
A cura di Erica Biscuolo
E’ Venerdì 21 Aprile e Torino si risveglia sorpresa da una pioggerellina debole che, tuttavia, non soddisfa l’esigenza d’acqua che da mesi tiene i suoi abitanti a naso in sù, a sperare che qualche nuvola benevola riversi sulla città alcune gocce tanto attese. Il grigio umido del cielo e la brezza tagliente che si alza dal Po, lungo le cui rive si trova il centro culturale Cap10100, diventano la cornice ideale per il live set dei due musicisti, Jim O’Rourke e Eiko Ishibashi, che quest’anno sono stati scelti dalla direzione artistica di Alessandro Gambo come preview del festival Jazz Is Dead!, rassegna musicale torinese che ogni anni propone una line up di artisti sperimentali, alternativi ed audaci, decisi a dimostrare che il jazz, inteso non solo come genere musicale, ma come attitudine, come ricerca e rottura nei confronti della convenzionalità, è più vivo che mai.
Jim O’ Rourke, musicista statunitense eclettico e innovativo, annoverato tra i padri del post-rock e leggendario produttore di band quali Wilco, Sonic Youth, Stereolab, ed Eiko Ishibashi, polistrumentista e cantante giapponese, autrice di diverse colonne sonore tra cui quella per Drive My Car (premio Oscar come Miglior Film Internazionale nel 2022) propongono sul palco del Cap10100 un concerto che esplora le possibilità dell’improvvisazione musicale unendo, sia l’utilizzo del computer, che di strumenti più “tradizionali”, quali il flauto traverso suonato dalla Ishibashi. Analogico e digitale si fondono insieme nella creazione di paesaggi sonori dall’atmosfera post-apocalittica, regalando agli ascoltatori la bizzarra sensazione di venire estraniati dallo spazio in cui si trovano, e sentirsi smarriti in un panorama sconosciuto e desertico. Il loro lavoro è ipnotico e suggestivo, presto fa perdere la cognizione del tempo e, dissociati dal proprio corpo, ci si ritrova in un universo di suoni quasi alieni, che ti cullano nella loro rassicurante ripetitività per poi spiazzarti e condurti verso nuovi e sempre più criptici paesaggi.
La loro collaborazione, incentrata sull’ibrido strumento/computer unita all’influenza del mondo sonoro della musica elettronica classica, prosegue ormai da diversi anni e rappresenta la perfetta anticipazione dell’idea musicale e del concept identitario che il festival nella sua sesta edizione vuole trasmettere, un’edizione che pone al centro della sua proposta l’espressione artistica libera, che si manifesta come fluidità, condanna dei dogmi e delle etichette di genere.
La curiosità e le aspettative crescono in attesa di venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio quando il corvo, mascotte del festival, prenderà il volo, anche quest’anno partendo dallo spazio industriale del Bunker, covo underground nella periferia delle città, palco su cui le ventuno formazioni annunciate si esibiranno, spingendosi oltre i confini della comfort zone musicale del territorio torinese. Jazz Is Dead! rappresenta ormai un appuntamento immancabile per gli appassionati del genere e non, per gli spiriti liberi e le menti aperte che prendono gusto nel veder disintegrarsi ogni tradizionale definizione.
Programma
Venerdì 26 maggio, Bunker:
Pan Daijing
Sarah Devachi
Nziria
Leya
Upsammy
Stefania Vos
live visual by LSDR
Emisfero by MagdaClan
Sabato 27 maggio, Bunker:
C’mon Tigre
Shackleton
Lalalar
Daykoda 4tet
Marlene Ribeiro
Sunny Levi
Pho Bho Records
live visual by LSDR
Emisfero by MagdaClan
Domenica 28 maggio, Bunker:
Boris
Moin (Raime + Valentina Magaletti)
Brandon Seabrook + Cooper-Moor + Gerald Cleaver
Gabriele Mitelli + John Edwards + Mark Sander
Orchestra Pietra Tonale
Emisfero by MagdaClan
Epilogo
Sabato 3 giugno, Cinema Massimo:
Irreversible Entanglements
Venerdì 9 giugno, Planetario di Torino:
Mabe Fratti

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