La bellezza salverà il mondo? – “Italian Beauty”, il nuovo album de La Governante

A cura di Serena Coletti

La Governante

“Italian Beauty”

(La fabbrica)

 

Tracklist

  1. 1.Sopra la Città
  2. 2.Le Nostre Attese ai Semafori Spenti
  3. Dove Appenderai il Tuo Amore
  4. La Fretta Inutile
  5. La Belle Epoque (feat. The Niro)
  6. Come Questo Synth
  7. Gran Rico
  8. Alberi Infiniti
  9. The Dreamers
  10. In un Palmo di Mano
  11. L’amore Muove il Vento

 

È uscito il 26 marzo “Italian Beauty”, il nuovo album de La Governante. Loro sono Salvatore Micalizio (voce e synth), Sergio Longo (batteria e beat), Daniele Ricca (chitarra e synth) e Maurizio Carrabino (basso e synth bass), e “Italian Beauty” è un album le cui sonorità viaggiano tra il pop e l’elettronica, che si colloca un po’ nel punto di equilibrio di un ideale triangolo composto da Baustelle, Cosmo e i The xx.

Non tragga in confusione il titolo, questo è un disco caratterizzato dall’ampio respiro internazionale, sia per quanto riguarda le ispirazioni che da un punto di vista più effettivo, basti pensare che la copertina e tutto il lavoro visivo sono stati affidati a Conrad Roset, uno spagnolo. “Italian Beauty” è invece una citazione ad uno dei film più significativi degli ultimi (ormai 20) anni: “American Beauty”. Il lungometraggio di Sam Mendes evidenziava la frattura drammatica che attraversa una società apparentemente idilliaca, quella tipica medio borghesia americana che vive nella quiete delle loro periferie residenziali, coniugando magistralmente la bellezza delle immagini all’intensità del messaggio. Ecco, l’idea alla base di “Italian Beauty” è che questa frattura, questa crisi, attraversi anche la nostra società, che dovrebbe quindi cercare di ricostituirsi partendo da una visione più umana, e, ovviamente dalla bellezza. Come dichiarato esplicitamente in “La belle epoque”, canzone che vede la partecipazione di The Niro, la bellezza a cui fa riferimento La Governante è irrimediabilmente donna.

“L’inconfondibile aura romantica aleggia intorno alle donne

sin dai tempi in cui nasceva il romanticismo

e chi meglio delle donne poteva ispirarlo?”

Così tutto il disco diventa un’opera seduttiva, che vuole conquistare emanando rilassatezza e desiderio. Un ruolo chiave in questo è anche attribuito alla cultura, che qui passa veramente come qualcosa di sexy, e che ancora una volta va a comporre i valori sui quali la band scommetterebbe per creare un mondo, o almeno un’Italia, meno barbarica. All’interno della cultura è sicuramente inclusa la cinefilia, che oltre al titolo emerge in un paio di campionamenti, ma anche una passione per la musica a tutto tondo, che porta La Governante a citare in una canzone Mina e in quella successiva i Sigur Rós.

È sicuramente apprezzabile quindi il lavoro che c’è dietro questo album e che consente di ottenere una sostanziale armonia delle sue molteplici anime, sia dal punto di vista musicale, ottima l’integrazione tra i synth e le chitarre, che dal punto di vista della visione che cerca di esprimere. Qualcosa di intrinsecamente intimo come la bellezza diventa motore di una possibile rivoluzione. A tratti, però, si ha l’impressione di assistere a una forzatura eccessiva. Una componente essenziale della bellezza è il fascino e questo non può essere allenato, riprodotto volontariamente, o rischierebbe di sfociare nel ridicolo. “Italian Beauty” barcolla non poco su questo sottile confine, con le sue immagini ormai trite e ritrite di vita notturna, alternativa, che si ispira agli ideali della generazione beat, che si distingue ed eleva sulla base di una qualche superiorità culturale.

Non oserei mai criticare Dostoevskij quando sostiene che “la bellezza salverà il mondo”, e non posso che augurarmi che la prospettiva proposta da La Governante in “Italian Beauty” diventi realtà, ma siamo nel 2019. Non sarebbe forse ora, per chi si sente artista, per tutti coloro che vedono nella bellezza la linea guida della loro vita, di cercare  per questa nuove espressioni, nuove forme, nuove idee? Gli album che si collocano tra il pop e l’elettronica non sono certo una rarità di questi tempi, quindi per rendere il proprio lavoro significativo probabilmente si dovrebbe cercare di andare oltre il seminato. Sinceramente, sentivamo proprio il bisogno di ascoltare un nuovo elogio della donna in quanto incarnazione di valori quali la grazia, la bellezza, l’armonia?

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