
A cura di Antonio Bastanza
“Tutte le esperienze che ho avuto negli ultimi tempi sono di colori veramente opposti.
Sto vivendo momenti di grandissima gioia ma anche di grande scoramento
Eppure la vita ha una forza superiore a questo scoramento.
La vita ha un andare a se stante che è davvero prodigioso
ed è veramente “non fermabile”.
questo respiro di vita che ho io e tutte le persone che conosco è bellissimo
se riuscissimo a vederci come un miracolo, se ognuno di noi riuscisse a vedere la propria esistenza come un miracolo
di conseguenza vedremmo il miracolo anche nell’altro
e riusciremmo a essere meno annoiati e meno anelanti ai desideri di oggi.
Ecco, riconoscere il miracolo che è in noi sarebbe una buona base di partenza per star bene.”
Era il 2017 quando intervistammo Paolo Benvegnù in occasione del premio Musica contro le Mafie.
Era da poco uscito “H3+” e Paolo veniva fuori da un periodo poco felice a causa di alcuni importanti problemi di salute.
Ogni frase di Paolo era un inno a vivere la vita, a capirla, a precognizzarla, immaginando il futuro, come dice nell’intervista.
Ad amarla, soprattutto.
Paolo Giuseppe Benvegnù, l’Omero che ha narrato l’odissea di ogni essere umano in questa vita, è nato il giorno di San Valentino di alcuni anni fa, ha attraversato luoghi, palchi, pubblici, locali, piazze portando ovunque la meraviglia di cui era fatto, come uomo prima che come artista.
La persona che dispensava sorrisi a chiunque, prima e dopo un concerto, anche nei posti più improbabili, nelle situazioni più irreali, l’uomo che prima di salutarti ti abbracciava riempiendo con la sua dolcezza ogni crepa dell’anima, non può essere raccontata.
Non ci sono parole per descrivere a fondo cosa voleva dire parlare con lui, incontrarlo, condividere pensieri ed emozioni.
E non ci sono parole per dire quanto mancherà a questa vita.
Benvegnù è stato un grandissimo cantautore, prima con gli Scisma e poi da solista, e che abbia ricevuto, come artista, di gran lunga meno di quanto ha dato con le sue canzoni è un peccato imperdonabile.
Anzi, leviamoci subito il dente: Paolo Benvegnù è il più grande cantautore italiano degli ultimi 30 anni e nessuno, nella sua generazione, ha raccontato le miserie e le bellezze dell’animo umano come ha fatto lui.
Eppure oggi è, per tanti, troppi “quel bravo cantante che ieri sera era in tv e oggi è morto”
Che peccato, e che rabbia!
Abbiamo accettato che a raccontarci la realtà, la vita, i sentimenti fossero penne prive di magia, cronisti generazionali incapaci di scorgere la meraviglia e mostrarcela a tinte vere, forti intense.
Ci siamo accontentati di fotografie sbiadite di pompe di benzina self service, dei finti colori dei maglioni tuoi che prima erano miei, di operazioni matematiche su terapie antalgiche e antifebbrili.
E no, le canzoni di Benvegnù, alte, ricercate, eleganti non erano per pochi. Il suo talento autoriale era diretto senza essere banale, la sua emozione per tutti quelli disposti ad accoglierla.
La verità è che la gente non ha bisogno di qualcuno che le racconti la realtà perchè ha bisogno di raccontarsi, come direbbe Paolo, ha bisogno di riconoscersi in canzoni che possa aver scritto, con i propri mezzi e il proprio linguaggio, un pò come godere di foto fatte con un cellulare perchè potrebber essere come quelle fatte da loro.
E se Paolo Benvegnù aveva una colpa, artisticamente, era quella di essere uno straordinario pittore, la cui tavolozza era piena di mille sfumature di colori, di tutti i colori che la vita può contenere.
Che gran peccato che il Tenco sia arrivato così tardi, che i riflettori stessero iniziando ad illuminarlo un po’ di più e un po’ più spesso solo ora. Ne abbiamo gioito tutti di quel premio, e tutti abbiamo gioito ogni volta che abbiamo visto riconosciuto il suo meraviglioso talento.
Quel talento che non smetterà mai di illuminarci, perchè ascoltando le sue canzoni
Rinasceremo ancora come luce nel riflesso di un diamante
Paolo, il nostro Paolo non è morto, la sua anima è semplicemente diventata poesia e non ci abbandonerà mai.
Tutti i nostri articoli su Paolo Benvegnù

di +o- POP