[Recensione] Le diverse anime di Stefano EDDA Rampoldi: esce oggi Illusion

@ RAY BANHOFF

ILLUSION

EDDA

(Al-Kemi Records/Ala Bianca)

 

A cura di: Renata Rossi

 

TRACKLIST

1. Mio capitano
2. Alibaba
3. La croce viva
4. L’ignoranza
5. Signorina buonasera
6. Trema
7. Carlo Magno
8. Gurudeva
9. Lia
10. Mirai
11. Brown

 

Stefano il rocker, il santone, il drogato, l’emarginato, l’ultimo, il folle.
Stefano e i suoi racconti assurdi, di vita vera, vissuta, le sue bugie, le sue paure, le nostre.
Stefano, una voce la sua, unica, vera, capace di farci precipitare negli abissi e di farci toccare il cielo con le dita.
Stefano, un’anima che esce sempre fuori, ad ogni suo album.

Stefano Rampoldi, in arte EDDA, ex cantante dei Ritmo Tribale, una delle più imporanti rock band anni ’90.
Dopo una lunga pausa, triste e difficile, capace di mettere a dura prova la vita stessa del cantante, nel 2009 Edda torna alla grande con Semper Biot, prodotto da Taketo Gohara, un album che spiazza tutti: il disco è commovente, il cantante si presenta al suo pubblico con un’anima nuda e indifesa,  sincera e diretta.
Odio i vivi, l’album successivo, mostra invece un altro aspetto di Edda, la sua rabbia, la sua disperazione, il sangue, le viscere, le urla di una voce che inveisce e sputa veleno.
Stavolta come mi ammazzerai? rappresenta la consacrazione del cantante e del suo mondo schizofrenico e sanguigno: in copertina la famiglia, l’amore, gli affetti, nei testi impeti di rabbia, odio, amarezza verso la vita.
Arriviamo al 2017 con Graziosa Utopia, disco maturo, consapevole, musicalmente insuperato, probabilmente una delle pietre miliari della musica rock italiana.
 Fru Fru (qui la recensione) è la svolta pop che investe la musica di Edda, velandola di spensieratezza, di un’apparente e malinconica leggerezza.

 

 

IL NUOVO ALBUM

 

Esce oggi 23 settembre “Illusion”, sesto album in studio di Edda che contiene 11 brani inediti prodotti da Gianni Maroccolo.
“Illusion” (ɪˈluːʒ(ə)n) allude a “Maya”, termine sanscrito che significa appunto “illusione” e che rimanda allo strato superfluo e superficiale che ricopre la vera essenza delle cose.

Ancora una volta Stefano Edda Rampoldi cambia pelle, lui che crede in Krishna e nella rincarnazione, è capace di rinnovarsi ogni volta, di sorprenderci, restando tuttavia credibile, convincente, emozionante. Di solito i fan non perdonano, restano saldamente ancorati ad una personale visione dell’artista, ad un suono riconoscibile, ad un calco, un’impronta nella mente. E la critica fa lo stesso, spesso mastica male alcuni passaggi, non digerisce alcuni cambiamenti.

Con Edda è tutto diverso.

Edda non è per tutti, ricordiamo che il cantante lombardo non ha certo una voce “canonica” nè scrive testi facili, ma chi lo ama apprezza sempre i suoi mutamenti, probabilmente perché ne coglie di volta in volta la sincerità disarmante, il suo essere senza filtri, “semper biot“. Stralunato, naif, Edda si presenta così, nei suoi album come nella sua vita: prendere o lasciare.

La mano di Maroccolo come produttore di “Illusion” non resta in superficie, ma dà nuova luce ad ogni brano esaltando la potenza evocativa dei testi, la loro follia, la capacità di colpire dritto al cuore e allo stomaco. Perché se è vero, come dice lo stesso Marok, che

Questo disco trasuda purezza, quella un po’ ingenua che riconosci solo nei grandi Artisti e negli esseri umani Illuminati

la purezza viene restituita in una veste nuova, curata, preziosa. Un po’ come fosse una bella donna che si prepara ad andare ad una festa. Possiede già tanto ma sa che un corpo sinuoso e avvenente non basta: il giusto abito, i capelli ben sistemati, le scarpe più eleganti sapranno fare il resto.

Maroccolo smussa gli spigoli, calma la rabbia e la bile dei primi album, senza snaturare mai l’essenza, la vera natura dell’artista. I suoni si allontanano anche dalla leggerezza di Fru Fru, da quella freschezza, da quell’alone di positività che attraversa tutto l’album.  Qui le chitarre, le melodie, le dinamiche fluide, l’utilizzo di voci e cori sono sempre a servizio della voce di Edda che si offre a tutti noi con versi strazianti, intimi, struggenti. Tutto fa da colonna sonora alle emozioni, al flusso di coscienza in cui domina un apparente nonsense (come in Mio Capitano, brano di apertura) che nasconde una capacità di parlare alle coscienze, di svegliarle, di commuoverle.

In alcuni pezzi più che in altri è in evidenza il modo unico di Edda di ironizzare sulla vita, di non volersi prendere mai sul serio, i suoi divertissement, l’ironia, la dissacrazione (Alibaba, L’ignoranza), altri sono più diretti e rock (Carlo Magno).
Il resto lo fa l’amicizia tra i due che hanno già collaborato nel disco uscito in piena pandemia  “Noio; volevam suonar” (qui la nostra recensione).

Spiegare cos’è il lutto, cosa significa la perdita di un familiare è inutile e non si potrebbe mai farlo  in maniera narrativa o didascalica. Ecco che Edda decide di andare oltre con Lia, nono brano dell’album. La canzone dipinge con delicatezza il quadro di una mamma, che, prima di esser madre, è stata bambina, figlia, donna. Ed è proprio la vita di questa e di tutte le donne e le mamme ad esser protagonista, accompagnato da una struggente malinconia, e da una profonda tristezza velata da un sorriso nostalgico.

Credo che sia necessario esser pronti ad ascoltare un disco di Edda, perché la schiettezza, la sincerità, la poesia, spiazzano. Le sue angosce sono anche le nostre; tuttavia un ascolto attento potrà essere d’aiuto a liberarci, fosse anche per pochi istanti, dal peso enorme che spesso ci opprime.

 

Edda tornerà dal vivo con ILLUSION TOUR ad ottobre 2022. Il tour è organizzato da Locusta Booking, di seguito i primi tre appuntamenti confermati:

19 OTTOBRE – ROMA – MONK

20 OTTOBRE – BOLOGNA – LOCOMOTIV

19 NOVEMBRE – MILANO – ARCI BELLEZZA