[Live Report] L’HUMANIZE CLUB TOUR di Andrea Appino arriva in Calabria

Appino live @ MOOD Social Club  27/03/2004

HUMANIZE CLUB TOUR 2024

Live report a cura di Renata Rossi

 

Setlist

Del Nostro Avvenire
Metti Questa Al Mio Funerale
È Solo Una Bomba
Rockstar
La Fine Di Un Ragazzo
Carnevale
Genio Della Lampada
L’ Adunata Dei Disinteressati
Enduro
Che Il Lupo Cattivo Vegli su Di Te

Assolo acustico
La Festa Della Liberazione
Quando Mi Guardi
Il Lavoro Mobilita L’Uomo
1983
Ora
Ulisse

Il Testamento

 

L’ HUMANIZE CLUB TOUR 2024, il tour in solo di Appino, il 27 marzo ha fatto tappa in Calabria, al Mood Social Club di Rende (CS).

Il cantante sta portando in giro per l’Italia Humanize, il suo album più complesso e ambizioso, un album di 14 tracce e 9 skit numerati,  denominati #hmnz (humanizer), che riportano le voci, le sensazioni, le emozioni di parte di centinaia di persone intervistate sul tema dell’umanità. Chi siamo? Cosa ci facciamo al mondo? Quali sono le nostre ambizioni?
Sono queste alcune delle domande che si pone, senza trovare risposta, il cantante toscano e che rivolge alla gente.

Le canzoni analizzano l’umanità, la disattesa superiorità morale dell’uomo, gli slanci verso gli altri, il lato oscuro del nostro essere, le maschere che ciascuno di noi indossa, l’infinità ipocrisia delle nostre vite. Un concept album intervallato da skit che ospita stralci di pensieri di gente comune, fan degli Zen, carcerati, anziani in centri di riposo, un’umanità insomma quanto più possibile eterogenea e variegata. Il tutto, ancora una volta, rivela la voglia di Appino di aprirsi, esprimere concetti e gridarli in una canzone. Questa volta, però, il suo pensiero viene rivissuto, analizzato, scandagliato proprio a seguito di quello delle tante persone intervistate.

Ma andiamo al live.
Mi trovo seduta sul divanetto del locale a sorseggiare tranquillamente un drink, sono convinta che manchi ancora un po’ all’inizio del concerto, qui da noi le cose si fanno con lentezza e tranquillità. Invece vengo smentita, non sono nemmeno le 22,30 quando sento proprio le voci di hmnz#1, hincipit di Humanize. Mi alzo di scatto e mi dirigo verso il palco. I musicisti che accompagnano Appino (Matteo D’Ignazi (batteria), Davide Barbafiera (moog e campionamenti), Valerio Fantozzi (basso) e il compagno “Zen” Fabrizio “Thegeometra” Pagni) sono pronti, di lì ad una manciata di secondi entrerà, acclamato dal pubblico presente, anche il cantante toscano.

Vogliamo stare soli, ma non lo sappiamo fare
Perché è da quando siamo al mondo che abbiamo bisogno
Di essere accuditi e avere persone intorno
E possiamo costruire quello che vogliamo
Ma esseri umani siamo, e tali rimarremo

 

 

Nonostante le nostre ambizioni siamo esseri umani e abbiamo bisogni essenziali e semplici, questo ci dice Appino in Del Nostro Avvenire, e io sono lì, col fiato sospeso, trascinata da mille emozioni che mi pervadono. Dal vivo la forza dei messaggi dell’album arriva infatti con più potenza, in più, questa volta, Appino sceglie che a parlare sia soltanto la musica. Nessuno stacco, nessuna presentazione dei brani, ciascuna canzone è lì pronta a deflagrare e a lasciare il segno. Appino, mai come in questo tour, si mostra completamente nudo e senza filtri, senza la protezione che può derivare dagli altri membri della sua band sul palco.
E allora, dopo la triade iniziale ( a Del nostro Avvenire seguiranno Metti Questa Al Mio Funerale e È Solo Una Bomba) spazio anche a Rockstar, estratta da Grande raccordo animale, secondo album solista del cantante.
Carnevale è una ballata intrisa di umanità e Il genio della lampada possiede arrangiamenti ariosi ed evocativi che lo innalza a uno dei brani più a fuoco dell’intera carriera solista di Appino

Siamo un carnevale, dei fogli di giornale al vento
Una carovana diretta verso il mare aperto
Ti prego, la maschera che hai non toglierla mai
Non toglierla mai
Ah, ah, ah, ah
La maschera per gli esseri umani è qualcosa che serve
Per vivere
Per assurdo è la nostra anima

 

Dopo una breve pausa mostra ancor di più la sua anima di vero artigiano della musica e della parola, presentandosi da solo sul palco in un set acustico che pesca maggiormente da Grande raccordo animale e da Il testamento, primo album solista del cantante che gli valse la vittoria del premio Tenco nel 2013. Spazio però anche all’arpeggio di chitarra che si trova in Quando mi guardi e Ora, estratti da Humanize.
Il viaggio intrapreso idealmente durante il concerto, termina proprio con Ulisse, simbolo dell’amore per la conoscenza, del voler andare oltre i propri limiti, seppur consapevoli degli scogli e delle avversità che si troveranno lungo il percorso.

La band torna sul palco, è tempo di salutare il pubblico. Meglio non si potrebbe fare se non con il brano simbolo della carriera solista di Appino, sempre molto sentito dal cantante e dal suo pubblico, intriso di emozioni  e tiratissimo, oggi come dieci anni fa. Il Testamento è rabbia e consapevolezza, schizofrenia espressiva e commozione, umanità e compassione, un insieme di sensazioni che racchiudono la vertigine emotiva che ci si porta dentro dopo ogni concerto di Andrea Appino.

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