Hozier al TOdays Festival: quando un artista merita di più

A cura di Michela Gioia Guerrera

Sabato 24 agosto appena Hozier e la sua band salgono sul palco del TOdays Festival di Torino già si colgono le vibrazioni positive, proprie dei concerti estivi, che si propagano a partire dai primi accordi.

Sarà che sul palco c’erano più strumenti che spazio vitale, sarà che i più antichi come organo e violino si sono sposati perfettamente con synth e tastiere elettronica, sarà che le armonizzazioni dei coristi hanno oltrepassato la barriera dell’epidermide per raggiungere direttamente gli organi, sarà che da Hozier non potevo aspettarmi niente popò di meno che tornare a casa con un sorriso a trentadue denti e (allarme spoiler) ….così è stato. 

Per la sua unica data italiana del suo Wasteland, Baby! Tour -che lo ha portato a esibirsi anche oltreoceano- il giovane cantautore irlandese offre al suo pubblico una performance esemplare, di cui il protagonista non era lui, ma la sua musica. Si tratta di una differenza sottile ma essenziale: non mi stancherò mai di stupirmi e ammirare artisti di fama mondiale (ma anche per chi ne ha meno non guasta) che non si fanno influenzare dal proprio successo trasformando i live in venerazione del proprio ego. 

Artisti come Hozier, talentuosi e dediti al proprio mestiere, riescono a creare pezzi meravigliosi che rimangono nei ricordi di ognuno anche dopo che il singolo non è più in cima alle classifiche: uno fra tanti Take me to Church che lo ha portato al successo anche nel nostro stivale.
Artisti come Hozier si fanno ambasciatori della buona musica, che sia essa rock, funky, elettronica o blues.
Artisti come Hozier meriterebbero molto più di altri che la loro musica, e ciò che essa grazie a loro riesce a comunicare, venisse diffusa a profusione.

Credo che artisti come Hozier meritino di più dei numeri dei loro sold out.

 

Scaletta dei brani eseguiti

Would That I
Dinner & Diatribes
Nina Cried Power
To Be Alone
Someone New
Angel of Small Death and the Codeine Scene
Nobody
From Eden
Cherry Wine
Work Song
No Plan
Jackie and Wilson
Almost (Sweet Music)
Moment’s Silence (Common Tongue)
Movement
Take Me to Church

 

Apprezzatissima la mancanza del solito spettacolino finale, della serie: “Ciao pubblico, fingo di aver finito il concerto e me ne vado dietro le quinte anche se non ho suonato la canzone più famosa! Come sono burlone e originale”.