A cura di: Andrea Fantini
One Dimensional Man
You Don’t Exist
(La Tempesta International)
Tracklist:
01. FREE SPEECH
02. YOU DON’T EXIST
03. IN THE MIDDLE OF THE STORM
04. NO FRIENDS
05. A PROMISE
06. A CRYING SHAME
07. IN SUBSTANCE
08. WE DON’T NEED FREEDOM
09. DON’T LEAVE ME ALONE
10. ALCOHOL
11. THE AMERICAN DREAM
Ritornano gli One Dimensional Man e ritornano a sanguinare i timpani. Il nuovo disco della band capitanata da Pierpaolo Capovilla (Basso / Voce), Carlo Veneziano (Chitarra) e Franz Valente (Batteria) da alla luce You Don’t Exist, uscito per La Tempesta International il 23 febbraio 2018.
Si tratta del sesto disco della band veneta che sprigiona tutto quello che può regalare un inverno di nebbia e buio. Se non sei pronto psicologicamente, un loro disco può spaventarti e lasciarti traumatizzato per lungo tempo. Non è cambiato granché dai dischi precedenti, si trova sempre un impatto sonoro notevole e probabilmente una maggiore maturità dovuta al tempo trascorso e alle differenti esperienze musicali tipo Il teatro degli Orrori e Buñuel che vedono partecipi Capovilla e Valente.
Fin dalla prima traccia “Free speech”, quel dannato basso, quella chitarra assordante e quella batteria che esplode come candelotti di dinamite ti attaccano al muro e non ti lasciano toccare terra per undici tracce che una dopo l’altra aumentano sempre di più d’intensità .
“You don’t exist”, parte subito dopo e si ripete sempre la stessa storia, stesso muro, stessa violenza. Se si chiudono gli occhi sembra di avere un treno lanciato a folle velocità contro di sé.
Sembra che questa volta i ragazzi abbiano un conto in sospeso con qualcuno o qualcosa e non intendano andarci per il sottile. Il disco scorre molto velocemente e, al netto di tutto, non cala mai di una virgola, fino a “A crying shame” che, con un cantato molto più leggero, ti permette di rifiatare un po’.
“Don’t leave me alone” è la consacrazione di un disco che non ha certo nulla da temere nello scenario italiano, e si prende la sua parte di scena senza tanti fronzoli. Nel video, estratto proprio da quest’ultimo brano, si nota tutto il disturbo che può esserci in una band come questa, della necessità del trasmetterlo e condividerlo.
“The american dream” cita in ordine di mandati tutti i presidenti americani, ad ognuno dei quali dedica un timbro di voce quasi differente…Fino ad Obama.
La fortuna degli One Dimensional Man e che sono paragonabili solo a loro stessi, e no, non sono un gruppo che fa musica per vendersi o far televisione. Ottimo lavoro, super consigliati dal vivo.
ONE DIMENSIONAL MAN – You don’t exist live:
12 aprile Circolo Ohibò – Milano
13 aprile sPAZIO211 – Torino
One Dimensional Man @ Lumiere, Pisa [Live Report e Foto]
di +o- POP