A cura di Michela Gioia Guerrera
Il mio modo preferito di scoprire musica nuova, è la casualità. Mi piace che accada quando sto facendo tutt’altro: mentre guido, mentre giro su instagram, mentre sono al supermercato, mentre sono a passeggio, mentre parlo con gli amici.
Per caso ho scoperto Lorenzo Pucci, cantante in erba che sta lavorando al suo primo disco. Stavo girovagando sul web ed è caduto dal cielo. Mi ha incuriosito e gli ho dato una possibilità. L’ho ascoltato, poco… ma quel poco è bastato per annotare mentalmente il suo nome e dirmi di cercare di ricordarmi di lui, per poter ascoltare il suo primo Ep o album. Ed è per aiutare la mia memoria che ho deciso di fargli tre domande, perchè le domande aiutano a conoscere e conoscere aiuta a ricordare.
1. Ciao Lorenzo, iniziamo dalle basi: chi sei e perché hai iniziato a cantare?
Sono un ragazzo di Roma che ha iniziato a studiare la batteria sin da piccolo. Grazie a questo e a un’educazione musicale che deriva principalmente dagli ascolti fatti con mio padre, mi sono appassionato alla musica . Durante il corso di studi ho imparato a suonare la chitarra e il pianoforte, naturalmente non con gli stessi risultati ottenuti con la batteria. Ho deciso di iniziare a cantare perché ho sempre scritto testi e canzoni, ma con l’intenzione di diventare un autore. Poi nel 2015 insieme ad altre quattro persone ho aperto uno studio di registrazione, il Pyramid Produzioni a Trastevere, e grazie a due dei miei colleghi e amici ho iniziato a pensare alla possibilità di diventare un cantautore. Quindi circa un anno fa abbiamo iniziato questo progetto totalmente da indipendenti, curando ogni minimo particolare sia musicale che organizzativo in maniera autonoma.
In questo momento stiamo preparando l’uscita di altri singoli, da poco abbiamo pubblicato Diploma che è il terzo brano dopo Al Volo e Quinto. Parlo al plurale perché questo progetto va avanti grazie alla cooperazione di più persone, in primis grazie a Federico Mezzana che produce con me i brani e si occupa anche del management, Paolo Casali che compone insieme a me la musica per i testi che scrivo e Dario Felli che si occupa di tutto ciò che riguarda il suono, quindi registrazione in studio e mix dei brani. Avendo quindi impostato il lavoro in maniera collettiva, anche per quanto riguarda l’apporto di musicisti che ancor prima sono amici, siamo riusciti a trovare un metodo di lavoro che somiglia ad una sorta di catena di montaggio: scrittura, produzione e post-produzione tutto con la totale autonomia. In questo modo, come per gli altri due, è nato l’ultimo singolo Diploma.
Il mio sogno in campo musicale intanto è di riuscire a campare con ciò che scrivo e produco, cosa sicuramente molto difficile soprattutto in un paese come il nostro, anche se ultimamente c’è stato un ritorno delle persone ai live degli artisti e questo è un bene per chi fa il nostro lavoro, perché denota un interesse alla musica che negli ultimi anni era un po’ scemato. Una delle prime cose che mi è stata detta quando ho iniziato a suonare è che fino a quando con la musica non ci si pagano le bollette non si può dire di essere musicisti, chiaramente è un’esagerazione ma diciamo che questo concetto fa più o meno capire quanto sia complicato vivere di musica. Poi naturalmente il sogno più grande è quello di riuscire ad arrivare al maggior numero di persone con ciò che scrivo, perché penso che la musica si faccia non solo per noi stessi ma soprattutto per comunicare qualcosa al prossimo, ognuno lo fa a modo suo e io cerco di farlo nel miglior modo che conosco.