[So Sample] Gli Articolo 31 e la loro musica narrata attraverso l’uso dei sample e il commento di Dj Jad

A cura di Carmine Errico

 

Gli Articolo 31 hanno portato l’hip hop italiano a un livello superiore.

J-Ax e Dj Jad hanno posto le basi per elevare questo genere grazie al confronto con un’audience più ampia, stimolandone competizione e creatività. E han fatto in modo che il gergo tipico di questa cultura iniziasse a divenire di pubblico dominio.
Sette album pubblicati in dieci anni e una carriera sempre in ascesa. Due imprenditori della musica, partiti nell’industria musicale, facendo gli operai. Quasi a voler citare Jad in “Non c’è Rimedio” (uno dei tre brani che ho inserito in questo nuovo episodio di “So Sample!”). In questa canzone ritroviamo un campionamento di “Rapper’s Delight” della Sugar Hill Gang, primo pezzo hip hip pubblicato su scala mondiale. Era il 1979 e la già cantante e poi produttrice Sylvia Robinson creò una pozione magica che stregò il pubblico: unì riferimenti alla funky disco riprendendo il sample di “Good Times” degli Chic (band di Nile Rodgers e Bernard Edwards), il rap che impazzava nei party, e una patinatura da politicamente corretto che permise alla canzone di arrivare letteralmente ovunque, facendo da apripista ad altri grandi successi dell’epoca come “The Message” di GrandmasterFlash & The Furious5 (anche questa firmata da Sylvia Robinson).
Un prodotto commerciale. Si, commerciale, aggettivo accostato anche agli Articolo 31 quasi sin dagli esordi. Ascoltando “Così com’è”, terzo album del duo milanese pubblicato nel 1996, ci si rende conto: ci sono una hit dietro l’altra. E basterebbe citare i cinque singoli estratti “Tranqui Funky”, “Il funkytarro”, “2030”, “Così e cosà” e “Domani”, per rendersene conto.
Eppure “Non c’è rimedio” (insieme a “Fatti un giro”) spicca per la sua particolare attitudine hardcore. E qui il duo milanese, con anche Jad al microfono, non le manda a dire. Ax ricorda quando, ad una jam a Venezia, nel 1995, Kaos, Neffa, Deda, Gruff e Sean scesero dal palco in segno di dis-rispetto verso gli Articolo che venivano considerati “dei venduti”. Senza troppi giri di parole, nel pezzo, chiarisce:

“mangio la pietanza in abbondanza, se tu sei senza te ne lascio solo se mi avanza, non c’e’ rimedio per te io non mi sbatto più, egoista certo, me l’hai insegnato tu”.

E’ quasi come se dietro l’utilizzo del sample di “Rapper’s Delight” si sia voluto creare un parallelismo tra la Sugar Hill Gang e gli Articolo 31 entrambi tacciati di essere troppo commerciali.

“Credo che il termine commerciale – ha detto Jad – vada associato a qualsiasi cosa si vuol mettere in commercio. Se poi vende, vuol dire che è figa. Così come “Rapper’s Delight” che suona ancora oggi. Sugar Hill Gang han beccato il pezzo e quando becchi il pezzo diventi commerciale. L’hip hop per me sin dalle origini è stato tutto, a 360 gradi, soprattutto il party. “Rapper’s Delight” era un pezzo party così come lo era anche “Tranky Funky”. Certo, siamo stati i precursori in Italia ma come noi anche altri. Ma noi abbiamo portato a livello nazional-popolare questo genere. Ci mettevamo sempre a nudo – ha commentato Jad – Facevamo quello che ci sentivamo di fare, senza scopiazzare altri. Per cui se eravamo incazzati veniva fuori “Non c’è rimedio”. Quando eravamo allegri c’era “Trunky Funky”. E’ per quello che la gente ci ha premiati: eravamo noi stessi senza scopiazzare, avendo il nostro stile”.

Tra gli artisti che hanno reso l’hip hop un linguaggio universale, c’è stato anche Kurtis Blow che gli Articolo hanno campionato e con cui hanno collaborato in “Perché Si” (contenuto nell’omonimo disco del 1999), riprendendo la hit “The Breaks” che continua a far ballare dopo ben quarant’anni:

“Qui c’è una mia storia personale – ha continuato Jad – Quando uscì quel pezzo, era il 1980 ed ero un ragazzino. Ero al mare e nelle spiagge c’erano i famosi juke box. Qualcuno gettonò questo brano ma non sapevo chi fosse l’artista. Così mi misi davanti al juke box fino a quando qualcun altro non selezionò lo stesso brano è scoprì finalmente di quale pezzo si trattava. Successivamente, per tutto il mese di vacanze, dalla mattina alla sera, facevo suonare “The Breaks” di Kurtis Blow. Mi odiavano tutti ma io godevo quando mettevo quel brano. Quando incontrai Kurtis Blow per registrare “Perché Si” gli raccontai questa storia e lui mi abbracciò, felicissimo. E’ uno dei pionieri anche lui per cui ci tenevo tanto ad averlo”.

Ma gli Articolo 31 hanno utilizzato anche innumerevoli sample di artisti italiani, da Gaber a Patty Pravo, passando per Massimo Ranieri, Morricone e Lucio Dalla. Ma forse il più noto è quello di “Gianna Gianna” di Rino Gaetano rielaborato per la celebre “Ohi Maria” (“Messa di Vespiri”, 1994).
Forse un modo per rendere più riconoscibile il loro suono per il pubblico pop italiano?

“Il mio scopo – ha continuato Jad – era quello di scoprire le nostre radici, così come negli Stati Uniti campionavano James Brown o altri artisti, noi abbiamo campionato Natalino Otto in “La Fidanzata”, ad esempio. Era creare un proprio stile. Per cui gli americani facevano una cosa, noi Articolo 31 – italiani – facevamo la nostra cosa. Assolutamente non era una volontà di avvicinarsi al pop, o a un pubblico più ampio. Quello che facevamo – ha concluso – ero frutto dell’istinto, di passione, ricerca e evoluzione, senza ripetersi, avendo una propria identità”.

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