[Intervista] Il lato del fare musica che nessuno vi racconta: l’intervista a Massaroni Pianoforti

A cura di Giuseppe Visco

Il 25 Ottobre è uscito tutte le piattaforme digitali, “Rolling Pop”, il nuovo album di inediti di Massaroni Pianoforti, il primo per Cramps Records. In carriera ha aperto i concerti di Offlaga Disco Pax, Dellera, Umberto Maria Giardini e molti altri; ha fatto il supporter ai Marta Sui Tubi. Segnalato anche da Rockit come uno dei nomi più interessanti, abbiamo scambiato due chiacchiere con lui sul suo nuovo album e sulla sua idea di musica in generale.

– L’album è un continuo riferimento all’adolescenza e che passa. Da adolescente com’eri?

Ero allora esattamente come adesso, continuo a servirmi della musica per condividere il mio mondo interiore e sono perennemente in bilico tra il “ ce la sto facendo “ e “ è tutto da rifare “. 

-Amore e ironia, gioventù e ‘mondo degli adulti’. Come descriveresti “Rolling pop”?

Esattamente così anche se ho voluto dare un corpo e un’anima  a tutto questo chiamandola Jennifer

-In un caffè dalle tre alle sei con quale artista vorresti collaborare?

Visto il testo della canzone potrei dirti Levante anche se in questo momento, il mio alter ego femminile è decisamente Noemi con cui spero prima o poi di collaborare come autore

-Sei stato uno dei primi a tentare il crowfunding su musicraiser. Come descriveresti quell’esperienza?

Senza quell’esperienza non saremmo qui a parlarne ma posso dirti che seppur formativa, è stata molto dura e per certi versi umiliante chiedere un sostegno a chi nemmeno poteva conoscere in anteprima le canzoni degli album e si, anche me stesso. Ne ho fatte tre di raccolte fondi per incidere nel 2013 “Non Date il Salame ai Corvi “ , nel 2017 “GIU “ e anche per questo. Fortunatamente per “Rolling Pop“ è arrivata successivamente la chiamata di Boosta e della Cramps ma sotto sotto l’ho sempre cercata un’etichetta così, non dandomi mai per vinto e rialzandomi sempre.

-Quanto è difficile ‘farsi notare’ in Italia? Hai mai pensato di esibirti all’estero?

Senza il supporto di radio e tv è davvero difficile emergere in Italia anche se vedo che nel sottobosco musicale esistono tante realtà che hanno “senza farsi notare” dei numeri incredibili di ascolti e che proprio grazie a questo, alcuni di loro vengono successivamente presi dalle major che puntano ormai da un po’ di anni sul sicuro e sul già affermato. Si c’ho pensato, proprio ora che ho uno sfratto in corso per non riuscire a pagarmi l’affitto ma c’è un problema… costa anche andarsene. 

-In “Rollingstone” fai delle riflessioni sulla situazione musicale: come la valuti? In un panorama dominato dai Calcutta, Achille Lauro e Sferaebbasta dove ti collochi?

Interessante, orecchiabilissima ma anche un po’ troppo simile e prevedibile. Sembra che ci sia un solo autore dietro a tutte le canzoni di successo (o forse è davvero così;). Loro sono tre artisti molto diversi che apprezzo molto, soprattutto quando metto musica in un locale pavese e i ragazzi si prendono bene con le loro canzoni. Non ti nascondo che vorrei davvero collocarmi lì in mezzo ma non scelgo io dove stare ma è la massa. 

– Cosa significa per te ‘indie’?

Credo che non esista più quel tipo di attitudine passami il termine “ intellettuale/punk” ma che si cerchi disperatamente di essere più immediati possibili all’ascolto. Guarda, lo diceva già Vasco negli anni ‘80, quindi non credo di dire qualcosa di nuovo anche se con lui, grazie al tempo e alla carriera che ha fatto, è decisamente tutta un’altra storia. 

-Il tuo artista italiano preferito?

Mi hanno sempre paragonato a tutti quelli che ho amato durante i miei ascolti “adolescenziali “ e non solo, quindi ti rispondo per la prima ed unica volta a questa domanda con un me stesso. Comunque ascolto sempre con molta attenzione tutto ciò che di nuovo ci offre il mercato e ce ne sono così tanti di artisti che farei fatica a dirtene solo uno/a. 

-La tua collaborazione con Dente è risaputa. Cosa ne pensi di lui? C’è la possibilità di un nuovo lavoro insieme?

Con Dente non ho mai collaborato ma ho aperto suoi diversi concerti in passato. Si, lo stimo davvero come artista perché sa osare  e come persona perché si sa dare. Spero prima o poi di ritrovarmi con lui su qualche palco a cantarcene ancora di “quelle belle “. Lui, come è già successo al Carroponte , mi risponderebbe:  “ …son tutte belle ” 

-Hai collaborato con moltissimi artisti. Quale dei tanti ti ha colpito maggiormente e perché?

In realtà gli artisti che ho avuto l’onore di conoscere personalmente, hanno sempre visto in me o meglio, nelle canzoni che scrivo, qualcosa d’interessante da poterne entrarci con una produzione. Vedi Eros Ramazzotti che mi ha prodotto nel 2009 il mio primo album “L’Amore Altrove “ e successivamente Giovanni Gulino (Marta sui Tubi) con “Non date il salame ai corvi “ e infine (per ora) Boosta dei SubSonica con “Rolling Pop”. Mi hanno colpito umanamente tutti allo stesso modo senza alcuna distinzione nonostante hanno attitudini diverse a livello artistico. Strano vero? 

-Quali artisti/movimenti artistici hanno influenzato la tua crescita artistica?

Le canzoni pop d’autore e di autori che venivano fuori da metà degli anni ‘60 agli anni ‘90. Per intenderci la Scuola Genovese e Romana su tutte, anche se quella “scuola“ era solo una definizione che per quei cantautori non aveva alcun senso. Un po’ come dire oggi “indie“, giusto per ritornare alla domanda precedente. 

-Se dovessi definire la tua musica in tre parole queste sarebbero…

Pancia, gola, vissuta 

-Il brano che avresti voluto scrivere è…

In questo momento di trasloco, “E di nuovo cambio casa“ di Fossati 

-Nella tua playlist non può mai mancare?

La Hit del momento che mi permette di guadagnare un 50€ al mese quando faccio i dj7 . 

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