventammo per davvero.
Era tutto troppo facile nei novanta. I nostri idoli non avevano più capelli cotonati, niente trucco né tacchi alti. Avevano le facce identiche alle nostre, vestivano con abiti che trovavamo negli armadi dei nostri padri, avevano brutte capigliature fai da te e suonavano quattro accordi tutti in minore, talvolta anche male.. proprio come noi! Tutti. Tranne i Soundgarden.. loro no. Loro suonavano fottutamente bene, e Chris Cornell cantava anche meglio.. Erano strafottutamente potenti e con delle grandissime canzoni che ti torcevano le budella.
Ecco.. questo mi ricordo dei Soundgarden, che furono l’inghippo a tutta la pacchia. I Soundgarden furono il primo ostacolo della mia carriera da musicista.. impossibili da coverizzare senza apparire ridicoli. Impossibili da cantare. Eppure cazzo, avevano le nostre stesse facce.. i vestiti.. i capelli.
I Soundgarden me li fece conoscere Raffaele, mio bassista all’epoca e mio bassista ancora oggi. Comprò la cassetta di Superunknow di ritorno dalla visita militare a Taranto. Riformato per uso di sostanze stupefacenti. Passammo intere giornate ad ascoltarli, cercando di tirar giù gli accordi, di imparare i tempi dispari, le accordature e i testi.. il cantato…. no, quello era inutile provarci.
Bene, questo per dire che i Soundgarden furono il mio primo sprono ad andare oltre il semplice atteggiamento, per provare a fare qualcosa di più. Quel qualcosa di più non solo fine a se stesso. A cercare il passo oltre.
Vent’anni abbondanti più tardi glie ne sono ancora infinitamente grato. Ciao Chris. Grazie di cuore.
Enzo

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