La sinfonia n°2 in do minore, “Resurrezione”, di Gustav Mahler

A cura di Giovanni Graziano Manca

Profondo innovatore della forma sinfonica, Gustav Mahler (1860-1911) portò con le sue opere il sistema tonale ad esprimere il massimo delle proprie possibilità aprendo le strade alla dodecafonia. Non a caso il maestro boemo ebbe tra i suoi più grandi estimatori Arnold Schoenberg e Anton Webern entrambi musicisti che verso la metà degli anni Venti del XX secolo adottarono il metodo dodecafonico. Nei paesi di lingua germanica la musica di Mahler rappresentò, con quella di Richard Strauss, il “moderno” in musica. Peraltro, l’opera sinfonica mahleriana non si ferma alla descrizione o alla narrazione di una storia con mezzi squisitamente musicali (come nella “musica a programma”), ma segue coordinate poetiche ancora più profonde e personali. Negli ultimi anni dell’Ottocento lo stesso artista ebbe a dire che per lui scrivere una sinfonia significava costruire un mondo “con ogni mezzo a disposizione”. La musica, per Mahler, costituisce

 “sempre e in ogni caso soltanto il suono della natura”

“Non riconosco altro genere di programma, almeno per le mie opere”

è un’altra delle affermazioni di Mahler che confermano il suo pensiero e la dicono lunga anche sui significato più profondo che possono assumere le sue composizioni. La Naturlaut, peraltro, costituisce quel dizionario musicale con il quale il musicista può dare forma e voce a una Natur che deve essere intesa in senso molto più ampio di quanto comunemente non si faccia: essa deve appunto costruire quei mondi che Mahler di volta in volta cercò di rappresentare con tutti i mezzi di cui disponeva. La musica del Maestro di Kalischt, infatti, spesso esprime inquieta apprensione e angoscia per il susseguirsi degli avvenimenti storici dell’epoca in cui egli visse e compose e un mezzo per affrontare i grandi temi dell’esistenza umana. Leonard Bernstein, in concomitanza con la pubblicazione della sua integrale mahleriana, scrisse che Gustav Mahler manifestava in musica una concezione dualistica che consisteva in “Una visione del suo mondo, in totale disfacimento sotto un’apparenza compiaciuta; smodato, ipocrita, prospero; certo della propria immortalità terrena eppure privo di fede nell’immortalità spirituale. La musica […] è come una macchina fotografica che cattura l’immagine della società occidentale nel momento del decadimento incipiente.”  

Mahler inizia a comporre la sinfonia n°2 in do minore, “Resurrezione”, nel 1888, la completa nel 1894 e la rivisita nel 1903. Scritta per grande orchestra, la n° 2 prevede circa un’ora e mezza di ascolto musicale e un imponentissimo organico strumentale: Legni: 4 flauti (tutti anche ottavino), 4 oboi (oboi 3 e 4 anche corno inglese), 3 clarinetti (clarinetto 3 anche clarinetto basso), 2 clarinetti piccoli, 4 fagotti (fagotti 3 e 4 anche controfagotto); Ottoni: 6 corni, 6 trombe, 4 tromboni, tuba; Percussioni: timpani, grancassa, piatti, triangolo, Glockenspiel, 2 tam-tam (acuto e grave), frusta, 3 campane gravi, tamburo con corde;Tastiere: organo; Archi: 2 arpe, violini I e II, viole, violoncelli, contrabassi; Voci soliste: soprano solo, contralto solo; Coro: coro misto; In lontananza: 4 corni, 4 trombe, timpani, grancassa, piatti e triangolo. A proposito del significato dell’opera, fu lo stesso compositore a sentire il bisogno di chiarire che essa tenta di fornire una risposta a due domande fondamentali che l’uomo pone a se stesso: “Perchè siamo al mondo?” e  “Esiste una vita oltre questa vita?” Questi interrogativi di sapore esistenzialistico, peraltro, si intrecciano ad aspetti che riguardano la fede. Motivi e momenti musicali di volta in volta sublimi, tragici, scherzosi, dolcissimi enfatizzati man mano dai numerosi strumenti dell’orchestra, raccontano del chiudersi del cerchio della vita dell’uomo e del ritorno dello stesso alla vita attraverso la resurrezione.

La struttura definitiva dell’opera è la seguente:

  1. Allegro maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck 4/4 (con espressione abbastanza grave e solenne);

E’ risaputo che il primo movimento della seconda Sinfonia, tragico, amabile e sognante al tempo stesso, costituisce una marcia funebre (Totenfeier) scritta in onore del Titano, l’eroe protagonista della Sinfonia n. 1 in Re maggiore.

  1. Andante moderato. Sehr gemächlich 3/8 (Andante moderato. Molto piacevole 3/8);

Andante piacevole, elegante, con movenze di Landler austriaco (danza diffusa in Germania e in Austria che sul finire del secolo XIX si evolverà in valzer) a descrivere i momenti felici della vita del defunto. Appare però, quella descritta da Mahler, una felicità che appartiene non tanto alla sfera delle cose concrete ma piuttosto ad una dimensione che invece potremmo definire onirica o immaginativa.

  1. In ruhig fließender Bewegung 3/8 (Con movimento calma e scorrevole 3/8);

Movimento molto eterogeneo perchè presenta temi molto diversi tra loro. Esso si caratterizza per il sottofondo continuo che sembra inficiare gli effetti della frammentarietà e della discontinuità dovuti proprio alla diversità dei diversi temi che in esso sono contenuti. Intende rappresentare la complessità della vita e la varietà delle esperienze che è possibile si verifichino all’interno della esistenza umana.  

  1. “Urlicht” (Luce primitiva) – Sehr feierlich, aber Schlicht 4/4 (Molto solenne ma con semplicità, come un corale);

Alle più diverse domande che l’esistenza è in grado di suscitare nell’uomo, Mahler replica che la fede può fornire le risposte cercate. Nel brevissimo brano che costituisce il quarto movimento della Sinfonia, una voce di contralto canta una preghiera le cui parole implorano: “Vengo da Dio e voglio tornare a Dio”. Appare, questo movimento, manifestazione incontrovertibile della credenza mahleriana. Sulla sincera conversione al cristianesimo di Mahler, peraltro, più volte sono stati avanzati dubbi perchè essa, da più parti, è stata giudicata non autentica. Invero si racconta che il musicista sia stato indotto al battesimo all’età di trentasette anni solo perchè per accedere alla carica di direttore dell’Opera imperiale (incarico che lo stesso Mahler ricevette nel 1897) occorreva essere cattolici.

Il testo è tratto da “Des Knaben Wunderhorn”, ciclo di Lieder messi in musica da Gustav Mahler. Il compositore musicò ventiquattro poesie dal ciclo Des Knaben Wunderhorn curato da Achim von Arnim e Clemens Brentano.

  1. Im Tempo des Scherzo. Wild herausfahrend. “Aufersteh’n” 3/8

(Tempo di Scherzo. Selvaggiamente. Allegro energico. Lento. Misterioso)

contiene l’inno “Die Auferstehung” (La Resurrezione) di Friedrich Klopstock, da cui sono tratti i seguenti versi:

“Abbi fede, cuore mio, abbi fede:/per te nulla è perduto!/Tuo – sì, proprio tuo – è tutto ciò che hai desiderato,/Tuo, ciò che hai amato,/Ciò per cui hai combattuto!/Abbi fede, non sei nato invano!/Non hai vissuto e sofferto invano!/Ciò che è stato creato, deve passare./Ciò che è passato, deve risorgere./Smetti di tremare, preparati a vivere!”

E’ il momento culminante dell’opera, denso di suggestioni in grado di infondere serenità, speranza e momenti gaudiosi, di emozionare profondamente l’ascoltatore. Tende al sublime soprattutto verso il finale caratterizzato da una splendida parte corale.    

 

Della seconda Sinfonia è stato detto:

“Chiaro insomma l’intendimento di Mahler; la Seconda Sinfonia doveva essere l’espressione di un percorso che portava dalle esequie (il movimento «Totenfeier») alla Resurrezione, esplicitata attraverso l’intervento corale sul testo di Klopstock; il tutto sviluppato nella dilazione e nella progressiva transizione di tre movimenti intermedi, incluso il desiderio di “ritornare a Dio” del Lied di Arnim-Brentano.” (Arrigo Quattrocchi)

“[…] il tracciato della Sinfonia è delineato con una certa precisione, e tutto sommato svela, sia pure in forma letterariamente fiorita, i nodi cruciali del suo percorso dalla tomba al cielo, dalla morte alla trasfigurazione.” (Sergio Sablich)

 

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