Gianfrancesco Cataldo è in viaggio verso il sole

A cura di: Serena Coletti

Gianfrancesco Cataldo
“Portafortuna”
(AlfaMusic/ distr. Egeamusic)

 

TRACKLIST
1) FELICE
2) INSIEME
3) LA CRISI DEL MATURANDO
4) L’ASSENZA DI TE
5) BELLA (Serenata triste)
6) LA MIA VALIGIA
7) ALE
8) CERCARE DIGNITA’
9) IL SOLE PORTA LA FELICITA’
10) MANNAGGIA A TE

Il 16 febbraio è uscito per l’etichetta AlfaMusic “Portafortuna”, il primo disco del giovane cantautore Gianfrancesco Cataldo, realizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE. Portafortuna è il disco di un adolescente che si ritrova, da solo, in bilico sulla soglia della maturità: tra un futuro in quello che è “il mondo dei grandi”, che attrae con le sue mille speranze ma allo stesso tempo spaventa perché sono fin troppo le storie di vite diventate grigie con il passare degli anni, e lo spettro di un passato che non è solo quello, ristretto, dell’autore, ma è tutto ciò che pesa sulle sue spalle in quanto storia con la quale doversi confrontare. La forza di Gianfrancesco Cataldo è proprio quella di tirare fuori un po’ del sole al quale tanto è esposta la sua terra d’origine, la Campania, per rendere luminosi anche gli spettri più spaventosi.

“Quando cadi non dovresti più cadere,
ma ogni volta è sempre tanto da imparare.
Dopo la pioggia verrà il sole,
allora non ti preoccupare tutta la tristezza passerà”

L’album si apre infatti con “Felice”, ritratto di un uomo rassegnato alla mediocrità del suo destino per il quale il nome che porta non ha mai coinciso effettivamente con lo stato d’animo. Felice vive immerso in una società che lo esclude ma che lui per primo si impegna ad evitare, ma il finale della canzone, con l’incursione del sax di Vincenzo Presta, sembra proprio svolgere l’operazione di donare un piccolo raggio luminoso ad una storia cupa al quale aggrapparsi e ci trasporta nel pezzo successivo, “Insieme”, un inno dai toni spensierati alla gioia del viaggiare, o, più precisamente, delle partenze.
Questo del viaggio è, insieme alla fine dell’adolescenza, il fulcro di questo disco, che verrebbe da leggere, alla luce anche del titolo scelto, come un amuleto che l’autore ha voluto regalare a sé e al suo pubblico perché portasse fortuna lungo il cammino. La decisione di insistere tanto su un tema preciso definisce bene la volontà di non seguire tutte le tendenze del mercato, che al giorno d’oggi rifugge sempre più dall’idea di concept album, dando precedenza alla qualità del lavoro svolto. Abbracciare un metodo più caratteristico del passato, però, non significa mancare di freschezza, che anzi in questo caso viene sparsa in grandi quantità, fatta eccezione per alcune note malinconiche come “Bella”, canzone che simbolicamente si apre con il suono di una pioggia.

“Bella ormai sono anni che non torno più a casa
che mi fermo sentendo il tuo nome in giro per strada
che la gente mi dice che posso restare anche senza di te
che non riesco a trovare risposte ma solo perché”

“Portafortuna” è insomma un disco che raccoglie storie di vita, di viaggi, e di strada, che è il luogo dove queste due sfere si uniscono, quella strada che, per motivi in parte simili, tanto piaceva all’autore di “Ad esempio a me piace il sud”, Rino Gaetano, al quale questo disco è dedicato.

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