Joggi Avant Folk è finito e già ci manca da morire.

A cura di Antonio Bastanza

Joggi Avant Folk è finito, e già ci manca da morire.

Le tre serate del ventennale, una delle edizioni più belle di sempre, sono state un successo incredibile di pubblico, grazie anche a scelte artistiche che, come al solito, hanno portato ad esibirsi artisti sulla cui qualità musicale nessuno può discutere.
Ad aprire le danze della terza serata è stato Massimo Ferrante, enfant du pays che ha portato in giro per tutta italia la musica popolare della sua terra e del Sud italia, si presenta sul palco accompagnato dai fidi Francesco Di Cristofaro (Fisarmonica e Fiati), Lello Petrarca (tastiera) e Francesco Paolo Manna (percussioni) e, dopo una piccola aggiustatina alla chitarra che “ch’e nu martiellu pneumaticu”, inizia un viaggio in una grande landa meravigliosa e difficile chiamata Meridione.
Ferrante è un maestro, c’è poco da dire, emoziona e colpisce anche quelli che, a loro dire, certa musica non la ama ma che una volta sciolta l’iniziale diffidenza si lasciano conquistare dalla passione che la musica tradizionale trasporta e infonde in chi l’ ascolta.
Come non emozionarsi, poi, quando, nel pieno spirito di Joggi Avant Folk, Massimo Ferrante, Hevi Dilara, rifugiata politica curda, musicista e poetessa, a Joggi per un incontro sulla resistenza curda, e un altro gigante della nostra terra, Peppe Voltarelli, si esibiscono in una versione di Bella Ciao, cantata in italiano e in curdo, a unire idealmente tutti i popoli che lottano per la libertà e i diritti civili, che sorprende e conquista tutti i presenti che accompagnano in coro per tutto il brano.

Reduce da una lunga tournée nelle due Americhe, Targa Tenco 2016 come miglior interprete con Voltarelli canta Profazio, Voltarelli si è esibito in un set che definire travolgente è un eufemismo, tra suoi brani e il suo personale omaggio a una delle più nitide espressioni della cultura meridionale, con l’originale e coinvolgente rivisitazione dello sterminato repertorio di Otello Profazio.

E come fa in una serata così profondamente calabrese Peppe a non regalare al pubblico in festa una meravigliosa e versione d quella “Onda Calabra” che è diventata più che una canzone quasi un inno della gente della nostra terra.

La serata non finisce dopo l’esibizione di Peppe ma prosegue con il Dub di Pablo Raster, alla sua terza presenza qui e ormai anche lui un amico dello Joggi Avant Folk, con un set ipnotico e trascinante che non vorresti finisse mai, proprio come le serate di questa incredibile manifestazione.

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