Flussi creativi si incrociano nell’urgenza poetica: intervista ai Talknoise

A cura di Massimiliano (Max) Orrico

 

Qui Cosenza, città con mille risvolti artistici e fucina di talenti che pian piano si son fatti strada.

Tra i tanti, due di loro hanno deciso, come spesso accade a queste latitudini,  di fondere le loro arti e dopo un po’ di rodaggio hanno intrapreso la strada di creare un progetto dandosi un nome che li identificasse come un insieme.

Massimo Garritano, chitarrista eclettico con all’attivo diverse collaborazioni e un disco solista dal titolo “Present”.

Ernesto Orrico, attore nonché autore teatrale, che vanta diversi spettacoli e performance, in collaborazione con diverse compagnie che lo hanno portato a calcare palchi lungo tutto lo stivale italico, stivale percorso anche dal Garritano sia in chiave di accompagnatore che in veste di solista.

È emozionante per me rivolgere qualche domanda ad Ernesto e Massimo,  il cui progetto oggi vede fuori per Manitù il loro primo disco.

Amiche e amici di Più o meno pop vi presento Talknoise.

© JpMat – Photography
  • Un attore, autore e regista teatrale con un passato come frontman in una grunge band ed un chitarrista che dal rock folk attraversa il jazz e le sperimentazioni, com’è avvenuto l’incontro e come nasce questo sodalizio artistico che ha portato al progetto Talknoise?

Ern:

Sì, un passato ormai remoto quello di frontman, siamo dalle parti del mesozoico, prima nei Gilda’s ouverture (punk-metal) e poi i MonitorPFunk (grunge e metal), ma non sono mai stato in grado di suonare uno strumento decentemente e come cantante ero appena appena sufficiente, poi nella mia vita è arrivato il teatro e un nuovo modo di utilizzare la voce. Ma la passione per la musica è sempre rimasta viva e nei miei lavori teatrali mi sono sempre circondato di musicisti di diversa estrazione.

Con Massimo ci siamo conosciuti durante l’adolescenza, in una circostanza piuttosto particolare, almeno a ripensarci adesso, facevamo i modelli in una sfilata di moda… poi negli anni ci siamo sempre annusati, sfiorati… e sempre ci ripromettevamo di collaborare. Dopo circa 5 lustri di inseguimenti ci siamo riusciti, prima con lo spettacolo “La mia idea. Memoria di Joe Zangara” e adesso con la nascita dei Talknoise.

Max:

Avendo fallito come modello da passerella ho provato a riciclarmi come musicista scontentando molti stilisti ma riuscendo, grazie alla mia curiosità, a giocare con gli stili musicali come uno stilista fa con i tessuti. Senza precludermi alcuna possibilità espressiva.  Fino a quando un giorno squillò il telefono e dissi no ad Armani per confermare il mio impegno con Ernesto.

  • Nel disco fatto di parole dette e chitarre e pedali suonati, domanda classica, cosa nasce prima?

Ern:

Di solito arrivo con stralci di testo, pezzetti da ricucire, fare a pezzi ancora più minuti e poi ricomporre… a volte suggerisco un’atmosfera, poi Max inizia a suonare e frammento dopo frammento i brani appaiono, ma la caratteristica principale dei pezzi che compongono questa nostra prima produzione è che nascono con un approccio aperto, molto legato all’improvvisazione, solo in studio, nel momento della registrazione abbiamo definito alcune strutture, che poi nei live rimettiamo puntualmente in discussione.

Max:

È nato prima il testo. Io arrivo dopo, come sempre. Cioè io sono già lì, a casa. Ernesto arriva da me e iniziamo  a confrontarci. Cerco in tutto e per tutto di soddisfare le sue richieste. Da musicista ho sempre amato lavorare in funzione del testo. Sia esso forma canzone, poesia o testo teatrale.

Mi sono sempre sforzato di individuare atmosfere, frasi tematiche, ritmi adeguati al significato della parola. Sarà per i miei trascorsi sulle passerelle se da bravo sarto cerco sempre di cucire musica adeguata come abiti su misura. A mio avviso il testo deve essere sempre rispettato e valorizzato.

Perché non è l’abito che fa il monaco, tranne in rarissimi casi, e se non ci si sforza di rispettare la parola tanto vale comporre musica  strumentale.

  • Nelle sessioni live, quanto teatro e quanto concerto c’è?

Ern:

50 % teatro e 50% concerto? Ma questa divisione è davvero necessaria? Per restare nel primo 50, nei live sto sperimentando un lavoro con le maschere, frame visivi presi dall’artwork di copertina che è diventato un totem che domina la scena. Non c’è la narrazione di una storia organica, piuttosto un avvicinamento e un allontanamento continuo da nuclei tematici da cui sono attraversati i miei testi.

Max:

Se proprio dovessi scegliere vorrei che fosse 30% teatro e 70% performance musicale.

Da non intendersi come maggiore presenza di musica, intendiamoci. Penso che questi testi possano e debbano travalicare il limite della quarta dimensione e spingere il pubblico nella quinta, sesta, settima dimensione…  anche ottava, nona… Ernesto non lo sa ma è un gran performer ed io credo molto nelle sue capacità di ammaliatore di folle. Inoltre mi diverto di più se c’è un po’ meno formalità teatrale e sono convinto che questo giovi all’ estemporaneità musicale e alla performance in generale

 

  • L’aspetto grafico del progetto è particolare, agli occhi più attenti potrebbe suggerire città ben più grandi della vostra Cosenza, raccontateci un po’

Ern:

Le foto presenti sulla copertina sono state scattate da Matteo Ianni Palarchio, lui per noi ha realizzato un reportage sui luoghi americani dell’emigrato Joe Zangara, protagonista de “La mia idea”. Quando abbiamo replicato questo spettacolo a New York, dove Matteo vive e lavora, abbiamo approfittato per una session fotografica nel centro della città che è il cuore del rumore occidentale.

Il disegno di copertina invece è un’opera di Raffaele Cimino, artista di origini calabresi che opera a Modena, ci siamo conosciuti all’Università della Calabria nel secolo scorso, con lui, tra teatro, performance e videoarte, ho fatto un sacco di cose, mi piace ricordare almeno le scene che Raffaele ha disegnato per “Hamlet Cuts”, un testo di Marcello Walter Bruno che ho messo in scena in chiave electro-pop, con il soundscape curato da Roberto Vagliolise (all’epoca Robert Eno).

Max:

Raffaele è il grafico che cura l’immagine di tutti i dischi prodotti da Manitù Records, piccola realtà calabrese che guarda molto oltre, come del resto facciamo noi. Il catalogo infatti propone cose molto eterogenee con unico comune denominatore la creatività a 360°. Quando Raffaele ha proposto l’art work che è poi diventato la nostra cover abbiamo subito dato l’ok. È un dannato geniaccio. Quieto e vulcanico al contempo. Quanto al set fotografico beh, diciamo che non capita tutti i giorni di poter essere al Village con un fotografo come Matteo. Bisognava cogliere l’occasione. La cosa bella è che gli scatti li facemmo esattamente un anno fa a NY, ed io dissi ad Ernesto: “vedrai che faremo il disco, ti farò mettere in copertina come una rockstar e ritorneremo a suonare qui”. Un primo obiettivo è stato raggiunto. Ora aspettiamo di completare l’opera.

  • Artisti che hanno ispirato o che sentite vicino a quanto da Talknoise prodotto?

Ern

Durante le sessioni di prova abbiamo parlato molto di alcune opere di Neil Young e dei Sonic Youth, artisti che entrambi amiamo e che in qualche modo ci hanno indicato delle possibili direzioni. Per quanto riguarda il mio approccio al recitativo ho cercato e cerco una strada, naturalmente guardo con ammirazione al lavoro sulla voce di alcune figure luminose del teatro italiano, penso a Leo De Berardinis, a Carmelo Bene, a Ermanna Montanari, e per quanto riguarda il versante musicale ho ben in mente gli Starfuckers, i Massimo Volume e l’hip-hop sghembo degli incredibili Uochi Tochi.

Max:

Young e Youth. Posso dirti, per quanto mi riguarda, che ho talmente tante influenze, alcune inconsapevoli e inconsce che quando me le fanno notare resto spiazzato io stesso, da non saperle individuare e selezionare con chiarezza. Mi viene da citare David Sylvian per certe atmosfere eteree oppure il John Zorn dei progetti elettrici per alcune scelte poco rassicuranti.

Ed io, si, io. Proprio ora che ti rispondo ho compiuto una certa età e posso affermare senza apparire pretenzioso che ho maturato una certa visione personale di come voler realizzare certa musica.

 

Talknoise esce oggi, 21 settembre, su tutte le piattaforme musicali

 

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