Parole di Paolo Cunico
Foto di Matteo Leonardi
Ad un anno di distanza dalla loro imprevista notorietà nel suolo italico grazie al singolo Probable Cause, diventato all’improvviso The Rocket su Virgin Radio, gli Ekko Park sono sbarcati per una serie di date italiane, al fianco dei Virtual Time, altra band familiare agli ascoltatori della radio capitanata da DJ Ringo.
È lo stesso batterista della band a raccontarci dello stupore che ha provato nel vedere l’accrescere della loro popolarità nel web grazie a visualizzazioni e likes dall’Italia:
” Ero al matrimonio di mia sorella e ad un certo punto il mio telefono inizia a vibrare all’impazzata, zeppo di messaggi e notifiche dall’Italia, pensavo fosse un scherzo ed invece era tutto vero!”.
Continua poi spiegando come sia stato l’incontro in un bar di Auckland con Marco, bassista dei Virtual Time, a creare la concreta opportunità di suonare in Italia:
” Marco mi ha detto che suonava in una band, e molte pinte dopo siamo riusciti ad organizzare questo tour, è pazzesco essere in Italia a suonare!”.
Dopo questa breve chiacchierata tocca ai Virtual Time aprire le danze sul palco del Mamaloca, mercoledi 4 Ottobre. La band vicentina, nonostante un’inedita formazione a trio, riesce a scaldare l’atmosfera a dovere con il loro rock energico e coinvolgente.
È bellissimo vedere come questi ragazzi riescano a proporre il loro repertorio sempre con la stessa grinta ed energia sia che siano in tre, in quattro o in acustico, trasmettendo sempre tutta la loro gioia di suonare assieme.
Tocca poi agli Ekko Park, che mettono subito in chiaro che non sono arrivati in Italia per caso, ma sanno suonare davvero bene.
Senza farsi tradire dall’emozione di trovarsi così lontani dalla terra natia, la band Kiwi spazia in tutto il proprio repertorio proponendo anche un pezzo nuovo di zecca, direttamente dalla loro sala prove, che suona più ballabile, ma non per questo più morbido, rispetto ai brani di Know Hope, loro secondo album.
C’è spazio anche per una bella cover di Heroes di David Bowie e per un sentito ringraziamento agli inventori dell’Aperol, prima di concludere con la canzone che li ha resi famosi nel nostro paese, Probable Cause.
Si conclude così una serata di festa e musica al Mamaloca che, oltre ad avere un’ottima acustica, ha fornito una bellissima ospitalità a tutti, dalla band a noi di Più o Meno Pop, entusiasti tanto quanto il pubblico di ospitare una band che ha fatto così tanti chilometri per poter suonare sul loro palco.
Ancora una volta la musica ha dato prova della sua forza, del suo essere un incredibile collante umano, basato sull’entusiasmo che nasce fra amici in una sala prove, ed è sempre un piacere poterne essere partecipi in prima persona.
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Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.