“La fortuna che abbiamo Tour”: Samuele Bersani live @ Teatro Rendano di Cosenza, 7 Marzo 2017

(c) Simona Luchini

 

SETLIST

Il mostro
Le mie parole
Lo scrutatore non votante
Occhiali rotti
Il pescatore di asterischi
En e Xanax
Spaccacuore
Psyco
Ferragosto
Cattiva
Come due somari
Replay

La fortuna che abbiamo
Una delirante poesia
Medley: Crazy boy / Che vita! / Settimo cielo
Canzone
Giudizi universali
Chiedimi se sono felice
Freak
Coccodrilli

Senza titoli
Chicco e Spillo
 Cosa vuoi da me

 

(c) Simona Luchini

 

Si è concluso ieri nel Teatro delle Celebrazioni di Bologna (mai nome fu più appropriato) il “La fortuna che abbiamo Tour” di Samuele Bersani. Un tour trionfante e nello stesso tempo complesso per il cantautore bolognese, che è stato costretto ad un lungo periodo di stop da un problema alle corde vocali.

Simpatia, eleganza e ironia le doti che da sempre accompagnano Samuele, sono state dimostrate anche nella serata del sette marzo, giorno in cui il concerto ha fatto tappa a Cosenza. Non un teatro qualunque quello che ha accolto Samuele, ma il teatro Alfonso Rendano, fiore all’occhiello del centro storico della città, cornice di maestosa bellezza ed eleganza e, per un cantante, sinonimo di un’acustica perfetta.

 

(c) Simona Luchini

Sul palco una band di ottimi musicisti e polistrumentisti, a fare da accompagnamento ad una voce, quella di Samuele, tra le più belle e versatili del panorama italiano, e una presenza, quella di Lucio Dalla, che aleggiava durante l’intera serata. A tratti sembrava davvero di vederlo sul palco o in mezzo al pubblico, sempre a deliziarci con la sua voce e il suo carisma. Il concerto si apre infatti con “Il mostro”, prima canzone scritta da Samuele, che convinse Lucio Dalla a fargli aprire i suoi concerti; dopo una serie di altri pezzi provenienti dall’intero repertorio del cantautore, è il momento di “Canzone”, brano scritto proprio da Bersani per Dalla, una musica che arriva dritto al cuore del pubblico, che canta e applaude la band senza nascondere qualche lacrimuccia.

 

                                                                                                (c) Simona Luchini


Dicevamo dell’ironia di Samuele: il cantante si trova ancora in uno stato di convalescenza, tra un pezzo ed un altro non può far altro che buttare giù sorsi di Gaviscon, litri di acqua e uno spray emolliente per la gola, alla faccia dei rocker tutto whisky e super-alcolici!

Ma lui è capace di prendersi in giro anche su questo suo malessere e sul nome dato al tour celebrativo per i suoi 25 anni di carriera: “La fortuna che abbiamo”, che, nonostante l’ottimo riscontro di pubblico, proprio fortunato, visto i problemi di salute del cantante, non è stato.
Le canzoni più importanti del repertorio, essendo un tour celebrativo non possono mancare: si va da “Spaccacuore” a “Il pescatore di asterischi” da “Lo scrutatore non votante” a “Cattiva” fino a “Replay”, brano portato a Sanremo nel 2000 (quando ancora questa kermesse sonora aveva senso di esistere) eseguito solo piano e voce, davvero molto emozionante. È così che si conclude la prima parte del concerto.

Si prosegue con un nuovo simpatico siparietto di Bersani; ai sondaggi Facebook in quest’epoca non si può certo sfuggire e così, anche lui racconta di aver fatto scegliere al suo pubblico tre brani da eseguire live. E tra qualche risposta “inquietante e buffa” i tre pezzi scelti sono risultati, “Chiedimi se sono felice”, brano scritto per il film di Aldo, Giovanni e Giacomo, “La fortuna che abbiamo“, l’ultimo singolo di Bersani, e “Cosa vuoi da me”, pezzo che chiude il concerto.
Freak” e “Chicco e Spillo” in una versione maggiormente strumentale, ricordano e brani giovanili di Samuele, ma l’apice si raggiunge, è inutile anche dirlo, con “Giudizi universali”, uno dei testi più belli in assoluto della musica italiana contemporanea.

 

(c) Simona Luchini

Il cantautore romagnolo vince e convince ancora una volta: questi 25 anni di carriera sono veramente un regalo che Samuele ha fatto alla musica, tra emozioni, l’eleganza e quella classe che, nella dimensione live, vivono ancora più intensamente.