Festa della Musica di Brescia: intervista a Jean Luc Stote

A cura di: Antonio Bastanza

 

La Festa della Musica di Brescia è dedicata alla musica dal vivo, di qualsiasi genere e stile: una grande manifestazione popolare che celebra il solstizio d’estate. È aperta a tutti i partecipanti amatori o professionisti, che desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico. Ormai ci siamo: l’appuntamento è a Brescia il 21 giugno, in 120 paesi e 3000 città.

Per saperne qualcosa in più abbiamo pensato di fare due chiacchiere con l’organizzatore di questa grande macchina artistica, Jean Luc Stote, uno che di musica e di eventi se ne intende.

 

 

E così siamo giunti alla quinta edizione della FdMB. Com’è andata? Sei soddisfatto del lavoro fatto fin’ora? Possiamo aspettarci ancora qualche sorpresa?
Sì, non possiamo non dirci soddisfatti: continuiamo a crescere numericamente e a differenziare la proposta. Quest’anno siamo riusciti a concretizzare la Festa della Musica delle Scuole, un pallino che avevamo fin dall’inizio di questa avventura. Ciò è avvenuto – lo scorso 12 maggio – grazie alla collaborazione degli Istituti musicali e scolastici della città di Brescia. Le sorprese sono state annunciate e ne avete parlato anche voi, siamo felici di avere quest’anno uno spazio busker dalle 12 alle 14, quando tutti i palchi si fermeranno e si esibiranno solo i musicisti di strada; e siamo felici pure del Castello elettronico, grande dancefloor di pietra che animerà a suon di musica elettronica da ballare la notte del 23 giugno. Tuttavia la sorpresa più grande ora la può fare il tempo atmosferico: che non sia caldo come le ore meridiane dell’anno scorso e che non piova. Insomma che ci sia un bel clima tale da permettere ai musicisti di suonare e al pubblico di invadere la città.

 

Come si organizza un evento di questa portata? Quali sono le maggiori criticità cui andate incontro? Quanta gente c’è dietro a lavorarci?
Lo si organizza partendo molti mesi prima, oserei dire quando è terminata l’edizione precedente, almeno riflettendo su ciò che non è andato e può essere migliorato. La criticità maggiore è muovere una macchina che conta circa cento situazioni live su tutta la città e altrettanti organizzatori, ognuno con la propria legittima visione e sensibilità. Ma alla fine, con un po’ di fatica e diplomazia, va tutto a posto ed è una grande gioia. Riguardo la gente che lavora alla FdMB c’è il gruppo di persone dentro l’Associazione Festa della Musica di Brescia, due uffici stampa, un buon numero di volontari (anche se non sono mai sufficienti) e tutte le persone che lavorano ai palchi: organizzatori e fonici prima di tutto. Non ho mai fatto un conto totale di quanta gente lavori alla Festa, ma posso dire che è l’equivalente di una fabbrica di media grandezza, insomma qualche centinaio di persone.

 

La risposta entusiasta della gente, rappresenta quella marcia in più, un’importante spinta a lavorare?
Sì, è fondamentale che la gente si diverta, stia bene, ascolti e scopra nuova musica. Ma lo è allo stesso modo per i musicisti: noi vogliamo che, per quanto possibile, ricordino la FdMB come un’esperienza positiva e da ripetere. Qualche intoppo c’è sempre e non potrebbe essere altrimenti, tuttavia a giudicare dalla crescita numerica dei partecipanti, anche da fuori Brescia e da fuori la Lombardia, e da quanti musicisti ritornano direi che tutto sommato ce la caviamo!

 

In cosa questa festa popolare di Brescia si differenzia dalle altre, puoi spiegare, a chi non la conosce, perché è unica?
E’ unica perché segue fedelmente le regole della Festa della Musica francese, laddove una manifestazione come questa è nata, in Francia, e si è diffusa nel mondo. Mi permetto di dire che è unica anche perché è la più grande d’Italia, ospita tutti senza distinzioni di genere e di qualità della proposta e prova ad essere ogni anno un evento accogliente e sempre a favore della musica.

 

La FbMB è anche un’importante vetrina per giovani talenti, con band poco conosciute ai più. C’è qualcuno di questi artisti cui sei rimasto più legato?
Sono legato a moltissime realtà musicali bresciane, non solo giovani, ma anche a realtà fuori Brescia. Conduco da anni ogni giorno un programma musicale su Radio Onda d’Urto dove do spazio a progetti conosciuti e sconosciuti, faccio ascoltare i loro brani, li intervisto. E’ normale e bello che di qualcuno mi innamori.

 

Cos’è il Castello elettronico, una delle novità di questa quinta edizione? Puoi dirci quali sono le altre novità?
L’ho spiegato sopra. Aggiungo che per noi è un allargamento non da poco e con un significato importante. Molti musicisti guardano con scetticismo ai dj da dancefloor, a mio giudizio sbagliando. Nel nostro piccolo diamo una legittimazione all’elettronica con un grande evento in uno dei posti più belli della città di Brescia. Ciò accade però grazie all’iniziativa di chi sul territorio lavora su questi generi musicali, entità che siamo riusciti a coinvolgere. In fondo la FdMB vive sulla capacità nostra di mettere in rete e coinvolgere le tante e differenti realtà musicali bresciane.

 

Qual è, a tuo parere, lo stato di salute della musica bresciana e, un po’ più in generale, quello della musica italiana?
Direi entrambi molto buoni. C’è un sacco di bella musica in giro. Progetti che hanno visibilità e altri meno conosciuti che portano la loro visione. A Brescia, ma anche a Bergamo, la situazione è molto viva e feconda. In fondo negli ultimi anni, anche grazie alle tecnologie che hanno facilitato l’accesso alla registrazione e la possibilità di farsi conoscere, abbiamo assistito alla riscossa della provincia. Non tanto a discapito delle grosse città ma a fianco di queste ultime. E ciò vale per i musicisti, ma anche per i locali e gli addetti ai lavori.

 

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