La voce che incanta: Weyes Blood

Nathalie Mering, in arte Weyes Blood, è uscita il 21 ottobre con l’album “Front Row Seat To Earth”, per Mexican Summer red essential, Goodfellas.
Nel 2014 con “The Innocents” la ragazza cresciuta in Pennsylvania, si era fatta conoscere per la sua splendida voce.
Il nuovo album risulta un lavoro più maturo in cui viene fuori il timbro etereo e ultraterreno della cantante, la sua capacità di esprimersi in vibrati celestiali, tra folk americano, musiche celtiche e suoni rinascimentali.
La nostra Enya Americana, tuttavia, cerca di non allontanarsi troppo dal mondo terreno, né nel tempo né nello spazio, vuole restare a terra in una ricerca continua strumentale e sonora che fonde suoni più antichi a computer e synth, inserisce muri sonori corali e sovrapposizioni di voci al suo (splendido) timbro, sceglie soluzioni dream- pop e ricerche avanguardistiche che sembrano voler tendere la mano a Björk.
Le prove migliori le troviamo quando, in questo suo intento, viene premiata la voce e le soluzioni musicali più orecchiabili, anche se retrò. Questo succede nelle ballate folk di “Seven Words” e “Do you need my love”.
Altra prova interessante è “Can’t go home”, in cui Nathalie sembra avere le idee più chiare e non aggiunge troppi costrutti e trame sonore barocche alla sua voce.
“Be Free” e “Used to be” utilizzano melodie vagamente sonnecchianti e dolenti, ma anche dolci ed emozionanti. Ciò che non convince troppo sono soprattutto gli (evitabili) coretti e “infiocchettamenti” musicali.
Quest’album è in definitiva sicuramente affascinante e accattivante, un elogio ad una voce sognante che riesce ad emozionare. Ciò che non risulta sempre convincente sono, in alcuni episodi, le ricerche musicali sghembe, che sembrano voler “lottare” per cercare una soluzione che sia una via di mezzo tra revival e avanguardia musicale.