[Recensione] Il ritorno di Moltheni: “Senza Eredità”

© Avida Dollars (@nsfilmphoto)

 

A cura di Giuseppe Visco

 

Moltheni

Senza Eredità
(La Tempesta Dischi)

 

TRACKLIST:

01 ) LA MIA LIBERTÀ 

02 ) IERI 

03 ) ESTATE 1983

04 ) SE PUOI, ARDI PER ME 

05 ) IL QUINTO MALUMORE 

06 ) ESTER 

07 ) NERE GEOMETRIE PATERNE 

08 ) SPAVALDO 

09 ) SAI MANTENERE UN SEGRETO? 

10 ) ME DI FRONTE A NOI 

11 ) TUTTE QUELLE COSE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRTI

 

A dieci anni dall’ultima volta, Umberto Maria Giardini apre l’armadio e rimette i panni di Moltheni. E lo fa con grande stile: è uscito oggi per La Tempesta Dischi, “Senza Eredità”, undici anni dopo “Ingrediente Novus”.

Senza eredità è un sunto di Umberto Maria Giardini quando ‘interpreta’ Moltheni: una raccolta di tracce che non avevano mai visto la luce. Un insieme di brani rivisitati, corretti, modificati, completati.

Spegnete la luce e ascoltate “Estate 1983”, non è un brano di “Natura in replay”?. Rifate questa cosa e ascoltate “Se puoi, ardi per me”, non è “Ingrediente Novus”? Beh, “Senza Eredità” è un sunto, è l’essenza di Moltheni.

Non credo ci sia molto da aggiungere su Moltheni l’artista, si può semplicemente dire che è stato uno dei capisaldi del panorama musicale indipendente italiano. E un di più potrebbe essere questo: ha contribuito alla colonna sonora del debutto cinematografico di Franco Battiato, “Perduto Amor” – e ha interpretato la parte di un giovane cantautore (a nome Szabo Balaban).

Un album che è un percorso artistico musicale, che vi porterà a scoprire – o riscoprire – quello che Moltheni è ed è stato per la musica italiana.

Grazie, davvero.

(P.S.: “Il quinto malumore” è il gemello di “Il circuito affascinante”?)

 

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