I tre fratelli Winstons fanno nuovamente centro col loro secondo album “Smith”

A cura di Renata Rossi

The Winstons

Smith
(Tarmac / Sony)

 

Tracklist

Mokumokuren
Ghost Town
Around The Boat
Tamarind Smile/Apple Pie
A Man Happier Than You
Not Dosh For Parking Lot
The Blue Traffic Light
Blind
Impotence
Soon Everyday
Sintagma
Rocket Belt

 

Col primo album omonimo i “fratelli” WinstonsEnrico Gabrielli, Lino Gitto e Roberto Dell’Era, volevano farci credere che il  loro “delizioso” gruppo fosse nato solo dalla voglia di stare insieme e di passare un po’ il tempo tra un lavoro e l’altro delle rispettive band “madri” Afterhours e Calibro 35. In cuor nostro abbiamo sempre sperato che così non fosse e siamo stati accontentati…

II secondo album dei The Winstons è uno dei dischi più interessanti e piacevoli degli ultimi mesi.

Partiamo dal titolo,”Smith”, nome del protagonista del celebre romanzo di Orwell, in cui al centro della storia c’è il pericolo verso dittature e totalitarismi. Il disco è dunque una sorta di inno alla libertà e alla creatività, all’anarchia e alla follia. Il titolo gioca anche sulla pronuncia del Mito dei The Winstons: “The Winston’s Myth”.

Ancora una volta, come con l’album d’esordio, protagonisti diventano gli anni ’60, di cui i tre fratelli ripescano anche strumenti e apparecchiature per riproporre proprio quel suono lì, quella musica che ci porterà dritti dritti ad un’epoca magica, a quella scena di Canterbury in cui era presente una sorta di comunione tra prog, rock, psichedelia, jazz, in cui la libertà d’espressione, lo spirito hippie, allucinazioni lisergiche e forti personalità musicali rendevano i dischi unici e immortali.

Ecco, il terzetto ha ancora una volta la voglia di contaminare la musica, rendendola propria: quegli anni raccontati da un Dellera in grande spolvero come nei suoi brani più riusciti, da un Gitto energico e quell’aspetto da “Frank Zappa italiano” e dal solito Gabrielli, anima del gruppo, trasformano il passato in contemporaneo.

Non da poco le collaborazioni che hanno arricchito l’album: non solo il “fratellino minore” di Rob, Rodrigo D’Erasmo che suona il violino in “Around the Boat” ma anche Richard Sinclair dei Caravan in “Impotence”, Mick Harvey dei Bad Seeds, in “A Man Happier Than You”, e Nic Cester nella prorompente “Rocket Belt” che chiude l’album. Il tutto capitanato da Tommaso Colliva in regia.

Una fuga verso l’infinito e oltre, tra navicelle spaziali e vecchie foto in bianco e nero, in cui una squisita tecnica musicale incontra estro e ironia tra passato presente e futuro musicale.

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