[SINGOLARMENTE] “Non credo in Dio” di Giorgio Ciccarelli

Piuomenopop per scelta editoriale non ha mai pubblicato contenuti su singoli. Ci siamo resi conto negli ultimi tempi che il momento particolare porta il mondo della musica a reinventarsi e a proporre diversamente i suoi contenuti…così abbiamo fatto anche noi 🙂
È per questo che nasce la rubrica SINGOLARMENTE, che non parla di album e live (e della seconda sappiamo perchè), ma delle piccole gocce che i vari artisti stanno rilasciando nel mare magnum della musica: i singoli.

È uscito il 3 giugno 2021 Non credo in Dio, il nuovo singolo di Giorgio Ciccarelli  che rinnova la firma con Le Siepi Dischi e Believe. Un nuovo racconto tormentato ed elettronico che ci avvicina sempre di più alla pubblicazione del terzo album solista del chitarrista, cantante e compositore con la collaborazione dell’autore di testi Tito Faraci e del produttore Stefano Keen Maggiore (Immanuel Casto, Romina Falconi, The Andre). Un nuovo Giorgio Ciccarelli, un nuovo mondo, presto svelato.

 

Ho fatto un controllo. A quanto pare, non è mai uscita una canzone in Italia che parlasse direttamente della fede – della mancanza di fede – in Dio proprio con questo titolo, così esplicito. Si sa che, soprattutto nel nostro paese, toccare “quell’argomento” è complicato, spinoso. Ma Non credo in Dio non è nata per essere una canzone provocatoria. Anche se forse poi lo diventa davvero. È innanzitutto una canzone amara, dolente, piena di una rabbia sana.

Qui una mini intervista.

Da dove nasce la scelta di pubblicare un singolo in un momento così delicato dove non si può suonare dal vivo?

Non potendo suonare dal vivo, l’unico modo per dare un segno della propria esistenza è appunto quello di pubblicare canzoni.

Raccontaci un po’ di questo brano, quali sono le tematiche che lo hanno ispirato? 

La tematica del brano è tutta racchiusa nel titolo “Non credo in dio”. È una canzone che parla della mancanza della fede in Dio, ma non vuole assolutamente essere una canzone provocatoria, è innanzitutto una canzone amara, dolente, piena di una rabbia sana, una rabbia che ti fa andare avanti e che ti dà una fede, sì, ma in te stesso. Una specie di preghiera laica rivolta al proprio io, intima e solitaria, una riflessione insomma…

Come è stato il lavoro di produzione in questo periodo? Avete dovuto lavorare da remoto? 

Sì, abbiamo dovuto per forza di cose lavorare da remoto, anche se questa scelta non è del tutto dovuta al periodo di lockdown, quanto al fatto che Stefano Keen Maggiore (il produttore artistico), vive a Bologna mentre io opero a Milano. Ormai la tecnologia permette di lavorare agilmente a distanza e devo dire che io trovo questa modalità più costruttiva, perché si riesce a trovare il tempo per riflettere meglio sulle cose, sugli arrangiamenti, insomma hai modo di non essere incalzato dal tempo che scorre inesorabile nello studio di registrazione.

Questo brano anticipa qualcosa? Uscirà anche un album nel prossimo futuro?

Certo, questo brano anticipa un album che s’intitolerà “Niente demoni e dei” e che uscirà in autunno, quando si spera, si possa tornare in giro a suonare.

Cosa possono fare i tuoi ascoltatori per supportarti in questo periodo complicato?

Credo che l’unica cosa che possano fare gli ascoltatori sia quella di ascoltare, riascoltare ed eventualmente diffondere.

 

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