Impareremo mai qualcosa dalla nostra storia? Ce lo spiega Cesare Malfatti

A cura di Renata Rossi

 

CESARE MALFATTI

“La Storia è Adesso”

(RIFF records)

Tracklist

Forme Uniche di Continuità
Avrei
La Storia è Adesso
Un Fiore Sincero
Uno Sguardo
Il Futuro Cerca Noi
Le Chiavi
L’Internamento del Malfatti
Quale Patria
Il Cielo si Ricorda Chi Sei
Io Ti Penso da Qui
Katzenau
Bandiere Migliori
Chiedilo ai Pesci
Bell’Aria

“La Storia è Adesso” è il titolo del nuovo disco di Cesare Malfatti (Afterhours, La Crus) incentrato sulla figura di Valeriano Malfatti, suo antenato, figura politica importante, podestà di Rovereto per quarant’anni, dal 1880 al 1920 e deputato trentino al Parlamento dell’Impero asburgico a Vienna.
Indagare sulla propria storia significa indagare sulla propria vita, cercando di riscoprirne il significato e il senso.
Valeriano Malfatti fu convinto sostenitore di una soluzione pacifica tra Italia e Austria. Tuttavia, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, fu protagonista di un momento tragico della storia del Trentino e in particolare della sua città: Rovereto fu totalmente evacuata per la sua prossimità al fronte italiano. Valeriano nel tentativo di difenderla dalla distruzione e dal saccheggio fu accusato di irredentismo e infine internato nel campo di prigionia di Katzenau. Al termine della Grande Guerra, fu rieletto sindaco di Rovereto e poi senatore del Regno d’Italia.
La vita di Valeriano, le sue gesta, diventano spunto per parlare di guerra, pace, morte, violenza, memoria, di avvicinarci alla storia di un uomo che è anche la nostra, quella storia che dovrebbe averci insegnato qualcosa ma che sembra non riuscire a farlo mai.
L’album è molto particolare: il packaging si presenta come un vero e proprio quotidiano col titolo che riporta quello del disco. Cesare Malfatti ha fatto innanzitutto un lavoro letterario e fotografico, raccolto per quasi un anno moltissimo materiale, recuperato da Laboratori Storici, Musei, Biblioteche. Alcuni passaggi storici, alcune foto d’epoca, alcuni spunti, sono riportati nelle pagine del giornale insieme ai testi delle canzoni, così che l’album oltre ad essere interessante da ascoltare lo è anche da sfogliare.
Cesare non scrive testi, lascia che a farlo siano colleghi e amici: Alessandro Cremonesi, Luca Gemma, Antonio di Martino, Marina Petrillo, Alessandro Grazian, Luca Lezziero, Dany Greggio, Angelo Sicurella, Giulio Casale, Gianluca Massaroni, Fabrizio Coppola, Giuseppe Righini, Luca Morino sono gli autori delle parole che compongono i 15 brani.

Dal punto di vista musicale, Cesare Malfatti ha avuto utilizzare le Macchine Intonarumori inventate nel 1903 dal futurista Russolo: i suoni campionati da tali registrazioni sono diventati l’anima strutturale dei 15 brani. Russolo credeva nella necessità di una rottura totale col passato che avviene anche con la musica: non più i suoni perfetti della musica classica e sinfonica, ma nuovi suoni provenienti da macchine, fabbriche, motori.

Malfatti è entrato innanzitutto nel pensiero rivoluzionario del futurismo e da qui è voluto ripartire, da un suono che arriva in un’epoca lontana dal digitale ma che è capace di creare una musica davvero simile all’elettronica di oggi. Il risultato sono brani soavi ed eterei, con al centro le parole, parole pesanti come macigni, intense, scritte da autori diversi ma con un’idea unitaria di base.

Forme uniche di continuità, brano che apre l’album, possiede una grazia e un’eleganza senza tempo ed un testo poetico scritto da Alessandro Grazian. Il disco continua con Avrei, primo singolo dell’album il cui titolo sta ad indicare qualcosa che si desidera ma non si riesce a realizzare, qualcosa che ci fa stare fermi, nostro malgrado. La canzone è stata scritta da Alessandro Cremonesi (La Crus). Le immagini del video collocano la scena al tempo della Prima Guerra Mondiale.

Impareremo mai qualcosa dal passato? Cosa siamo oggi e cosa diventeremo?

Nessuno può darci la risposta, ma la musica di Cesare Malfatti può quantomeno farci riflettere su di noi e sulla nostra storia.

 

Tornerò? Rivedrò?

Questi cieli che ho dentro di me?

Tornerai? Rivedrai?

Mille voci mi parlano ormai

Che cos’è la pazzia?

Uno sguardo o soltanto un’ idea?

Il destino è la voce che hai

Ti rivela quel che diventerai o quel che sarai…

(Uno sguardo – testo di Luca Lezziero)

 

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