Dutch Nazari alla conquista di Torino

A cura di Michela Guerrera

La notte del 22 dicembre, dopo una lunga attesa, vediamo salire sul palco il poeta Alessandro Burbank, che apre il concerto dell’amico Dutch Nazari allo sPAZIO 211 di Torino per il suo “Tour Europeo (in Italia)”. Burbank scalda gli spiriti con qualche sua poesia, poi cede il posto alla base di Calma le onde, primo singolo del nuovo album Ce lo chiede l’Europa a essere stato divulgato quest’autunno.

Salgono sul palco Sick et Simpliciter, anche produttore degli album di Nazari, e Mowadrum che salutano la platea a suon di basso e batteria. Il pubblico inizia a tenere il ritmo ed è in evidente fibrillazione, ma all’arrivo di Dutch viene colto di sorpresa: la musica si interrompe e le parole del singolo Proemio si infilano nel microfono per uscire dalle casse che vengono però sovrastate dal canto dei fan.

Il semplice trio diventa dimostrazione del caro e vecchio pochi ma buoni e il live è un successo: i loro strumenti, insieme alle basi elettroniche, non fanno da sottofondo, sono co-protagonisti della voce del rapper.

Canzone dopo canzone, Dutch dà ai suoi versi la giustizia che meritano: rispetto all’album, infatti, rafforza i propri brani con maggiore rabbia, amore e ironia. Le tracce erano già buone in partenza, quindi provate a immaginare in cosa sono riusciti a trasformarle. Se non riuscite a immaginarlo, provate a chiudere gli occhi. Se ancora non ce la fate, la prossima volta svegliatevi e venite al live.

[Ho provato numerose volte a scrivere questa frase in modo da non sembrare acida ma cordiale. Però sono le quattro di notte e questa è la formula più dolce che ho trovato prima di addormentarmi sul pc.]

La performance ha mostrato l’essenziale differenza che deve esistere tra la registrazione e il live: la voce che investe i brani di un’interpretazione più profonda, intensa, la parte strumentale più accentuata (la batteria dava una carica pazzesca) e la capacità di investire il pubblico di energia. Con presentazioni ad hoc e la capacità di coinvolgere e intrattenere ognuno e tutti durante l’esibizione, senza forzature né banalità, Dutch ha dato prova ancora una volta di essere perfettamente in grado di tenere il palco.

Credo che per un cantante, tra i momenti di maggior emozione, possa rientrare la scelta di restare in silenzio, per far sì che sia il pubblico a cantare mentre lui si gode lo spettacolo. Questo è stato un momento entusiasmante anche per me e per tutti coloro che erano ammassati sotto il palco a stonare sulle sue canzoni (riascoltate i video che avete girato col cellulare se pensate di essere stati intonati). Fare questo gioco delle parti penso restituisca all’autore un onesto riflesso del proprio lavoro, impregnato di fatica e creatività, misto a una sorta di gratitudine che viaggia dall’una all’altra parte del palco senza fermarsi.

Come ci si aspettava, verso la fine del concerto sale sul palco anche il rapper torinese Willie Peyote, con cui Dutch negli anni ha collaborato per la creazione di diversi brani. Willie gioca in casa e viene accolto con estremo calore dalla folla, ma non ruba la scena all’amico e in breve tempo torna a essere un semplice spettatore.

Concluso il concerto Dutch Nazari è uscito per abbracciare e chiacchierare con i fan, tra un autografo e l’altro ha voluto lasciare un pensiero anche a noi.

 

Torno a casa soddisfatta, sudata e felice… il miglior mood per iniziare a scrivere.

 

PS: Caro Dutch, visto il trend delle tue stories su Instagram, provo a dirtelo anche io: il mio brano preferito del tuo nuovo album è Girasoli (che ho recensito qui.)

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