Rock Contest: chi sono i finalisti? Intervista ai The Manitoba


THE MANITOBA sono Giorgia Rossi Monti e Filippo Santini (Blue Popsicle, Cento).
Iniziata come progetto chitarra/voce acustico, grazie all’intervento del produttore Samuele Cangi (Passogigante, Nothing For Breakfast), il gruppo si e’ spostato verso un alt-rock con influenze chiaramente elettroniche, che non disdegna i suoni internazionali più interessanti del momento e che vuole, parallelamente, anche farsi portavoce di un nuovo modo di scrivere melodie vocali.

 

Volendo descrivere la vostra musica a qualcuno che non vi ha mai ascoltato, cosa direste?

Gli diremmo che la nostra musica è qualcosa di nuovo, magari non perfetta, ma fresca. Qualcosa che ha a che fare con l’elettronica, con il pop, ma anche con il garage rock. Qualcosa che non disdegna l’internazionalità dei suoni, ma neanche il bilinguismo inglese-italiano dei testi. O forse più semplicemente gli diremmo: “facciamo giusto un po’ di musica adatta alla mezzanotte, quando sei stanco ma non vuoi per forza abbandonarti al sonno: sensuale, calda, ma anche molto ritmata nello stesso tempo. Ci piacerebbe tu ci pensassi come se i Last Shadow Puppets incontrassero Battisti; o come se i The Kills suonassero le canzoni di Serge Gainsburg.

 

Il Rock Contest nasce con l’intento di dare un palco e la possibilità d’espressione alle giovani band, ben prima dell’esplosione dei talent. Avvertite in qualche modo il “peso” di rappresentare quest’espressione culturale più vera e meno patinata?

Siamo quasi del tutto contro i Talent, soprattutto XFactor e The Voice, che secondo noi rappresentano un alto livello di pacchianeria, in cui peraltro non si premia la “creatività” ma piuttosto “il bel canto” e la “convenzionalità più canonica”, cose che a noi non interessano. Detto questo, se inventassero un format televisivo riservato a band alt-rock, garage, indie, Electro-rock, Rock; un format in cui le band sono obbligate a suonare pezzi loro e a mostrare il loro livello di creatività, e in cui magari in giuria ci sono Iggy Pop, Bob Dylan, Joshua Homme e Alison Mosshart, non esiteremo ad andarci. Per quanto riguarda il Rockcontest, lo amiamo molto, con le sue non-patinature e la sua ecletticità , e non vorremmo mai cambiarlo; parteciparvi ed essere meno luccicanti ma più veri di coloro che partecipano ai talent è un pregio, non un peso! In più quest’anno il presidente della giuria è il nostro cantante italiano preferito quindi non potremmo chiedere di meglio.

Quant’è importante confrontarsi con altre band e altri talenti musicali e condividere le stesse esperienze?

Intanto è molto divertente, e poi è molto importante perché in questo modo riesci a stabilire il tuo livello. In più, confrontandosi e ascoltandosi tra band si riesce a ottenere nuovi spunti e nuove idee per le nuove composizioni. E i nuovi spunti sono fondamentali nella musica!

 

Quali sono i vostri riferimenti musicali? Qual è la musica che amate di più?

Abbiamo un sacco di passioni comuni, ma molto variegate. Non di un unico genere. Non a caso la nostra macchina è piena di Cd. Tra i cantautori ci piacciono Battisti, Bowie, Dylan e Cohen; tra le band rock degli ultimi anni The Kills, Verdena, Queens Of The Stone Age e Warhaus. Amiamo molto comunque anche i vecchi ma immortali sound di Velvet Underground, Stooges, Rolling Stones e The Band. Sul fronte elettronico spesso invece la macchina rimbomba di Daft Punk, Les Rithmes Digitales e i Bluvertigo!

 

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