Rigel Playground: il ritorno di Herself tra poesia e passione

A cura di: Renata Rossi

HERSELF

“Rigel Playground”

(Urtovox)

TRACKLIST:

1) Another Christian
2) Bark
3) Crawling
4) In the Wood
5) The Beast of Love (Feat Jonathan Donahue – Mercury Rev)
6) The Witness
7) Treats

Che il palermitano Gioele Valenti sia un musicista di enorme talento ci sono sempre stati molti pochi dubbi, come il suo progetto musicale Herself e la sua esperienza nella scena neopsichedelica nordeuropea in diverse formazioni (JuJu, Josefin Ohrn, Lay Llamas) hanno ampiamente dimostrato.

L’accostamento a giganti come Sparklehorse e Will Oldham, la vicinanza artistica a Nick Drake e i Mercury Rev, il cui cantante  Jonathan Donahue non solo partecipa a un brano del disco ma ne è anche una sorta di padre putativo, è tutt’altro che immeritata, vista l’incredibile capacità di Gioele di pizzicare le corde dell’anima facendole risuonare in perfetta concordanza con le sue canzoni.

Rigel Playground è un lavoro giustamente ambizioso, che emoziona e trasmette uno strano senso di inquietudine serena, è un disco oscuro ma non cupo, restando sempre ben ancorato a quel senso del Pop più alto e poetico cui Valenti ci ha da sempre abituato.
L’influenza della musica “desertica” di Jonathan Donahue è evidente ma non per questo sovrasta le abilità del musicista palermitano, piuttosto contribuisce ad esaltarne le doti, che risultano valorizzate come mai prima.
Non sorprende che proprio Donahue abbia voluto Herself ad aprire i concerti che lo scorso settembre la band statunitense ha tenuto in Italia all’interno del tour celebrativo del ventennale del meraviglioso “Deserter’s song”.
Un disco passionale e sentito, fin da Another Christian, il cui incipit (“Dear God i hate myself”) è di straordinaria forza espressiva e traccia il sentiero poetico che chi ascolta il disco è destinato a percorrere.
La sparklehorsiana Bark, il folk etereo di In the Wood e, ovviamente, The beast of love, in cui la presenza di Donahue conferisce al brano quella magia tipica dei dischi dei Mercury Rev, sono le canzoni che spiccano maggiormente in un album che, in verità, non ha mai cedimenti e che ritroveremo spesso nelle classifiche di fine anno tra i migliori lavori di questo 2018.

 

 

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