[Intervista] “Antropocene”…parola di io(bestia)

© Roberto Belloni

 

A cura di Roberto Belloni

L’11 dicembre è uscito “Antropocene” il primo full lenght della band bresciana Io(Bestia). Ho avuto il piacere di conoscere il quartetto bresciano nel luglio del 2019, durante la loro live performance, come supporto agli storici Sick Of It All (qui trovate la gallery della serata)

Oggi ci ritroviamo, per un’intervista in streaming, con i ragazzi del gruppo. Ecco quello che ne è uscito. 

 

Da dove nasce l’idea di chiamare la band IoBestia?

Cercavamo un nome che rappresentasse ciò che facciamo, semplice ma allo stesso tempo che rimanga in testa, I0(BESTIA) è l’ambivalenza umana, sempre in bilico tra la coscienza dell’io e l’istinto più animalesco. Comunque alla fine ognuno può trovarci il significato che più gli aggrada.

 

Quali sono le influenze musicali da cui la band trae maggiore ispirazione?

Per quanto riguarda la parte strumentale amiamo band come gli Strife, Sick of it all, Raised Fist, invece per quanto riguarda i testi apprezziamo il modo di scrittura di Attrito, Sottopressione e Skruigners. Tutte band che hanno fatto e fanno la storia dell’hardcore.

 

Primo lavoro in studio. Come viene costruito un singolo brano degli IoBestia? Chi si occupa del songwriting e via dicendo?

I pezzi nascono quasi sempre partendo da un riff di chitarra o di basso, in sala prove si va a comporre il pezzo cercando sempre di registrare dei provini in modo da riascoltare e migliorare ciò che è stato tirato fuori. Una volta creato la strumentale Eddy va ad improvvisare trovando la linea vocale da seguire, e da lì in poi viene creato il testo su quella linea.

 

Raccontatemi qualche aneddoto curioso capitato durante il periodo in studio di registrazione 

Aneddoti curiosi non ne abbiamo. A parte quando il nostro chitarrista Umbe durante la settimana di registrazione aveva la febbre alta e si addormentava sul divanetto davanti al mixer mezzo moribondo, ma ecco, non è che sia un grande aneddoto da raccontare…ahahah piuttosto un ricordo. Durante la registrazione dei cori, tutti noi affiancati a cantare ridendo per le stecche, ecco quel ricordo, quella vicinanza l’abbiamo dovuta mettere in stand by, non vediamo l’ora di poter rivivere presto quelle sensazioni. 

 

Se poteste riassumere “Antropocene” in una parola/aggettivo quale scegliereste?

Guarda noi consideriamo proprio “Antropocene” quella parola che va a racchiudere il tutto, in quei 13 pezzi ogni singola parola detta fa riferimento a questa grande e malsana epoca. 

 

Il pezzo che più vi rappresenta all’interno dell’album?

Il pezzo più rappresentativo in questo momento è Non c’è più, tant’è che abbiamo deciso di promuoverlo con un video tutto in stile DIY.

“Non c’è più” descrive a pieno tutto quello che manca in questa società. Avevamo bisogno di dirlo a gran voce, gridando il disagio di chi non ha il potere, la possibilità di farsi sentire. Questo è un grido disperato, disilluso, l’essenza del concetto di ribellione che incita a non mollare, perché a conti fatti…“…bisogna restare sempre vivi!“”  

 

Oltre ad aver curato la composizione dei brani vi siete occupati anche della parte grafica o vi siete affidati a qualcuno?

Tendenzialmente ci piace curare con attenzione tutto il processo dalla A alla Z ma  per “Antropocene” ci siamo affidati al fotografo Roberto Belloni per gli scatti e alla grafica Laura Monteverdi per l’impaginazione del booklet. La sessione fotografica è stata fatta alla Valle di Mompiano più precisamente nell’area della vecchia polveriera militare, la scelta è ricaduta su quel posto in quanto è un’area disabitata con costruzioni ormai in disuso, abbandonate ma circondate dal  verde che prevarica sulle strutture in decadenza. 

 

Ultima domanda. Quanto vi manca suonare dal vivo? Presumo che la vera natura della band, unita al genere che proponete, abbia il suo zeitgeist durante un live set.

I tempi che stiamo vivendo non sono affatto facili, tutto il mondo dello spettacolo è stato bloccato creando un danno incredibile non solo economico ma anche culturale. Il live sono fondamentali, il contatto con la gente, passare ore condividendo musica e storie di vita. Ci manca e ci auguriamo di poter tornare sopra e sotto al palco!

Grazie per l’intervista.   

A presto

 

IO(BESTIA)

 

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