Viva Joggi! The Zen Circus live @ Joggi Avant Folk 2017 – Day #2

Foto e testi a cura di Antonio Bastanza

Per capire cosa sia Joggi Avant Folk bisogna esserci stati perché per quanto ci si possa sforzare nessun racconto riuscirà mai a far capire quanta energia sprigioni ogni serata di festa nel piccolo borgo del cosentino.

Joggi Avant Folk è molto più che un festival musicale, una creatura che da vent’anni è fatta da musica e impegno sociale, ma anche teatri, incontri, laboratori per bambini, mostre e tanto altro ancora.

Una festa, insomma, una festa “colorata e ribelle”, nel modo più vero e genuino che c’è ricordando sempre quelli che sono i valori fondamentali di solidarietà e lotta per i diritti e per la dignità umana con un approccio perfettamente riassunto dallo storico motto della manifestazione “AGIRE LOCALE PENSARE GLOBALE”.

Joggi Avant Folk è una esperienza, proprio per questi motivi, che, vissuta da dentro, è totalmente coinvolgente, emotivamente vibrante, tanto da farti sentire fuori dallo spazio e dal tempo eppure esiste assolutamente nel presente, nelle battaglie che anno dopo anno vengono portate avanti ed è intrisa fino in fondo della magia del luogo in cui si svolge, la piazzetta del piccolo borgo e il sagrato della chiesa trasformato in un palco non palco, in cui chi si esibisce e chi ascolta diventano un tutt’uno.

E poi, fatemelo dire con orgoglio, è anche un po’ casa nostra, che da due anni siamo media partner dell’evento…

-…segui la strada e quando vedi il murales giri e sei arrivato

– si, ma dove giro?

– a sinistra, ovvio!

La serata del 17 Agosto è quella forse più attesa dell’edizione del ventennale, con l’esibizione degli Zen Circus, una delle band più calde di questa caldissima estate. Ad aprire le danze, dopo l’immancabile panino d’ordinanza innaffiato dall’ottimo vino che, storicamente, a Joggi scorre più dell’acqua, è un Al The Coordinator in stato di grazia.

© Antonio Bastanza

Il progetto del musicista Aldo D’Orrico che, propone un viaggio tra blues, bluegrass e, come orgogliosamente fa notare durante la sua esibizione, Folk, è sempre più convincente ad ogni esibizione. All’arcinota abilità come chitarrista Aldo ha aggiunto col tempo una notevole presenza scenica e un uso della voce, graffiante e profonda, che si sposa perfettamente con i brani che propone. La scaletta che alterna sapientemente classici come “Girl From The North Country” di Bob Dylan e “Working on a Building” coi i brani tratti dal suo album d’esordio “Join the Coordinator” come “The Mist” e “The Hunter’s Prayer”, fa in modo che il pubblico si lasci trascinare piacevolmente nel mondo del “Coordinatore”.

© Antonio Bastanza
© Antonio Bastanza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al termine del set, giusto il tempo per un velocissimo cambio di palco e preceduti dalla presentazione di Lorenzo Servidio, anima e cuore pulsante di Joggi Avant Folk, salgono sul palco gli Zen Circus.

© Antonio Bastanza
© Antonio Bastanza

L’attacco del concerto è qualcosa di simile all’esplosione di una bomba, con “La terza guerra mondiale”, “Canzone contro la natura” e “Vent’anni” che deflagrano incendiando un pubblico raramente così numeroso nelle serate dello Joggi Avant Folk.

© Antonio Bastanza
© Antonio Bastanza

Appino e soci non si risparmiano e la gente lo capisce e risponde di conseguenza, con uno scambio di energie che raramente mi è capitato di vedere nei live.

© Antonio Bastanza
© Antonio Bastanza

Più i pisani spingono sull’acceleratore più il pubblico si esalta e li invita a dare di più, proprio come vuole la tradizione dei concerti del circo Zen.

© Antonio Bastanza

La tripletta “Andate tutti affanculo”, “Ilenia” e “L’amorale” precede una acclamatissima “Pisa merda”, beffarda e provocatoria dichiarazione d’odio/amore per la propria provincia, e via via con un susseguirsi di brani che, più o meno tirati che siano, coinvolgono sempre di più il pubblico: “I qualunquisti”, “Ragazzo eroe” e “La democrazia semplicemente non funziona” fra tutte.

© Antonio Bastanza

La chiusura di un set adrenalinico e festoso è opportunamente lasciata a “Nati per Subire” e a una strepitosa “Viva”, cantata a squarciagola con le ultime gocce di energia da tutti i presenti.

© Antonio Bastanza

Senza nemmeno rendercene conto ci ritroviamo a pochi minuti dalla fine del concerto, mentre in piazza le note del dj set di Fabio Nirta si mischiano al vociare dei presenti, a sorseggiare una birra appena prima di rimetterci in viaggio verso casa mentre davanti a noi gli Zen Circus con alcuni fan dissertano sui massimi sistemi e le auto usate.

E mentre saliamo in macchina e ci lasciamo alle spalle il murales che fa da manifesto, indicazione stradale e dichiarazione programmatica di ogni Joggi Avant Folk che si rispetti, si fanno sempre più lontane le facce di quelle persone che vedi solo d’estate e solo a Joggi perché è qui che ci si ritrova dopo un anno passato lontano dalla propria terra.
Joggi Avant Folk è più che un concerto, più che una rassegna artistica, più che una festa.

È una creatura magnifica, che ogni anno diventa più bella e più grande, più forte e consapevole, e che, grazie al lavoro incredibile di un gruppo di persone speciali, è un tesoro di tutti.

 

 

© Antonio Bastanza

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