Notte dei Ricercatori in Color Fest: Nada, Maria Antonietta,Giovanardi, Coma Cose e Giorgio Poi in concerto

A cura di Renata Rossi
Foto di Antonio Bastanza

Unical – Università della Calabria – 28 Settembre

Sono state ben 116 le città italiane coinvolte nell’atteso appuntamento della NOTTE DEI RICERCATORI durante la quale il mondo accademico si è aperto ad un pubblico di visitatori curiosi e alle numerose scuole che hanno voluto conoscere meglio le proprie università.

A Rende, nella provincia di Cosenza, in cui sorge l’UniCal, già dalle prime ore del giorno sono stati tanti gli ospiti presso laboratori, biblioteche, musei: la “Notte dei Ricercatori”, giunta al suo quinto anno di vita, è ormai diventato uno degli appuntamenti più attesi e apprezzati della provincia.

Noi abbiamo seguito l’evento musicale serale, nato dalla collaborazione del responsabile sistemi teatri e cinema unical Fabio Vincenzi coi ragazzi del Color Fest, associazione che è ormai conosciuta e seguita in tutt’Italia. Si è trattato di qualcosa di più di semplici concerti ma di un progetto di condivisione artistico/culturale.

 

Questa la lineup di venerdì:

Ore 19:00
ETERÆ | naip | (AllMyFriendzAre)DEAD | Scarda

Ore 21:00
Giorgio Poi  | Nada Malanima | Maria Antonietta | Mauro Ermanno Giovanardi| Coma Cose

 

I gruppi locali sono stati capaci di ben scaldare gli animi di un pubblico già numeroso in prima serata. Il dj Fabio Nirta ha come sempre scelto i pezzi più giusti, un mix tra musica indie, rock, new wave e dream pop subito prima che sul palco dell’anfiteatro universitario salissero i BIG della serata.

Il primo è stato Giorgio Poi, una delle voci più acclamate dell’indie pop italiano, che ha debuttato lo scorso anno con Fa niente e iniziato una serie di collaborazioni importanti. Non è sicuramente semplice intrattenere un pubblico così numeroso da soli, voce e chitarra. Sicuramente ci vuole anche l’età e l’attitudine adatta per apprezzarlo in pieno, probabilmente quella calabrese non è stata la sua migliore esibizione, ma Giorgio Poi non convince del tutto. Sarà che su disco, complici gli arrangiamenti molto battistiani e una voce ben impostata, il risultato è apprezzabile ma, dal vivo, non è così.

 

Pochi minuti dopo a salire sul palco è una delle signore della musica italiana, Nada Malanima. Lo so, non si dice l’età delle donne, ma una carica e un’energia così a 65 anni sono davvero incredibili. Quando intona Guardami negli occhi il pubblico, anche i ragazzi universitari rimangono increduli, una voce splendida e una carica di sensualità unica. Su Senza un perché entrano i musicisti del Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza, l’orchestra “Notte in Color”,   diretta dal maestro Alfredo Biondo. Le premesse sono state mantenute al meglio, è stata una contaminazione musicalmente ineccebile con un’emozione tangibile da parte di tutti i giovani musicisti insieme sul palco con un mito vivente. Ma che freddo fa e Amore disperato trascinano l’intero pubblico che balla e canta a squarciagola in un’euforia generale.

 

Subito dopo è il turno di Mauro Ermanno Giovanardi, storico leader dei La Crus, una delle voci più calde ed eleganti del panorama rock italiano. Carisma e presenza scenica di certo non mancano al cantante che intona i suoi pezzi accompagnato dall’orchestra, per cui, proprio non si riesce a capire perché ne abbia portato solo tre: nemmeno il tempo di essere avvolti dalle sue note che esce di scena.

 

Maria Antonietta, giovane cantautrice di talento, si presenta sul palco dolce e fragile, salvo sfoderare subito la sua grinta e la sua anima più rock. Riesce così ad entusiasmare gli animi degli studenti e dei giovani sotto il palco sia nei brani cantati con l’orchestra che in quelli in cui si esibisce senza.

 

La proposta più interessante della serata è probabilmente l’ultima, i Coma Cose, duo rap milanese formato da Fausto, barba e cappellino in testa e da Francesca, capelli rasati biondo platino e tanta grinta. Una volontà chiara la loro, già nel nome: quella di risvegliare dal coma profondo dei nostri tempi le anime e i cuori. Canzoni che parlano dritte alla gente, sputando in faccia verità, difficoltà di vite che si muovono nella metropoli lombarda ma, più in generale, in Italia. Citazioni diverse di nomi grandi della musica italiana: Battisti e De Gregori in primis. Rap sì, ma contaminato da elettronica e rock, il modo migliore insomma per chiudere una serata riuscitissima sia per il numero di persone coinvolte che per la condivisione culturale che gli organizzatori si erano promessi di ricreare.

Arrivederci al prossimo anno!

 

 

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