A cura di Marlene Chiti
TUSCANY HALL, FIRENZE 02/04/2019
Quello della serata d’impianto teatrale che mischia concerto con conversazione/reading è un format che sta riscuotendo sempre maggior successo negli anni recenti, proprio da parte di artisti che di norma lavorano in spazi altri rispetto a quelli teatrali, ne sono esempi sia il recente tour di Lee Ranaldo, che abbiamo raccontato anche su queste pagine, che le prossime venture “Conversations with Nick Cave” che prenderanno avvio a Maggio di quest’anno.
Parola chiave per interpretare questa serata fiorentina, seconda data di un tour apertosi pochi giorni fa ad Assisi che conta già svariati sold out, è Fiducia, quella dimostrata da un pubblico accorso numeroso nonostante i prezzi non proprio popolari e disposto a scommettere sulla buona riuscita di un oggetto misterioso che si disvela in un racconto intimo cadenzato di letture e canzoni.
Su di un palco allestito a mo di salottino si presentano in due, Manuel Agnelli e il fido sodale Rodrigo D’Erasmo. Subito dopo l’inizio con una intensa cover di Place to be di Nick Drake, artista spesso ricordato da Manuel come uno dei più ascoltati in gioventù, il cantante, rilassato e comunicativo come forse non si vedeva da qualche tempo sul palco, si profonde in ringraziamenti proprio per la fiducia accordatagli.
In scaletta alcune cover già proposte negli anni passati durante i concerti degli Afterhours e individuate come canzoni di artisti influenti per la crescita umana e artistica di Agnelli. Fra queste riconosciamo Shadowplay dei Joy Division, ormai un vecchio cavallo di battaglia, State Trooper di Springsteen, Perfect day e The bed di Lou Reed, Shipbuilding di Elvis Costello in apertura al secondo bis.
I pezzi degli Afterhours sono invece riproposti in arrangiamenti rivisti per l’occasione, più vicini a quelli adottati nelle ultime tournée in teatro che alle versioni originali. Particolarmente riuscite risultano le esecuzioni di Pelle, già eccezionale in versione acustica fin dai tempi di Siam Tre Piccoli Porcellin, Come Vorrei e Ti cambia il sapore.
Agnelli oltre che ottimo autore è anche uomo dotato di notevoli capacità affabulatorie e ne dà prova intercalando alle canzoni brevi aneddoti intrisi di malinconico umorismo, a volte giocosamente autodenigratorio. Si spazia da ricordi personali, anche dolorosi, a vignette di vita giovanile e bizzarri accadimenti.
Molto interessanti le scelte per le letture tra cui possiamo segnalare un brano da “Una solitudine troppo rumorosa” dello scrittore ceco Bohumil Hrabal e, gradito omaggio alla città ospitante, un racconto di Vasco Pratolini.
Uniche sorprese della serata sono una cover di Video Games di Lana Del Rey , scelta fra gli ascolti della figlia, l’esecuzione di Adesso è facile, dimenticabile pezzo scritto per Mina e tenuto lungamente in un cassetto, e il ripescaggio di Dove si va da qui, dal discusso ma campione di vendite I Milanesi ammazzano il sabato.
Nel complesso uno spettacolo gradevole che può mancare del guizzo della sorpresa per i fan di lungo corso, cui però può far piacere riascoltare riunite in un’ unica occasione molte cover storiche e alcuni pezzi solitamente meno presenti nel repertorio usuale degli Afterhours comunque suonati in un’interessante veste rinnovata.
Può risultare una formula sicuramente più appetibile per gli appassionati di più recente acquisizione che non avranno avuto precedenti occasioni di ascoltare molte di queste reinterpretazioni.
Trattandosi solo della seconda data, ci si può aspettare che lo spettacolo sia ancora parzialmente in rodaggio e che nelle date seguenti sia ancor meglio messo a fuoco il concept del viaggio racconto attraverso il filo rosso che lega canzoni, esperienze e letture.
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