Big Time e Radio Sonica si uniscono per una festa indimenticabile

A cura di Serena Coletti

 

Sabato 13 Ottobre al Monk di Roma si è celebrata una grandissima festa piena di musica, anzi, di musiche vista la quantità e la varietà degli artisti saliti sul palco. L’occasione che ha portato il circolo a registrare il sold out, con tanto di fila fuori di chi aspettava che qualcuno abbandonasse la serata per poter entrare, era un doppio compleanno davvero speciale. Si festeggiavano infatti i due anni della romana Radio Sonica e i 18 anni dell’ufficio stampa Big Time.

Come per ogni diciottesimo che si rispetti, Big Time ha voluto proprio esagerare, invitando sul palco una selezione più che rappresentativa degli artisti che ha seguito negli anni. Come ricordava Diodato, uno degli ospiti della serata, molti di loro non facevano altro che ricevere porte in faccia, prima di trovare finalmente in Big Time un ufficio stampa pronto a scommettere sui loro progetti e sul loro futuro.

Avrebbe poco senso cercare di stilare una cronaca dettagliata della serata, dell’avvicendarsi delle formazioni, quindi cercherò solo di darvi un’idea della magnifica atmosfera che si respirava sabato sotto al palco, ricordando i momenti più divertenti, bizzarri ed emozionanti della serata. Sicuramente un posto d’onore tra questi è riservato alla performance di Lucio Leoni (speaker su Radio Sonica e artista nel roster di Big Time), che ha ricoperto il ruolo di conduttore, non senza ironizzare sulla scelta del suo ufficio stampa di convocarlo senza permettergli di suonare. Grazie all’esperienza acquisita in radio, infatti, Lucio è stato un fiume in piena di energia e parole, ha intrattenuto gli spettatori nei tempi morti dovuti ai cambi palco lasciando i tecnici liberi di lavorare senza un’eccessiva fretta. Ancora di salvezza della sua performance gli oroscopi, che a quanto pare aveva preparato in grande quantità nel caso si fosse incredibilmente trovato senza parole. Visto che però l’idea di non cantare per niente a quanto pare la trovava davvero insopportabile, Lucio ha improvvisato un duetto con Giancane intonando un Tiziano Ferro “che salva sempre”.

La serata è iniziata all’insegna della fusione della musica con la narrativa e con la poesia, grazie alla presenza prima di Max Collini, che ha portato in scena i suoi monologhi tratti da “Dagli Appennini alle Ande”, e poi dell’ormai collaudato duo Dente-Guido Catalano, che hanno saputo fondere la solita dolcezza del cantautore con l’ironia amara dei dialoghi e delle letture per un divertimento assicurato.

Poi ci sono state delle performance esplosive, penso a quella dei Joe Victor, che a inizio serata ha infiammato gli spettatori a suon di danza e rock’n roll, mettendo in evidenza l’istrionica presenza del frontman, Gabriele Amalfitano, che si è chiusa con una cover azzardata ma ben riuscita: Somebody to Love. La carica di questa band è stata superata nell’arco della serata forse solo dai Bud Spencer Blues Explosion, che hanno davvero conquistato chiunque con uno show senza pause, con pochissime parole, ma di un livello tecnico inaspettato.

Molto carico era anche il rapper Rancore, che è riuscito a trasmettere la stessa energia delle band che lo hanno preceduto pur salendo da solo sul palco, e ha deciso di spiegare un po’ più esplicitamente la metafora politica nascosta dietro “Sangue di drago”. Il brano, tratto dal suo ultimo album, non è infatti una favoletta, ma affronta un tema attualissimo: la costruzione di finti capri espiatori per guadagnare potere. Certamente però, per quanto il giovane romano possa scatenarsi, non potrà raggiungere l’impatto sonoro  del Muro del Canto. La formazione, in uscita tra pochi giorni con un nuovo album, è davvero numerosa e ancora una volta il pubblico non può che ricambiare l’entusiasmo che lo investe.

A proposito di numeri dei componenti, salgono in una versione dimezzata i The Zen Circus, costituita solo da Appino e il “maestro” Pellegrini. Nonostante ciò il cantante riesce comunque a garantire un ottimo spettacolo, anche se sicuramente meno carico di quello al quale sono abituati i fan del circo zen.

Ma la serata è andata avanti e dopo il gruppo pisano ha visto avvicendarsi sul palco Ilaria Graziano e Francesco Forni, la coppia reduce da un tour estivo che li ha portati fino in Canada, e la storica band Tre Allegri Ragazzi Morti; performance sicuramente speciale per Davide Toffolo, frontman dei TARM, che, poche ore prima, si trovava a Terracina per un live acustico.

Insomma una serata unica, che ha acceso per una volta i riflettori non solo su chi la musica la suona, ma anche su chi lavora ogni giorno per garantire la sopravvivenza degli artisti e per permetterci di scoprirne sempre di nuovi.

 

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