PAOLO TOPA (Il Vuoto Elettrico) – #PiuomenoEstate

Estate tempo di vacanze, di mare, di monti, avventure e relax. E di musica ovviamente!
Abbiamo chiesto agli artisti che in questi mesi ci hanno più emozionato con le loro canzoni di parlarci del loro rapporto con la stagione più calda dell’anno!

Ecco cosa ci ha detto Paolo Topa, il cantante de Il Vuoto Elettrico 

Dove facevi le vacanze da bambino e dove le fai ora?

Da bambino facevo vacanze lunghissime, rigorosamente dal 1°al 31 luglio, sempre e solo a Pesaro, nelle Marche. Il quartier generale si trovava però a Urbino, a circa mezz’ora di auto, città natale di mio padre.
Da lì si partiva molto presto, tutte le mattine ad eccezione della domenica. La sveglia era più o meno quella di quando si andava a scuola, quindi c’era poco da poltrire e questa cosa mi è sempre pesata. Erano vacanze un po’ fantozziane, tipiche dei primi anni ’80, dove si partiva da casa carichi di ogni cosa e la si trasportava sotto il sole cocente. Vacanze lunghe e – ovviamente – all’insegna del risparmio.  Mi ricordo quell’anno in cui mio padre cadde nella trappola del “gioco delle tre carte” in un Autogrill.
Perdemmo un terzo di tutto il nostro budget destinato alla vacanza in meno di tre minuti.  In ogni caso facevamo sempre più di un’ora al giorno di viaggio, tra andata e ritorno, seguita da oltre 11 ore ininterrotte di spiaggia.  Sarà per questo che attualmente le vacanze estive non sono per me una priorità: le faccio (e non tutti gli anni) solo se c’è un motivo reale di curiosità nell’affrontare il viaggio, nel vedere un posto “nuovo per davvero”. L’ultima vera vacanza l’ho passata a Cuba nel 2009. Poi tutte le altre sono state “periodi in cui non sono andato a lavorare e sono stato lontano da casa”. D’altronde mi sono sempre considerato un animale più metropolitano che altro, del quasi tutto privo dei concetti di “ferie, riposo, spiaggia, sole e gelati”.  Per me l’estate è suonare all’aperto e seguire i gruppi che mi piacciono nei numerosi festival estivi di cui la Lombardia fortunatamente è piena. Quest’anno provo ad andare a Barcellona, vi farò sapere se si registreranno cambiamenti nella mia testa!

Quale canzone per te significa estate e per quale motivo?

Mi metti in difficoltà. Provo a pensarci…   OK: Ti dico “Tutto è così semplice” di Giorgio Canali & Rosso Fuoco.
Mi piace parecchio il testo, ma anche la linea melodica del ritornello. Pur essendo una cover, Canali ne ha ripreso lo spirito e l’ha resa un piccolo simbolo della caducità e dell’immediatezza dell’estate, che tutto brucia e annienta.
E’ una canzone cantabile, molto rock. Malinconica e nichilista allo stesso tempo. “Tutto è così bello che non so se durerà” è il manifesto di ogni estate.  Insomma, da cantare in spiaggia rigorosamente dopo mezzanotte.

Sei sotto l’ombrellone e all’improvviso parte una canzone dalla radio del tuo vicino: quale vorresti che fosse?

Vorrei che fosse “Robert Lowell” dei Massimo Volume.  Clementi attacca dicendo “Simile a una folla di bagnanti quando il cielo rannuvola, i giorni si accalcano e spariscono lasciando a quelli che restano il conto dei vivi”. In due righe si concentra il comportamento di una moltitudine di esseri umani travasandola in un’interiorità molto profonda.  E’ una similitudine che mi ha sempre stupito.
Sentire sulla spiaggia questa canzone mi farebbe sorridere compiaciuto.
Forse cercherei una scusa qualsiasi per fare conversazione con il mio vicino di ombrellone. E al momento opportuno gli chiederei: “Oggi come lo vedi il tempo? Rannuvola?”

 

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