Una catarsi collettiva: Fine Before You Came live @ Covo Club

© Francesco Costa

A cura di Francesco Costa

Bologna, 26 gennaio, San Donato. Sono le 22 e la fila è già lunga fuori dal CovoClub, per quella che già da giorni si preannuncia come una data da SoldOut.
Fuori è umido, la fila prosegue abbastanza veloce. Giusto il tempo di fare due chiacchiere, mostrare la “carta d’imbarco” ed entrare in sala.
I Bruno purtroppo hanno già finito di suonare e sul palco i Fine Before You Came sono già pronti.
Silenzio, luci che si spengono. Lista ad aprire tutto e a lasciarci senza parole.
Pochi secondi, come in fase di decollo, dove un attimo prima sei con le ruote a terra e un attimo dopo vedi le città e le nuvole dall’alto. Poche battute, la grancassa che procede precisa accompagnata da chitarre e basso. Questa volta dimmi cose che non vuoi. È un cantato collettivo, una terapia di gruppo, un darsi forza tutti insieme.

 

© Francesco Costa

 

Una provocazione per travolgere l’intero Covo, Magone per capire che questa volta scattare foto non avrebbe senso. Sequel per riprendere fiato, o per perderlo definitivamente.
Non c’è niente da fare, i Fine Before You Came hanno il gran merito di riuscire dal vivo a creare un mood empatico tra se stessi ed il pubblico che affolla con devota partecipazione i loro concerti.
La scaletta è magistrale, ripercorre tutti i lavori dei FBYC, in un’alternarsi continuo di pezzi veloci dove urlare il testo fino a perdere la voce e altri più tranquilli in cui riprendersi e annullarsi.

Nonsenso comune per soffrire insieme con il cuore che batte irregolare e sembra cedere quasi a non reggere il ritmo di questo crescendo continuo che dopo/(con) buio ci porta verso un finale impetuoso.

La vita è una tempesta e sasso è uno sfogo da urlare al cielo tutti insieme, facendoci forza l’uno con l’altro per sorreggerci e non annegare. Semplicemente indescrivibile.
Il concerto potrebbe terminare tranquillamente qui, ma a chiudere questo cerchio catartico arriva Trabocchetti.

 

© Francesco Costa

Il concerto è finito.

Abbracci e applausi meritatissimi.

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