La semplicità delle “Giraffe”, la profondità di Alia: leggere ventate di emotività

A cura di Fiorella Todisco

ALIA

Giraffe

(Pippola Music / Contempo Records)

 

TRACKLIST:
1.
L’Attraverso
2. Giraffe
3. La teoria del colore
4.
Camaiore
5.
Alessandra
6.
L’India, i bambini
7.
Madonna dell’Umiltà
8.
Sei donne
9.
Monviso
10.
Verso Santiago

 

A me le giraffe sono sempre piaciute, li trovo animali estremamente “romantici” nella loro fisionomica propensione verso il cielo. E’ curiosa l’idea di poter guardare il mondo dall’alto senza volare, ma, anzi, restando ben saldi al suolo.
Sono un po’ come quelle persone che non rinunciano nè ai sogni nè alla sicurezza della gravità.

Quando mi sono imbattuta in questo disco, intitolato proprio “Giraffe”, ho sperato con tutto il cuore che non fosse il solito polpettone indie-pop; ero alla ricerca di musica leggera, non solo melodicamente ma anche nel corpus dei testi e, finalmente, le mie aspettative non sono state tradite.
Nessun racconto drammatico da ascoltare, nessuna elucubrazione mentale da sviscerare, nessuna dietrologia, nessun velo di Maya da dover tirar via. Solo Alia e le sue dieci tracce, semplici ma efficaci, intrise di sfumature spirituali le cui pennellate disegnano metafore lievi ma al contempo profonde.

Il disco si apre con “L’attraverso”, nuncius del mood e del messaggio che intende lanciare Alia all’ascoltatore: niente davvero ci tocca, al massimo ci accarezza.
Il ritmo è soft, cadenzato dal funk-pop che si spalma su tutte le tracce, con intervalli di synth che ben si mescolano con la tendenza dell’intero album al chill. Fiati, percussioni e chitarre scandiscono il tempo, cullando l’ascolto in ogni episodio.

 

La seconda traccia “Giraffe” mira a sgretolare i confini della razionalità parlando di poesia, infinito e scoperta con l’aiuto della voce di Patrizia Liquidara, produttrice artistica e compositrice; una delle tante partecipazioni femminili che contribuiscono a dare al disco una sottile connotazione “rosa”.
D’altronde rosa è anche il colore delle giraffe disegnate nel retrocopertina dell’album da un art-work della pittrice Sheila Massellucci.
La sensibilità che trapela dall’intero album luccica in superficie con estrema forza emotiva, immergendo l’ascolto nelle maglie sottili di una delicata emotività.
“La teoria del colore” ci racconta, infatti, di trame di vita semplici da cui, tavolta, cerchiamo di emergere nascondendo i nostri difetti per paura di mostrarci per quello che siamo realmente.
“Camaiore”, dal suo canto, introduce una ballata romantica che narra di amore, illusioni e di distanze di sicurezza imposte per sfuggire ai sentimenti.
A seguire, “Alessandra” impreziosita dalla voce di Femina Ridens e “L’India, i bambini”, che spinge al riordino delle priorità attraverso una protesta contro le disparità che governano il mondo.
Pareti spoglie e respiri circolari satellitano in “Madonna dell’Umiltà”, mentre selvatiche metafore affiorano in “Monviso” attraverso l’umanizzazione di elementi paesaggistici (io sono una montagna.. veniamo dalla stessa terra che trema, tu sei un rivo d’acqua..).
“Sei donne”, invece, è connotato dalla presenza teatrale di Elisabetta Salvatori che recita una poesia di Hilde Domin, poetessa tedesca del ‘900 dalla vita intensa e travagliata.
Da ultimo, “Verso Santiago”, raccontata da Alia e Martina Agnoletti dei Secondo Appartamento, esorta all’autocelebrazione, chiudendo in bellezza il cerchio rosa delle ballate che animano il disco.

Prodotto da Paolo Favati e Marco L. Lega, “Giraffe”, in uscita il 25 maggio per Pippola Music, inserisce a pieno titolo Alessandro Curcio (Alia) tra gli chansonnier delle schiere del pop d’autore.

 

 

 

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