Seta & Martello: Blonde Redhead, Einstürzende Neubauten e dEUS live @ Prato

A cura di Marlene Chiti

Prato è Spettacolo – 01/09/18

Blonde Redhead
Einstürzende Neubauten
dEUS

Scongiurata l’allerta meteo e cessata la pioggia, la serata più interessante di questo Settembre//Prato è spettacolo è potuta iniziare, non senza qualche fremito; giunge infatti a poche decine di minuti dall’inizio la notizia che a causa di problemi tecnici legati alla strumentazione dei dEUS si rende necessario cambiare l’ordine di apparizione delle band sul palco e ritardare di mezz’ora l’inizio del concerto.

Partono alle 20 i Blonde Redhead. Nella classica formazione a tre, batteria tastiera e due chitarre, i fratelli Pace e Kazu Makino danno vita ad un set elegante ed etereo, plasmato sulle atmosfere soft pop delle ultime prove in studio. L’alternanza maschile/femminile nel cantato è quasi perfetta con la personalità dell’esile Kazu Makino, bellissima fasciata in un miniabito bianco traforato, che piano piano si dischiude e fagocita tutto finchè non esplode sensuale in una For The Damaged cantata tutta fronte palco sfruttando la pedana che si slancia verso il pubblico. Il noise rock degli esordi fa capolino nella sola Symphony of Treble, il resto della scaletta ripropone tutti i brani più noti della band ripescando successi soprattutto da Misery is a Butterfly ( Falling Man, Doll Is Mine, Elephant Woman, Equus ) e 23 ( 23, Spring and by Summer Fall).

Con gli Einstürzende Neubauten lo spettacolo comincia già nella fase di preparazione del palco. Uno dopo l’altro compaiono e vengono preparati tubi, ruote dentate, lamiere, altri arnesi difficilmente identificabili di cui ci si diverte ad immaginare il possibile impiego.
Abbandonate da tempo le sfuriate puramente rumoristiche, ci si trova di fronte ad un concerto dalla struttura attentamente studiata in cui il frontman Blixa Bargeld offre una performance d’impostazione teatrale, nell’uso della voce e della gestualità, dove i non strumenti, oggetti d’uso industriale o comune, vengono adoperati in maniera sapiente per emettere suoni, spesso minimali, in armonia con gli strumenti musicali tradizionali, in composizioni raffinate ricondotte alla struttura della forma canzone, come nel pezzo d’apertura del set, The garden.
Rudolf Moser e N.U. Unruh si alternano fra le già non usuali postazioni percussive e l’armamentario industriale autocostruito, così si generano il suono tintinnante che accompagna Blixa in Nagorny Karabach, quello disturbante prodotto da una cascata di trafiletti d’alluminio o quello soffocato dell’imbocco appena percosso di un tubo. Elemento portante in quasi tutti i pezzi rimane il basso di Alexander Hacke, musicista dotato anche di una straordinaria presenza scenica.
Bargeld, che nonostante l’atteggiamente imperioso è uomo dotato di fine ironia, allieta il pubblico con svariati aneddoti e racconta di come Sabrina, canzone originariamente composta per la colonna sonora di un film di un non precisato regista, fosse stata restituita al mittente in quanto troppo seriosa. Ricorda anche di aver già suonato a Prato in occasione dell’inaugurazione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nel lontano 1988.
Il set principale si chiude con How Did I Die?, tratto da Lament, lavoro commemorativo dedicato agli orrori della Prima Guerra Mondiale. Al rientro per i bis, gli Einstürzende Neubauten annunciano di avere a disposizione solo una decina di minuti che utilizzano per eseguire una versione poderosa di Let’s do it a Dada per poi chiudere con una più delicata Total Eclipse of the Sun.

Sono ormai le 00.10 quando i dEUS riescono a salire sul palco. Pare che la loro strumentazione, rimasta bloccata in Austria, sia riuscita ad arrivare in loco solo alle 22.00, mettendo a rischio la fattibilità del concerto e causando il cambio della scaletta della serata. Tom Barman si scusa più volte, profusamente, e coi suoi da vita ad una performance grintosa offrendo al pubblico rimasto in piazza i pezzi più famosi del suo repertorio. Il set viene aperto da The Architect e a stretto giro ritroviamo anche Constant Now, Instant Street, Sun Ra e Sister Dew. Alla luce della bella prestazione offerta in questi cinquanta minuti scarsi spiace ancora di più che l’esibizione sia rimasta forzatamente monca.

In definitiva, serata non semplice portata a casa con tre esibizioni di ottimo livello da tre band con una lunga storia alle spalle.
Band che ci sentiamo di raccomandare di non perdere live perchè al di là dell’indiscusso valore del loro repertorio di studio è proprio nella dimensione dal vivo che la potenza e gli azzardi sonori Einstürzende Neubauten , l’energia dei dEUS e le atmosfere felpate dei Blonde Redhead risplendono e permettono di riscoprire il piacere di ascoltare musica in presa diretta.

 

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