A cura di Massimiliano (Max) Orrico
Quando la Storia della musica italiana arriva in Calabria, l’uscita autostradale da prendere è quella di Rende (Cosenza Nord), in questa occasione per assistere ad una rassegna anch’essa storica, il Settembre Rendese, arrivato alla cinquantaduesima edizione. Quest’anno, tra i tanti nomi in programma sui manifesti con sfondo bianco, troviamo anche quello di Eugenio Finardi.
Il cantautore mezzo americano e mezzo della dolce Italia, grazie a Mk live porta sul palco di via Rossini il tour “40 anni di Musica Ribelle”.
Ad aprire lo spettacolo davanti al pubblico rendese sì, ma che raccoglie l’hinterland cosentino tutto, si esibisce, presentando il suo primo lavoro da solista, Zalles, già frontman della Spasulati Band, che, mantenendo rigorosamente la lingua Arbëreshë, canta sui ritmi della patchanka i suoi pezzi, alternando qualche brano tradizionale. Il cantante riesce a tenere attenta la gente, ancora poca fino a quel momento, e in parte a coinvolgerla con coretti che accompagnano una delle sue ultime canzoni suonate alla chitarra.
Voglio e non voglio esser solo …
Inizia così il lungo racconto di Finardi che ha tenuto il pubblico sveglio fino a tardi coi suoi aneddoti e la sua musica, le sue canzoni, tra popolarissimi pezzi e lati B.
Una band formata da giovanissimi musicisti ha accompagnato lungo la strada dei ricordi il cantautore con cappello e chitarra in mano, suonando rock psichedelico, atmosfere jazz, a servizio di questa o quella canzone, e dal fondo ogni tanto si è sentito chiamare “PATRIZIA! PATRIZIA!”.
Ed ecco, dopo un paio di brani del chitarrista Giuvazza, coautore dell’ultimo album in studio dello stesso Finardi, arrivare “Il cuore pulito come appena nevicato” e “Il sapore di fragole e di panna d’estate, erba appena calpestata” ad accontentare chi tra il pubblico volesse cantare parole d’amore.
E prima e dopo si continua con canzoni incise da tre quinti degli Area, compagni del nostro nella storica etichetta Cramps assieme a molti altri che hanno sicuramente segnato la musica in Italia in un certo momento storico, momento storico in cui nasce la prima canzone rock senza chitarra. Quando parte “Musica Ribelle” il pezzo oggi quarantunenne che dà il titolo al tour, iniziano a cantare tutti, molti o pochi che siano, i giovani e meno giovani accorsi per esser portati via dall’Extraterrestre, magari a bordo di un diesel a ritmo della vita.
Non sarà stato un concerto diverso, ma, nell’abbraccio del pubblico, Eugenio si congeda con “Amore diverso“, quello “grande come l’universo”.
di +o- POP