“La poesia vive nella voce dell’uomo che la legge”: escono oggi due nuovi brani di “Sorge”

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Stamattina mi chiedevo che cos’ abbia la poesia di diverso dalla prosa, del perché la poesia possieda un potere suggestivo ed emozionale che la prosa non ha. Nella poesia ciascun verso, ciascuna parola, se recitata o cantata, sono dotati di una musicalità propria che va oltre il significato stesso delle parole. Questa riflessione mi è venuta fuori, pensando alle parole di Corrado Nuccini (Giardini Di Mirò) che ho avuto l’onore di intervistare pochi giorni fa. A proposito del Premio Nobel dato a Dylan e del rapporto musica-poesia Corrado ha detto questo: “Non credo alla poesia scritta per il foglio, la poesia vive nella voce dell’uomo che la legge e dà vita al suo incanto”.
Ecco, Emidio “Mimì” Clementi possiede una capacità evocativa e poetica unica nel panorama musicale italiano. Con i suoi Massimo Volume da anni ci ha abituato ad un certo modo di far musica e arte, in cui post- rock, rumore, ritmi inquieti e suoni sporchi fanno da accompagnamento ai testi recitati, talvolta urlati di Mimì.
L’incontro con Marco Caldera, che già collabora coi Massimo Volume dal 2013, anno dell’uscita di “Aspettando i barbari”, ha dato vita  ad inizio 2016, al progetto “Sorge” e ad un disco di brani inediti, “La Guerra di Domani”, pubblicato da La Tempesta Dischi. Il nuovo lavoro possiede un nuovo vestito musicale, fatto di elettronica, pianoforte e voce, un vero e proprio stravolgimento della tessitura musicale a cui eravamo abituati, brani in cui loop ripetitivi e ossessivi fanno da accompagnamento al parlato di Clementi, nei panni nuovi di rapper colto, elegante e sensibile.

Con queste parole Mimì ha raccontato il suo “avvicinamento” al pianoforte…

 

“Qualche tempo fa ho ricevuto in regalo il vecchio piano verticale che ingombrava il soggiorno della nonna di mia moglie. L’ho fatto restaurare, l’ho piazzato in studio e per più di un anno sono rimasto a guardarlo, senza osare metterci le mani sopra. Quando finalmente ho iniziato a prendere lezioni, Bruno, il mio giovane insegnante, s’è stupito di quanta soggezione avessi dello strumento, non mi spingevo mai oltre la corretta esecuzione di un esercizio. “Cosa te ne importa di sbagliare? Osa, metti le dita dove non dovresti metterle. Sei o no un musicista?”. Quelle parole sono state il mio piccolo satori. Di colpo ho preso a considerare il piano per quello che è, una possibilità espressiva.

Ho cominciato allora a registrare semplici linee melodiche e a girarle a Marco, il quale si è impegnato ad arricchirle, a dargli una struttura, un ritmo, creando un paesaggio su cui poi sono nati i testi.

E’ stato in quel periodo che, leggendo una vecchia rivista di storia, mi sono imbattuto in Richard Sorge, la spia sovietica impiccata dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Più che la scaltrezza e il coraggio, di Sorge mi ha colpito la capacità quasi sovrumana di interpretare fino alla morte il ruolo a lui più odioso, quello del nemico nazista.

I pezzi scritti non parlano di lui, ma è come se si muovessero nell’ombra tracciata dalla sua vicenda umana, in quella faglia tra ciò che si è e ciò che la vita ci conduce a essere.”

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In questi mesi abbiamo reso nostre le tracce di “La guerra di domani“, dotate di un lirismo e insieme di una capacità di raccontare e descrivere persone, amici, viaggi, sentimenti così intensi da sembrare universali, appartenenti anche al nostro mondo. L’invocazione, come fossero Dei, ai maestri Lowell e Roth,  in “Noi facciamo ciò che siamo”, un omaggio ad un amico nel racconto vivido di un viaggio fisico e mentale in “Nuccini”, la rassegnazione di un uomo ormai maturo in “Accetto Tutto”, la descrizione attenta storie e persone in “Bar Destino” tutto questo e altro ancora si scopre, traccia dopo traccia, ascoltando “La guerra di domani”.
Oggi, 18 novembre, come vi avevamo anticipato qui su piuomenopop qualche giorno fa, Sorge ci regala in formato digitale due nuovi brani, usciti sempre per “La Tempesta”: il nuovo singolo “La sera” accompagnato dal video di  Umberto Nicoletti e la Bside “Cronaca da un motel”. Ci troviamo davanti a due pezzi in cui nuove sperimentazioni sonore prendono forma. Il pianoforte cede il posto ad elettronica, sample vocali, rhodes distorti. In “La sera”, Mimì riscopre il buio, la notte (“che ritorna costante”) per rendere il suo cantato più intimo e vivo.
Hip hop e sfumature quasi techno si trovano in “Cronaca da un motel“, in cui, su un testo di Sam Shepard, Mimì ci racconta un sogno.

Dopo aver ascoltato questi due ultimi gioielli non potrete non voler andare ad ascoltare “Sorge” dal vivo.

Solo così potrete vedere come, tutto ciò che abbiamo provato a spiegarvi a parole: le emozioni, la potenza espressiva di Mimì, le suggestioni di voci e musica, prenderanno forma e colore in una serata indimenticabile.

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