[Musica Contro le Mafie] SOUND BOCS DIARY – Giorno 6: Gennaro De Rosa

“Sound Bocs”, la prima music farm a sfondo civile di Musica contro le mafieUn percorso creativo volto a risvegliare le coscienze attraverso l’arte, la cultura e l’unione che vedrà 10 artisti impegnati nella creazione di brani inediti e originali ispirati alle tematiche e ai valori di “Musica contro le mafie”. Un progetto di residenza artistica inedito in Italia che ha preso il via il 6 Settembre durerà fino a domenica 20 settembre. Supportato da “Perchicrea” di MIBACT e SIAE, Sound Bocs gode del patrocinio del Comune di Cosenza e della Partnership di PiùomenoPop, de La voce Produzione e dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

Ogni artista dovrà raccontare in un diario digitale il suo quotidiano, suoi pensieri, le sue valutazioni sullo staff, sui protagonisti, suoi compagni, sui luoghi visitati, sulla gente incontrata e tanto altro. Un diario che sarà pubblicato insieme ai brani realizzati in un volume editoriale cross mediale tra contenuti testuali e musicali che saranno consultabili attraverso dei QRCode. Il volume conterrà anche le immagini dei momenti migliori della residenza “SOUND BOCS”.

 

Giorno 6: Gennaro De Rosa

 

Questo è il mio giorno, il giorno in cui tocca a me scrivere il diario della giornata. Solo ora mi rendo conto di quanto sia complicato fotografare dei momenti che scorrono veloci ma che restano incisi nella memoria. Una memoria che poi ognuno di noi andrà a sviluppare come un vecchio rullino una volta tornato a casa e scoprire tante altre cose.

Decidere di fare Sound Bocs  nonostante le numerose difficoltà date dal periodo credo che sia stata la decisione più complessa e giusta che abbia mai preso.

Cance, Gero, Massimonero,  Cadmio e Giulia Zedda sono stati la mia famiglia in questi giorni, una famiglia dalla quale sarà difficile separarsi domenica mattina, un po’ per tutti, per Ale  del nostro Staff forse di più (ma questa è un’altra storia)

Qui da noi ai Bocs, si ride quando si arriva e si piange quando si va via. Mi mancheranno tutti a loro modo e quando accade questo vuol dire che mi sono lasciato contaminare dalle loro vite, dalle loro storie, dalla loro identità, dalle loro voci, dai loro dubbi, dalle loro paure, dalle loro paturnie.

Avevo bisogno come l’aria di questa esperienza, avevo bisogno di ognuno di loro così come li ho conosciuti, così come sono.

Questo luogo ha dimostrato di essere magico anche grazie a tutti i maghi che lo hanno abitato…tanti piccoli maghi, tanti piccoli Harry Potter in questo borgo che si è trasformato nel castello di Hogwarts nel quale anche il perfido Voldemort ha il cuore buono.

Stamattina i Boot Up Stage sono stati proprio come li avevo immaginati, anche se sto già pensando alla prossima edizione e alle cose da cambiare, stavolta voglio proprio godermi questo momento di stasi apparente. C’era un clima che faceva vibrare la pelle, sentivo l’emozione diversa di ognuno di loro come se fossi sulla loro spalla a sussurrargli nell’orecchio di respirare bene e far vedere a tutti di cosa sono capaci.

Nel pomeriggio come 5 piccoli diligenti e affrancati guerrieri dopo la battaglia finale, si sono recati in studio a lucidare i brani per l’ultima volta prima di lasciarli qui con noi, perché le loro opere sono concentrati di vita e continueranno a vivere oltre loro tra queste assi di legno.

La sera, che è il momento più triste di solito, quando il buio scende fuori e dentro, noi qui siamo capaci di far baldoria in barba al Covid, perché per noi  le mascherine non sono un impedimento le portiamo con piacere pensando ad un carnevale, ballare a distanza non ci dispiace perché pensiamo ad un antico minuetto. Questo è possibile perchè abbiamo la fantasia dalla nostra parte e la capacità di sognare ed immaginare quello che non c’è e renderlo reale.

E’ notte, mi sento stanco…un po’ come una batteria che ha bisogno della sua carica per ripartire e non capisco perché sento come se mi mancasse qualcosa…poi mi risuonano dentro delle parole di Don Luigi (Ciotti ndr) e menomale che c’è lui che sa sempre venirmi in aiuto quando non so come esprimere le cose che mi si affollano in gola:

“Chi vive per gli altri, vive negli altri” …e allora lo capisco ho un pezzo che è partito per Catania, uno per la Sardegna, un altro per Genova, uno per Foggia e l’altro per Mussomeli.

 

“Non seguire il sentiero già segnato, va dove non c’è alcun sentiero e lascia una traccia” – (l’ho detto io ricordando un libro di Sergio Bambarèn)

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